Rende non รจ come Gomorra: assolto Principe, ora sono lacrime e paradossi

Rende non รจ come Gomorra: assolto Principe, ora sono lacrime e paradossi

Lโ€™assoluzione, poi le lacrime di commozione dellโ€™assolto piรน importante: Sandro Principe.
Tutto questo, adesso, รจ cronaca che impazza per la rete e di cui si attendono approfondimenti giร  nelle prossime ore.
Ma, alla fine di unโ€™inchiesta cominciata nella prima metร  del decennio scorso e di un processo di primo grado iniziato quattro anni fa, resta un dato: il โ€œSistema Rendeโ€ non esiste.
Non, almeno, come lo aveva ipotizzato la Dda di Catanzaro.

Rende non รจ come Gomorra: assolto Principe, ora sono lacrime e paradossi
Umberto Bernaudo, ex sindaco di Rende

Non erano collusi con la ‘ndrangheta

Secondo il collegio giudicante – presieduto da Stefania Antico e composto da Urania Granata e Iole Vigna – Principe, lโ€™ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo e lโ€™ex assessore Pietro Paolo Ruffolo, non sono stati collusi con la โ€™ndrangheta cosentina, non hanno sollecitato voti nรฉ hanno fatto favori alle cosche. In termini giudiziari: il fatto non sussiste.
Discorso piรน sfumato per Giuseppe Gagliardi, ex consigliere comunale di Rende ed ex assessore provinciale, finito a giudizio solo per corruzione elettorale e assolto anche lui.

Rende non รจ come Gomorra: assolto Principe, ora sono lacrime e paradossi
Pietro Paolo Ruffolo, ex assessore del Comune di Rende

Rende non รจ Gomorra

Rende non รจ Gomorra, sebbene il processo Sistema Rende avesse giร  i suoi condannati, tutti attraverso il rito abbreviato.
Si tratta di Adolfo Dโ€™Ambrosio e Michele Di Puppo, ritenuti affiliati al clan Lanzino-Rua (quattro anni e otto mesi a testa), dellโ€™ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e di Marco Paolo Lento (due anni a testa).
Rende non รจ Gomorra, tuttavia le cosche – e tutto il clima di veleni che ne accompagna la sola presenza – hanno pesato non poco nella vita (non solo politica) della cittร  del Campagnano, ritenuta a lungo un modello civile e urbanistico.

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Giuseppe Gagliardi, ex consigliere comunale a Rende ed ex assessore provinciale

Sistema Rende

I preliminari dellโ€™inchiesta Sistema Rende sono iniziati nel 2012, subito dopo lโ€™arresto di Ettore Lanzino, boss e โ€œprimulaโ€ delle cosche cosentine, beccato dai carabinieri del Ros proprio in un appartamento di Rende.
Lโ€™arrivo della Commissione dโ€™accesso antimafia in municipio fu questione di pochi mesi. E da quel momento in avanti prese il via uno stillicidio pesantissimo, a livello politico e poi giudiziario.
Sono coincidenze, ci mancherebbe. Ma รจ doveroso rilevarle comunque: nel 2013, mentre la Commissione spulcia le carte del Comune, il sindaco Vittorio Cavalcanti, sostenuto (o, se si preferisce, imposto) da Principe, getta la spugna e Rende finisce commissariata.
Lโ€™anno successivo, arrivano altri due stop per Principe: nella primavera 2014 i riformisti perdono clamorosamente contro la coalizione di centrodestra, guidata da Marcello Manna, e nellโ€™autunno seguente il Pd nega la ricandidatura dello stesso Principe al Consiglio regionale.
In tutto questo hanno pesato i sospetti di mafiositร ? Impossibile dirlo. Ma occorre ricordare che lโ€™inchiesta Sistema Rende ricostruisce gli ultimi anni ruggenti della leadership di Principe, che tocca il culmine nelle provinciali del 2009, con lโ€™elezione di Ruffolo, Bernaudo e Gagliardi, e nelle amministrative del 2011, quando Cavalcanti diventa sindaco al posto di Bernaudo.

Voti infetti?

Secondo le ipotesi dellโ€™accusa, rappresentata nel processo dallโ€™attuale procuratore capo di Paola Pierpaolo Bruni, i voti delle cosche avrebbero avuto il loro ruolo in questi exploit. E, viceversa, gli amministratori di Rende avrebbero agevolato non poco le โ€œcoppoleโ€.
Queste accuse hanno raggiunto il massimo nel 2016, con lโ€™arresto eccellente di Principe, poi revocato dal Riesame. Rende, a partire da quellโ€™anno, non รจ piรน lโ€™isola felice.

