Lāinterrogazione che si era persa e poi fu annullata. Sarebbe il titolo efficace per una ipotetica sceneggiatura sul destino diĀ āSul cortometraggio Calabria terra mia, del regista Muccinoā. Presentata il 21 ottobre del 2020, smarrita nellāoblio delle mille carte della Regione Calabria, ricomparsa dopo otto mesi col destino di essere annullata āper assenza del proponenteā.
Il proponente era Francesco Pitaro. Eletto in una lista che sosteneva Callipo, ĆØ passato poco dopo al gruppo Misto. Pitaro alla versione fornita da Giovanni Arruzzolo, presidente del Consiglio regionale, proprio non ci sta.
Il consigliere c’ĆØ, ma non si vede
Ā«Quel giorno ero presente in aula e ho tenuto anche degli interventiĀ» racconta come prova del suo impegno. In effetti sulla pagina della Regione ĆØ riportato il video del suo intervento, con cui annuncia voto contrario ad alcuni provvedimenti che lāopposizione considerava inammissibili.
Ā«Mi ero allontanato dallāaula ā prosegue ā perchĆ© il mio naturale interlocutore, cioĆØ il presidente SpirlƬ, era assente. Dunque non avrei avuto nemmeno in quella occasione risposta alla mia interrogazioneĀ». Nella seduta precedente, il 18 Giugno, proprio SpirlƬ aveva chiesto di rimandare la discussione perchĆ© non del tutto preparato a fornire informazioni. E Ā«per cortesia istituzionale avevo acconsentitoĀ», sostiene Pitaro.

Fuga dalla risposta
Sembra un giochino un poā infantile, costruito attorno alle pieghe del regolamento per sfuggire allāobbligo istituzionale di dare risposte su un tema che ha fatto sorridere molti. E che, però, ha anche rappresentato una scelta āstrategicaā e molto orgogliosamente propagandata dellāamministrazione Santelli. In realtĆ ĆØ la misura di una pratica politica che sceglie la furbizia a discapito dellāimpegno responsabile, lo sgusciare rispetto alla difesa delle proprie scelte. O, forse, l’unica soluzione per una classe dirigente consapevole dellāindifendibilitĆ di certe operazioni.
Viene da immaginare gli assessori riuniti e un po’ seccati, in cerca della via di fuga meno imbarazzante per evitare di parlare ancora del corto di Muccino. Poi il colpo di genio di Arruzzolo, che scorgendo vuoto il banco di Pitaro si affretta a dichiarare decaduta la questione. Tattiche elusive, davanti a un argomento imbarazzante dopo la magra figura rimediata dal video. Doveva promuovere la Regione, ha scatenato ilaritĆ e critiche sui social, tra congiuntivi torturati a morte e stereotipi consunti di coppole e bretelle indossate da giovani in improbabili piazze di paesini.
Uno scontro più corto del filmato
Il seguito della storia ĆØ uno scontro tra il committente e il regista, accusata di aver divulgato il prodotto realizzato senza le necessarie autorizzazioni, con conseguente minaccia di non eseguire il pagamento della cifra pattuita.
Sembrava il via di una battaglia legale e invece si ĆØ giunti presto ad un accordo piuttosto banale: uno sconto, nemmeno sostanzioso. Il Burc racconta che dal milione e 600 mila euro del costo iniziale si ĆØ scesi ad un totale di 1.382.729,90 euro.
Del video intanto non cāĆØ traccia. Scomparso dai social e mai usato sui canali istituzionali, nĆ© su quelli destinati alla promozione del territorio. Il presidente facente funzioni ha chiesto al regista alcuni aggiustamenti, mai chiaramente definiti. Pare che sparirĆ il finocchietto dalla soppressata.
Pitaro tenta il bis
Intanto Pitaro non si ĆØ arreso. E dopo aver visto decadere la sua interrogazione per una assenza mai davvero avvenuta haĀ ripresentato il quesito. Certo nemmeno lui ĆØ sembrato particolarmente insistente. Da ottobre del 2020, data di presentazione della prima interrogazione, fino a giugno 2021 non risulta abbia marcato stretto la Giunta per sollecitare repliche. Ā«Non avrei potuto fare altro, le regole a riguardo sono stringenti. Il consigliere che propone una interrogazione ā spiega āĀ può solo attendere la rispostaĀ».
Intanto, perchĆ© in Calabria non ci facciamo mancare niente, dalla graduatoria relativa al finanziamento di grandi eventi culturali sono scomparsi alcuni festival storici. E anche su questo lāimplacabile Pitaro ha avanzato richiesta di accesso agli atti.
«Il 17 giugno ho fatto richiesta di tutti i verbali della Commissione di valutazione. Tuttavia ne sono stati consegnati solo alcuni e non quelli precedenti la fase di annullamento della graduatoria», racconta. E il materiale pervenuto «non è sufficiente» per poter svolgere il suo mandato.
Il rimpianto che non ti aspetti
Le preoccupazioni di Pitaro sembrano ben fondate. Alcuni eventi culturali esclusi sono assai rappresentativi di fermenti culturali vivaci, importanti ed apprezzati. Nell’elenco figurano il Peperoncino Jazz festival, il Festival dāAutunno e gli eventi della Fondazione Trame, cancellati proprio nellāanno in cui Vibo ĆØ “Capitale italiana del libro“.
Al netto delle motivazioni, sono scelte che appaiono come scarsamente sensibili verso le realtĆ dei luoghi e al successo di certi eventi. Al punto da far affiorare una inattesa nostalgia, quella dei tempi di Oliverio. Sembra unāeresia, eppure ĆØ il consigliere Giuseppe Aieta a spiegare che lāallora governatore destinò 7 milioni di euro agli eventi culturali nel triennio 2017/19. L’attuale Giunta ha stanziato per i grandi festival solo un milione e 300 mila euro. Meno dei soldi sborsati per un cortometraggio senza sapore.
