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  • Il racconto dell’immigrazione

    Il racconto dell’immigrazione

     

                                                                                              di Tommaso Scicchitano

    C’è un’Italia che non si vede nei talk show né nei decreti d’urgenza. È l’Italia reale, quella che si rispecchia ogni mattina nel Mediterraneo e che il Dossier Statistico Immigrazione 2025, curato dal Centro Studi IDOS in collaborazione con Confronti e l’Istituto “S. Pio V”, restituisce con precisione chirurgica e compassione civile. Presentato anche a Catanzaro, il rapporto è un atlante umano prima che statistico: dietro le cifre si intravedono volti, mani, destini.

    La realizzazione del Dossiere è stata finanziata con l?otto per Mille della Chiesa Valdese

    Il progetto è stato finanziato con i fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e con il sostegno dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, insieme a una rete di enti pubblici e privati che ogni anno contribuiscono alla sua realizzazione. È, dunque, un lavoro collettivo e indipendente, che nasce dalla volontà di restituire verità sociali spesso offuscate dal rumore politico.

    Nel suo incipit, il presidente di IDOS Luca Di Sciullo parla di una “sottoguerra mondiale”, una guerra contro i poveri che attraversa confini e coscienze. È un linguaggio che non cerca l’eufemismo, ma la verità: quella di migliaia di uomini e donne sacrificabili, invisibili, che ogni giorno attraversano un mare che è insieme tomba e soglia.

    I numeri che rivelano

    Nel 2024 l’Italia ha contato 5 milioni e 422 mila cittadini stranieri residenti, pari al 9,2% della popolazione totale. Le donne rappresentano quasi la metà (49,8%), mentre i minori costituiscono il 19,3% del totale. In dieci anni, la presenza straniera è cresciuta con costanza silenziosa, compensando in parte il declino demografico di un Paese che continua a spopolarsi.

    Dietro la freddezza apparente delle percentuali c’è un dato che parla di futuro: oltre 217 mila persone hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel corso del 2024. Segno che l’Italia non è solo terra di approdo, ma di nuova appartenenza.

    Sul fronte economico, 2 milioni e mezzo di lavoratori stranieri contribuiscono ogni giorno alla tenuta del sistema produttivo nazionale. Più di uno su tre è impiegato nei servizi, quasi uno su tre nell’industria e oltre il 6% lavora in agricoltura. È il lavoro dei campi, dei cantieri, delle case, spesso invisibile ma essenziale.

    La Calabria terra di partenze e accoglienza

    Calabria: il margine che racconta il centro

    La Calabria, secondo i dati del Dossier, conferma la sua duplice natura: terra di partenze e di accoglienze. Qui, la presenza straniera resta contenuta in valori percentuali, ma crescente in significato sociale e culturale.

    Nelle campagne e nei piccoli centri dell’interno, la popolazione migrante ripopola scuole e parrocchie, mantiene vive le economie locali, assume il volto di un nuovo radicamento. La regione ospita centri Sai di accoglienza diffusa che diventano laboratori di convivenza. Non sempre tutto funziona, ma qualcosa accade: l’incontro quotidiano, la parola scambiata, la mano tesa.

    Oltre le statistiche: la visione

    Il Dossier 2025 è anche un atto di denuncia. Racconta l’opacità delle nuove frontiere europee, i CPR dove la detenzione senza reato diventa ordinaria, le rotte di guerra che si incrociano con quelle della fame. Eppure, tra le righe, emerge un’Italia capace di accogliere, di reinventarsi, di costruire diritti anche quando la politica arretra.

    L’obiettivo del rapporto non è solo fotografare, ma de-costruire le narrazioni tossiche. Mostrare che dietro ogni flusso ci sono persone, e che dietro ogni paura si può costruire conoscenza. La statistica diventa così un esercizio di verità pubblica, un invito a leggere la realtà senza i filtri dell’ideologia.

    Le migrazioni sono rotte che incrociano le guerre a l fame

    Un dossier come specchio civile

    Nelle sue pagine si intrecciano economia e compassione, dati e storie. La Calabria, come il resto del Paese, non è solo punto d’arrivo: è una frontiera di civiltà. Ogni numero del Dossier non è un conteggio, ma una domanda. Quanto siamo disposti a riconoscere dell’altro in noi stessi?

    Forse la risposta sta nel mare che ci circonda, nel suo doppio volto: confine e grembo. Ed è lì che l’Italia dovrebbe tornare a specchiarsi, non per contare chi arriva o chi parte, ma per capire chi vuole essere.

  • Voci contro l’abominio

    Voci contro l’abominio

    Noi sottoscritte e sottoscritti, appartenenti al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (DiSPeS) dell’Università della Calabria, aggiungiamo le nostre voci a quelle dei tanti che, in tutto il mondo e anche nel nostro Ateneo, si sono levate contro l’orrenda carneficina in corso da troppo tempo a Gaza. Abbiamo il dovere, come esseri umani e per la storia che rappresentiamo, di prendere coscienza e porre al centro della discussione pubblica l’insostenibilità, sul piano morale ed etico e quindi politico, della sofferenza di una popolazione indifesa e martoriata da oltre un anno e mezzo sotto gli occhi del mondo intero, che assiste vilmente, esprimendo al massimo delle parole ipocrite di sdegno “ad orologeria”, al ripetersi di ogni massacro.

