Nell’anno in cui l’Italia è riuscita a vincere di tutto e di più nello sport, la Calabria, nonostante segnali positivi e barlumi di speranza futuri, segna il passo. E nel dossier de Il Sole 24 Ore sulla sportività delle 107 province italiane, le 5 calabresi sono tutte nell’ultima parte della classifica. La provincia di Cosenza risulta addirittura quartultima, al 104esimo posto generale; Catanzaro 95esima; Crotone 93esima; Vibo Valentia 90esima; Reggio Calabria 85esima.
Gli indicatori del report
L’indice totale del report, giunto alla 15esima edizione, è calcolato su 36 indicatori suddivisi in quattro categorie: strutture sportive, sport di squadra, sport individuali e sport e società. Tiene conto dei risultati degli atleti nell’ultimo anno solare (nel calcio, basket, volley, rugby, ciclismo, atletica, nuoto, tennis, sport invernali, acquatici, indoor, outdoor, motori ecc.) fino alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Tokyo. Ma anche dei servizi, dei tesserati e delle strutture sportive presenti nella varie province italiane.
Successi importanti, ma non basta
Il segnale del trend negativo era arrivato proprio dalle recenti Olimpiadi. L’Italia aveva chiuso i giochi con 40 medaglie, nuovo record storico, ma nessuna di esse proveniente dalla Calabria (insieme a Valle d’Aosta, Basilicata, Abruzzo). Diverso il discorso, invece, per le Paralimpiadi con gli argenti per Anna Barbaro nel triathlon ed Enza Petrilli nel tiro con l’arco e l’ottima prestazione di Raffaella Battaglia nel sitting volley.

Questi successi – oltre alle performance del cosentino Domenico Berardi, che ha contribuito a riportare il campionato europeo di calcio in Italia dopo oltre 50 anni – non sono bastati però a migliorare gli indici di sportività delle province calabresi nel dossier annuale de Il Sole 24 Ore. Né è servito il trionfo di Daniele Lavia, sempre agli Europei (di volley nel suo caso).
Senza strutture, niente futuri campioni
Le carenze strutturali purtroppo continuano a fare la differenza. Proprio Berardi finì giovanissimo al Sassuolo perché il Cosenza, pronto a inserirlo nella Primavera, non aveva una foresteria dove ospitarlo. Insomma gli atavici problemi calabresi non agevolano gli atleti già professionisti, men che meno i giovani che sono costretti poi ad emigrare anzitempo. Ed è più che evidente che la Calabria sforni sempre meno campioni perché se non ci sono gli incentivi giusti e adeguati finanziamenti diventa sempre più difficile stanare nuovi talenti per trasformarli in professionisti.

Il ruolo della Regione
Nella scorsa primavera dalla Regione era arrivato il nuovo avviso “Sport in Calabria due”, pubblicato in pre-informazione sul portale “Calabria Europa”, per sostenere il settore sportivo e, in particolare, le associazioni e società sportive dilettantistiche che operano sul territorio regionale e che hanno subito gli effetti dell’emergenza Covid-19. Il budget a disposizione era di un milione e 441mila euro, con contributi a fondo perduto per le associazioni sportive dilettantistiche (asd) e le società sportive dilettantistiche (ssd) iscritte al registro nazionale Coni.

Uno dei compiti, tra i tanti, della nuova giunta regionale calabrese – che al momento non prevede deleghe su questa materia – sarà anche quello di ridare nuova linfa vitale allo sport locale in ogni suo aspetto, agonistico e amatoriale. Il flop delle province calabresi nel dossier de Il Sole 24 Ore non rende onore a quanti – da Francesco Panetta a Gennaro Gattuso, da Stefano Fiore a Simone Perrotta, passando per Giovanni Tocci e Giovanni Parisi – hanno portato la loro terra ai massimi livelli sportivi internazionali.
Sport ed economia
Senza strutture adeguate e moderne e senza investimenti nei vari settori giovanili sarà impossibile scoprire atleti promettenti, magari anche la prossima medaglia d’oro alle Olimpiadi. Sognare non costa nulla, ma costa lo sport invece. E potrebbe risultare fondamentale anche per la fragile economia calabrese investire nel settore. Lo sanno bene a Vicopelago ad esempio, un piccolo Comune della provincia di Lucca primo in classifica nel tennis in Italia, dove dal settore giovanile di categoria hanno tirato fuori campioni e campionesse che lo scorso anno hanno vinto lo scudetto a squadre, con enormi ritorni anche di tipo economico.
