Mario Romeo, il candidato a sindaco sconfitto elle ultime Amministrative di Bagnara Calabra, ha presentato ricorso al Tar contro l’esito delle elezioni. Questo, in sé, non farebbe notizia. Più eclatanti risulterebbero, se confermati, i motivi dell’impugnazione del leader della lista civica La Bagnara che vogliamo, espressione del centrodestra.
«Subito dopo il voto – spiega Romeo in una nota – ci sono state insistenti voci di corridoio su una gestione piuttosto “allegra” delle operazioni elettorali in molte sezioni. Perciò ci siamo affidati alla procedura di accesso agli atti per fugare ogni incertezza.
Con grande rammarico, i dubbi sembrerebbero confermati. Infatti, dopo un’attenta lettura degli atti ed un riscontro dettagliato, abbiamo rilevato numerosissime anomalie che riteniamo gravi, al punto di inficiare il voto».
Mario Romeo
Elezioni a Bagnara, Romeo accusa: avrebbero votato anche gli assenti
Al riguardo, prosegue Romeo, «è bastata una veloce lettura per capire che molti iscritti nei registri sarebbero identificati con numeri non corrispondenti ai documenti di riconoscimento. Inoltre, nei registri delle operazioni elettorali di diverse sezioni non sarebbero indicate delle schede vidimate e non votate. Ancora, in diverse sezioni risulterebbe mancante il numero delle schede restituite. Ciò dimostrerebbe l’esistenza delle “schede ballerine” e una serie di vizi nei verbali delle sezioni elettorali redatti dai rispettivi presidenti durante il voto. Sembrerebbe, addirittura, che le schede votate siano maggiori rispetto agli elettori che si sono realmente presentati al seggio con la tessera elettorale.
Questo proverebbe ancora che abbiano votato centinaia di persone in assenza di una loro annotazione sul registro degli aventi diritto. Quindi risulterebbe il voto di persone che vivono all’estero e non mettono piede a Bagnara da molti anni. Inoltre, nel registro dei votanti ci sarebbe qualcuno che avrebbe dichiarato di non essersi mai recato alle urne in quei giorni per problemi di salute».
il gup di Catanzaro ha condannato tre persone nel rito abbreviato del processo per l’omicidio di ‘ndrangheta di Domenico Belsito, avvenuto nel 2004 a Pizzo.
Hanno ricevuto 30 anni di condanna Nicola Bonavota e Francesco Fortuna. Otto anni per il collaboratore di giustizia Andrea Mantella; assolto Pasquale Bonavota. Belsito fu ferito a colpi di arma da fuoco mentre si trovava in un bar di Pizzo e morì due settimane dopo nell’Ospedale di Vibo Valentia.
Omicidio Belsito: esecutore e mandante
Secondo l’accusa avrebbe sparato Francesco Scrugli, ucciso a Vibo nel 2012. L’omicidio, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbe maturato per dinamiche interne ai clan, impegnati in una lotta interna alla famiglia di ’ndrangheta dei Bonavota di Sant’Onofrio per definire la spartizione dei territori di competenza. A processo con rito ordinario, invece, c’è Salvatore Mantella, ritenuto mandante dell’omicidio e cugino del collaboratore di giustizia che avrebbe partecipato materialmente al delitto.
Roma è la capitale della pizza al taglio in Italia, ma anche la Calabria si difende egregiamente. A sancirlo è 50 Top Pizza, la guida delle migliori pizzerie che vede ben piazzate in classifica due locali del Cosentino. Il primo posto se lo aggiudica il celebre – ormai ha anche il suo show in tv – Gabriele Bonci. Quella del suo locale romano, Pizzarium, si conferma per il terzo anno consecutivo la migliore “Pizza in Viaggio (da taglio e asporto)” del Paese.