    Una popolazione che vive tra le macerie, senza acqua né cibo

    Una popolazione costretta a vivere tra le macerie delle proprie case distrutte dai bombardamenti dell’esercito israeliano, priva di acqua, di cibo, impossibilitata a curarsi a causa della distruzione degli ospedali, costretta a sopravvivere in condizioni indegne per ogni essere umano, oppure a fuggire lontano, ad abbandonare la propria patria: proprio quest’ultima, ovvero l’eliminazione del popolo palestinese dalla sua patria storica, appare chiaramente, ogni giorno che passa, la vera e unica strategia del governo israeliano. È di ieri la notizia, riportata dalla stampa internazionale, che alcune Organizzazioni non governative (Ong) israeliane hanno diffuso, in lingua araba, ebraica e inglese, un tragico documento che inizia con queste testuali parole: “Non avremmo mai immaginato di scrivere questo rapporto, ma negli ultimi mesi abbiamo visto una realtà che non ci ha lasciato nessuna scelta, se non quella di riconoscere la verità: Israele sta commettendo un genocidio”.

    Repressione e umiliazione

    Assistiamo anche alla umiliazione e repressione contro chi tenta di portare solidarietà e aiuto a quella popolazione sofferente. L’esercito israeliano ha recentemente sequestrato una nave di Freedom Flottilla Coalition (Handala), arrestando tutti i 21 componenti dell’equipaggio. Tra le persone arrestate, anche Antonio Mazzeo, docente e giornalista, che si è spesso speso per portare la sua esperienza di ricercatore attivista impegnato nelle nostre aule magistrali e nel nostro Dottorato.

    Giunti a questo terribile momento, ogni silenzio diventa assordante perché in esso risuona la complicità nei confronti di questo abominio e noi, pur sapendo che le parole non possono cambiare da sole questa realtà, vogliamo esprimere la più ferma condanna dell’operato del governo e dell’esercito israeliano a Gaza e contro il popolo palestinese. Chi scrive non è cieco né smemorato, conosce, ricorda e onora, oggi come ieri, lo sterminio del popolo ebraico causato dal nazifascismo, comprende il terrore causato in Israele dai terroristi che nell’ottobre 2023 hanno ucciso e sequestrato tanti cittadini israeliani e provocato le prime reazioni. Ma, proprio per questo motivo e ricordando l’insegnamento proveniente dal passato, ritiene che i problemi ultradecennali che dividono il popolo ebraico e quello palestinese non possono risolversi, ma al contrario solo incancrenirsi, con operazioni militari distruttive a danno di inermi. Tali operazioni moltiplicano l’odio reciproco, con il rischio non solo di alimentare nuove generazioni di “vendicatori”, ma pure di fomentare un’espansione del conflitto oltre gli attuali confini.

    La Costituzione e il ruolo dell’Ateneo per la pace

    La storia umana, purtroppo, testimonia tanti casi in cui i perseguitati sono diventati a loro volta persecutori, in una catena in cui siamo destinati ad essere tutti sconfitti. La nostra Costituzione democratica e l’azione di promozione della pace che in essa si auspica, nonché la storia del nostro Ateneo, che vive dalla sua nascita operando come un ponte che favorisce l’incontro civile e scientifico tra le popolazioni che vivono sulle diverse sponde del Mediterraneo, ci inducono a levare anche la nostra voce e chiedere l’interruzione immediata delle ostilità a danno dei civili, e la ricerca di un’intesa che possa permettere, attraverso la costruzione di un libero e autonomo stato palestinese, la convivenza pacifica di questi due popoli martoriati da tante sofferenze e nel contempo a chiedere che, sempre ai sensi dei nostri principi costituzionali, il nostro governo rifiuti di fornire armamenti a fini di aggressione alla popolazione civile.

     

    Ercole Giap Parini Antonio Costabile
    Affuso Olimpia Antichi Samuel
    Antonino Bova Vincenzo Armano Fabrizio
    Arze Alegrìa Alejandro Beonio Brocchieri Vittorio
    Bottino Paolo Calefati Alessandro
    Caputo Paolo Carrieri Vincenzo
    Catalano Gilda Cerruto Maurizio
    Cersosimo Domenico Chiarello Santo
    Chiodo Emanuela Cimatti Felice
    Citroni Giulio Corigliano Filippo
    Costabile Nicoletta Gerardo Creatini Federico
    D’Agostino Mariafrancesca D’Alessandro Daniele
    De Luca Roberto De Rango Giuseppina
    Donadio Gianfranco Dottorini Daniele
    Elia Anna Ferrara Antonella Rita
    Floriani Sonia Fortunato Vincenzo
    Fucilla Pierluigi Gaglianò Veronica
    Gambino Silvio Garreffa Franca
    Gerbasi Giampaolo Giacco Vincenzo
    Giraudi Giorgio Grande Teresa
    Greco Walter Guglielmelli Simone
    Hernandez Garcia Laura Ysabella Khalid Aysha
    Laghi Pasquale Licursi Sabina
    Loprieno Donatella Lovoi Marilena
    Maiello Angela Marcello Giorgio
    Marotta Mariano Martino Antonio
    Musolino Elena Nardo Maria
    Noce Tiziana Nocito Walter
    Orlando Santina Panza  Ernesta
    Passarelli Giovanni Pellegrino Giuseppina
    Polito Alberto Puntillo Stefania
    Raniolo Francesco Roberti Bruno