Il paradosso Lanzino

Nel 2012, quando finรฌ in manette Ettore Lanzino, Marcello Manna non pensava di candidarsi a sindaco di Rende. Si limitava a fare manifestazioni coi Radicali e navigava in quellโ€™area liberalsocialista a cavallo tra centrodestra e centrosinistra.
Soprattutto, era lโ€™avvocato di Lanzino, che avrebbe difeso fino al 2018, cioรจ fino al rinvio a giudizio di Principe.
Ovviamente non cโ€™รจ alcuna relazione tra la professione (e gli assistiti) e il ruolo politico di Manna. รˆ solo un paradossale gioco di porte girevoli, grazie al quale un leader finisce in manette per presunte collusioni con un boss e lโ€™avvocato di questโ€™ultimo gli fa le scarpe a livello politico.
Di piรน non รจ possibile (nรฉ bello) dire, perchรฉ cโ€™รจ di mezzo la democrazia. E la democrazia dice che i rendesi hanno scaricato da otto anni in qua il meccanismo politico creato da Principe.

Il paradosso salernitano

Il discorso รจ speculare per Marcello Manna, su cui pende tuttora la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione in atti giudiziari presso il Tribunale di Salerno per la nota vicenda dellโ€™ex giudice Marco Petrini.
Questa vicenda, sia chiaro, riguarda lโ€™attivitร  professionale di Manna e non il suo ruolo di sindaco. Che sia cosรฌ lo hanno ribadito i magistrati che si occupano di questo delicatissimo procedimento, con la conferma dellโ€™interdizione dallโ€™esercizio dellโ€™avvocatura a Manna, ma senza alcuna conseguenza politica. Una beffa del destino.

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Il sindaco di Rende, Marcello Manna (foto Alfonso Bombini)

Le porte girevoli

Marzo รจ il mese pazzo per eccellenza. Ma maggio puรฒ fare scherzi peggiori. Il mese รจ iniziato con tre scenari possibili.
Il primo: proscioglimento di Manna e condanna di Principe. Questโ€™ipotesi avrebbe comportato senzโ€™altro la fine del riformismo rendese e avrebbe fatto colare un bel poโ€™ di fango anche sulle sue innegabili realizzazioni
Secondo scenario: proscioglimento di Manna e Principe. Ormai รจ unโ€™ipotesi astratta, anche se bella. Se si fosse realizzata, tutto sarebbe finito in un pari e la parola sarebbe ritornata alla politica.
Terzo scenario: assoluzione di Principe e rinvio a giudizio di Manna. Non ci si pronuncia per elementare e doveroso garantismo. Tuttavia, visto che Manna ancora non ha deciso se optare per il rito abbreviato o per quello ordinario, questโ€™ipotesi รจ quasi certa e potrebbe rimescolare non poche carte.
Di sicuro il sindaco ne uscirebbe indebolito di fronte al tribunale dellโ€™opinione pubblica, lโ€™unico che conti per un politico. Principe, al contrario, si rafforzerebbe. Anche a dispetto di alcune figuracce (ricordate la storia del โ€œlazzoโ€?) che gli sono costate le elezioni del 2019 e che sono passate di prepotenza negli annali del trash.

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Una veduta aerea di Rende

La cittร  nel mezzo

Stanco, commosso e insolitamente pacato, Sandro Principe ha rilasciato una dichiarazione un poโ€™ confusa non appena lui e i suoi sodali sono stati assolti con formula piena.
Ma nel mezzo di questa vicenda decennale, iniziata con un arresto eccellente, e trascinatasi tra tante contraddizioni, resta Rende, che non รจ piรน quella degli anni dโ€™oro.
Il bilancio non รจ evaporato come quello di Cosenza, ma resta a forte rischio e la fama di oasi รจ un ricordo.
La cittร  รจ passata da โ€œmodelloโ€ a โ€œsistemaโ€ e resiste come puรฒ al declino, che cโ€™รจ anche se รจ meno visibile rispetto al resto dellโ€™area urbana.
Tuttavia, la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Cosenza fa chiarezza su un punto: la poltrona di sindaco a Rende non scotta piรน. E di questi tempi non รจ pocoโ€ฆ