Pizza al taglio: tra le prime 15, due sono in Calabria
Antonio Oliva insieme a Gabriele Bonci
Si resta nella capitale anche per gli altri due gradini del podio. Il secondo posto va all’Antico Forno Roscioli, storica insegna familiare nel centro storico, mentre al terzo si piazza Lievito Pizza, Pane del giovane Francesco Arnesano. Ma è scorrendo la classifica – senza lasciare la Top 15 però – che arriva la Calabria. Dopo indirizzi mitici per i buongustai come La Masardona (4°) a Napoli e altri, al nono posto un nome che ha ormai fatto la storia della pizza al taglio in Calabria: “Oliva Pizzamore“ di Antonio Oliva. Poco più giù, al dodicesimo posto, troviamo Campana Pizza In Teglia, la pizzeria di Daniele Campana a Corigliano-Rossano.
Daniele Campana
La Top 20 d’Italia
Nelle valutazioni si è tenuto conto di molti fattori: qualità delle materie prime, ambiente, pulizia e cura dei dettagli.
Queste le prime 20 posizioni di Le 50 Migliori Pizze in Viaggio in Italia 2022:
Pizzarium, Roma (Lazio)
Antico Forno Roscioli, Roma (Lazio)
Lievito Pizza, Pane… Roma (Lazio)
La Masardona, Napoli (Campania)
Saporè Pizza Bakery, San Martino Buon Albergo – VR (Veneto)
Sancho, Fiumicino – RM (Lazio)
La Pia Centenaria, La Spezia (Liguria)
Tellia, Torino (Piemonte)
Oliva Pizzamore, Acri – CS (Calabria)
Granocielo, Avezzano – AQ (Abruzzo)
PorzioNi di Pizza, Napoli (Campania)
Campana Pizza In Teglia, Corigliano-Rossano – CS (Calabria)
‘O Fiore Mio Pizze di Strada, Bologna (Emilia-Romagna)
Grotto Pizzeria Castello, Caggiano – SA (Campania)
I Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone (per 13 è stato disposto il carcere, per 3 gli arresti domiciliari e per 2 l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. Tra gli arrestati il boss ‘ndranghetista Paolo Nirta, in affari con i trafficanti messinesi.
Il procuratore Maurizio De Lucia
L’inchiesta, coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, nasce dagli accertamenti fatti dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina dal febbraio 2021, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che ha parlato di una strutturata associazione di trafficanti di droga che operava principalmente nella zona sud della città di Messina.
Il ruolo della famiglia Nirta
La banda aveva di fatto quasi interamente monopolizzato l’approvvigionamento in città della cocaina, che poi veniva spacciata al dettaglio a Messina, ma anche nel comune di Tortorici, dove c’era un’autonoma piazza di spaccio gestita da alcuni degli indagati. L’organizzazione si approvvigionava da un esponente di spicco della famiglia Nirta, ai vertici della ‘ndrangheta calabrese. In carcere oggi è infatti finito il figlio di Giuseppe Nirta, detenuto all’ergastolo per la faida di San Luca, e fratello di Sebastiano e Francesco Nirta, all’ergastolo per il loro coinvolgimento nella strage di Duisburg in cui vennero uccise sei persone.
Giovanni Strangio, la mente del commando che agì a Duisburg
Doppi fondi e telefonini riservati
Il fornitore si serviva di un’articolata rete di corrieri, alcuni dei quali incensurati e tutti residenti nella provincia di Vibo Valentia, che si occupavano della consegna della droga “a domicilio” fino a Messina. Particolarmente ingegnose erano le modalità di trasporto della cocaina dalla Calabria a Messina. Per sfuggire a eventuali controlli, in particolare nell’area degli imbarcaderi dei traghetti, gli indagati utilizzavano auto modificate in alcune parti della carrozzeria con doppi fondi in cui nascondere la droga. I calabresi, inoltre, avevano dato ai complici messinesi telefoni riservati.
Imbarcaderi a Messina
Tre kg di cocaina dalla Calabria a Messina
Nel corso delle indagini sono state documentate varie forniture di sostanze stupefacenti dalla Calabria alla Sicilia, che hanno portato al sequestro di 3 chili di cocaina. Oltre alla città di Messina, i vertici dell’associazione erano in grado di rifornire di stupefacente pusher che operavano nella cittadina di Tortorici con i quali avevano creato un canale privilegiato di fornitura. A Tortorici quattro ragazzi avevano avviato un commercio di stupefacenti e quasi settimanalmente acquistavano la droga a Messina. L’operazione di oggi, condotta dai carabinieri, ha impegnato oltre 120 militari del Comando Provinciale di Messina, impiegati anche nelle provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia. (ANSA)
Il delitto di Mandatoricciocostato la vita alla 71enne Domenica Caligiuri ha il più scontato dei colpevoli: suo marito Luigi Carlino. L’uomo, 73 anni, fermato poco dopo il ritrovamento del corpo della vittima non ha retto alle domande degli inquirenti. Crollato durante l’interrogatorio, ha confessato di aver ucciso sua moglie. Stando alle informazioni trapelate avrebbe descritto modalità e tempistiche dell’uxoricidio nei dettagli.
Mandatoriccio, dopo la confessione del marito l’autopsia
Carlino avrebbe anche fornito ai militari del Reparto territoriale di Corigliano Rossano, che stanno svolgendo le indagini, le indicazioni per fare trovare il coltello con cui ha ucciso la moglie. L’arma, però, non è stata ancora trovata. Il corpo di Domenica Caligiuri si trovava all’interno dell’abitazione della coppia a Mandatoriccio, sul letto matrimoniale sporco di sangue. Ora sarà l’autopsia a dover chiarire ulteriori particolari sull’accaduto e verificare se il racconto del marito corrisponda al vero. Secondo le prime ipotesi, l’accoltellamento della donna risalirebbe a un paio di giorni fa e il movente sarebbe da ricondurre ai frequenti litigi della coppia. Luigi Carlino avrebbe però continuato a comportarsi normalmente, finché i parenti della vittima, non avendo più notizie di lei, hanno allertato le forze dell’ordine. Quindi, la macabra scoperta nella mattinata di oggi.
La Reggina si lascia alle spalle le stagioni di luci e ombre targate Luca Gallo, da oggi il nuovo presidente è Felice Saladini. La notizia, nell’aria già da qualche giorno, è diventata ufficiale nel pomeriggio di oggi con una conferenza stampa nel centro sportivo Sant’Agata. Felice Saladini si è presentato con una sciarpa della squadra al collo e il sorriso delle occasioni migliori.
Le prime parole di Felice Saladini da presidente della Reggina
Il primo scoglio da affrontare per il nuovo patron della Reggina sarà l’iscrizione alla serie cadetta. Ma Felice Saladini ostenta ottimismo, sicuro di scacciare le paure seguite all’arresto del suo predecessore Luca Gallo «Stiamo già lavorando per ottemperare alle scadenze imminenti, quelle che permetteranno al club di iscriversi al prossimo campionato. La Reggina è un patrimonio di tutti e dobbiamo tutelarla, Reggio Calabria deve tornare a far sognare tutto il Paese e calcare palcoscenici importanti. Sono contento di poter essere il condottiero», le sue parole ai cronisti.
Ma il 38enne lametino, ex operatore di call center trasformatosi in imprenditore di successo, ha le idee chiare anche per il riassetto della società: «Questa società merita tanto e sto lavorando per un Cda importante, che sia garanzia di legalità e abbia competenza e passione sportiva. Da qui voglio fare ripartire la Reggina, questa é la mia strategia».
Al via la seconda edizione del Festival internazionale “Alfonso Rendano”, tre serate di musica che si svolgeranno a Cosenza, a Villa Rendano, dal 20 al 22 giugno.
L’iniziativa, ideata e promossa dalla Fondazione Attilio e Elena Giuliani, è diretta da Daniela Roma, musicista calabrese residente negli Usa e massima interprete mondiale della musica di Rendano.
Al riguardo, anche i non esperti di musica classica, legano il suo nome almeno a un’innovazione tecnica importantissima: il terzo pedale del pianoforte.
L’avventura artistica di Rendano inizia precocemente a Carolei, il paese alle porte di Cosenza, dove nasce nel 1855.
Nono di dodici figli, il piccolo Alfonso stupisce i compaesani coi primi brani suonati “a orecchio” sulla spinetta della chiesa. Da qui allo studio vero e proprio della musica, il passo è stato breve.
Da Cosenza a Napoli
A soli nove anni, il piccolo Alfonso sostiene brillantemente l’esame di ammissione al Regio collegio musicale di San Pietro A Maiella (Napoli).
Lì si fa stimare dal direttore Saverio Mercadante e diventa allievo di Sigismund Thalberg, che lo presenta a uno dei massimi compositori europei dell’epoca: Gioacchino Rossini. Quest’ultimo gli fa ottenere una borsa di studio governativa, che apre al giovane pianista le porte dell’Europa che conta. A partire da Parigi.
Daniela Roma in azione al pianoforte
Un virtuoso in giro per l’Europa
Nella capitale francese il giovane pianista si specializza con Georges Mathias, allievo a sua volta di Fryderyk Chopin.
Fa il pieno di successi e parte per una tournée in Inghilterra, dove resta per tutto il 1870.
Poi torna nel Continente, per la precisione a Lipsia, dove continua a specializzarsi.
Rientra in Italia nel 1874 e si dedica ai concerti. Fa frequenti puntate all’estero, soprattutto a Vienna, dove fa amicizia con Franz Listz. Proprio assieme a Listz, Rendano esegue alla Corte granducale di Weimar il suo Concerto per pianoforte.
In Italia e poi in Calabria
Nel 1880, Rendano sposa la pianista milanese Antonietta Trucco, da cui ha tre figli.
Si dedica ai concerti e all’insegnamento. E, nel 1886, ottiene la cattedra al Conservatorio di Napoli, che abbandona poco dopo in polemica con l’estabilishment dell’epoca.
Nel 1892 rientra a Cosenza per risolvere i problemi economici della sua famiglia e si dedica alla composizione. Risale a questo periodo Consuelo, la sua opera lirica tratta da un romanzo di George Sand su libretto di Francesco Cimmino.
Poi, nel 1901 si sposta a Napoli e, da lì, nella Capitale, dove risiede stabilmente fino alla morte, avvenuta nel 1931.
Tiene il suo ultimo concerto al Teatro Valle di Roma nel 1925.
Festival Rendano: apre Leslie Howard
La seconda edizione del Festival internazionale “Alfonso Rendano” inizia il 20 giugno alle 20 con il concerto di Leslie Howard, pianista, compositore e musicologo australiano.
Howard è famoso per essere l’unico pianista ad aver inciso tutta la produzione di Franz Listz. Questo progetto musicale ha avuto finora trecento anteprime mondiali.
Parla il pronipote, suona il Duo Resonance
La serata del 21 giugno è dedicata ai compositori calabresi. Si inizia alle 19 con un dialogo tra Marco Ruffolo, giornalista di Repubblica e pronipote di Alfonso Rendano, eDaniela Roma, la quale suonerà alcuni brani del celebre artta.
Seguirà, alle 20, il concerto del Duo Resonance, composto dal soprano Teresa Cardace e dalla pianista Angela Floccari.
Festival Rendano: chiude il Trio Dmitrij
Protagonista della serata conclusiva (22 giugno), il Trio Dmitrij, composto da Henry Domenico Durante (violino), Francesco Alessandro De Felice (violoncello) e Michele Sampaolesi (pianoforte).
Tutti gli artisti eseguiranno, nei loro repertori, dei brani di Alfonso Rendano, in omaggio al padrone di casa.
È possibile acquistare i biglietti presso Inprimafila o direttamente a Villa Rendano.
Esordio del taser a Reggio Calabria. Lo ha sperimentato un 24enne reggino, con alcuni precedenti alle spalle, finito in manette con l’accusa di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Un primo piano del Taser X2
Il giovane aveva chiamato gli operatori del 113, ai quali aveva dichiarato di aver ucciso la propria sorella.
Taser a Reggio Calabria: incolume il giovane arrestato
Una volta arrivati gli agenti nella sua abitazione, il ragazzo ha dato in escandescenze e ha provato ad aggredirli con un oggetto di vetro.
I poliziotti lo hanno immobilizzato con la pistola a impulsi elettrici Taser X2 e lo hanno affidato alle cure di personale sanitario già presente in zona.
Secondo gli agenti, l’uso del taser ha evitato conseguenze gravi per l’incolumità dell’uomo e loro stessi.
Presentata una proposta di legge per legalizzazione della Cannabis terapeutica. Un testo firmato da consiglieri regionale di varia estrazione politica. Il testo porta la firma del promotore Ferdinando Laghi (De Magistris presidente) e degli altri membri della commissione Sanità: Michele Comito (Forza Italia); Amalia Bruni (Gruppo Misto); Giuseppe Graziano (Udc); Simona Loizzo (Lega); Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia).
La sede del Consiglio regionale della Calabria
Si tratta di «un elemento di civiltà che vuole mettere la Calabria al pari delle più avanzate Regioni italiane, ma non solo». Sono parole espresse dal promotore della proposta di legge Ferdinando Laghi. Che continua: «Si tratta infatti di uno strumento importante per ridare un aspetto del diritto alla salute a persone assai sofferenti che, finora, non hanno potuto averlo riconosciuto. O che hanno paradossalmente subito, in assenza di una legge regionale attuativa delle disposizioni nazionali vigenti, addirittura problemi e traversie legali».
Laghi ricorda il caso del giovane «Cristian Filippo, affetto da fibromialgia, mandato sotto processo a Paola per la coltivazione di poche piantine di cannabis, con le quali alleviare i dolori determinati dalla malattia. Non deve più ripetersi.
MMXXII 800 anni di storia e devozione è il nuovo progetto realizzato dalla Fondazione Attilio e Elena Giuliani in occasione degli 800 anni della consacrazione della Cattedrale dell’Assunta. La presentazione del percorso multimediale – che sarà inserito e fruibile all’interno del Museo Multimediale Consentia Itinera di Villa Rendano – si terrà venerdì 27 maggio 2022 alle ore 10:30 presso il duomo di Cosenza alla presenza di monsignor Nolè. Al termine, si proseguirà a Villa Rendano con l’apertura delle sale del museo.
Il duomo di Cosenza dentro Villa Rendano
Straordinariamente, per il Museo Consentia Itinera, si prevede una nuova Notte dei Musei al costo simbolico di 1 Euro per vivere la straordinaria emozione della costruzione e delle trasformazioni della nostra Cattedrale di Cosenza. Il museo che ha sede nella celebre dimora del musicista Alfonso Rendano – impegnato nella riscoperta e valorizzazione del centro storico di Cosenza attraverso percorsi immersivi che coniugano ricerche scientifiche e concettuali con il potenziamento del valore sociale e del senso identitario – partecipa con orgoglio alle celebrazioni per gli 800 anni dalla consacrazione della Cattedrale, rafforzando la propria offerta culturale.
Villa Rendano
Sette sale sulla storia del Duomo
La mostra digitale MMXXII 800 anni di storia e devozione è un viaggio immersivo nelle sette sale del museo che racconta la storia pluricentenaria della Cattedrale di Cosenza: si ripercorrono i momenti salienti in cui i fedeli e i religiosi hanno edificato, restaurato e abbellito il cuore pulsante della città; la donazione della Stauroteca da parte di Federico II e un’approfondita analisi e ricostruzione 3D come non si è mai stata vista; le funzioni devozionali e artistiche della Cappella della Madonna del Pilerio con una particolare attenzione all’icona della Madonna restituita alle sue origini duecentesche; i monumenti funebri dedicati a Isabella d’Aragona e ad Enrico II di Hohenstaufen e le tombe dei martiri dei moti del 1843 presenti nella cappella del SS. Sacramento; infine, le trasformazioni della facciata nel corso del XIX e XX secolo.
Una mostra ma non solo
La mostra multimediale sarà fruibile in maniera permanente nelle sale del Museo Multimediale Consentia Itinera di Villa Rendano e in alcune parti sarà scaricabile tramite Qr code presente nella Cappella della Madonna del Pilerio e nel Museo Diocesano in prossimità della Stauroteca. Così come gli altri percorsi multimediali, anche questo sulla cattedrale di Cosenza sarà corredato da uno specifico piano educativo comprendente attività rivolte a famiglie, scolaresche, pubblici con esigenze speciali e alla comunità intera.
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