Per chi non le ha vissute da vicino, le persone diventano un collage disordinato di ricordi altrui, a volte solo impressioni. Specie in questa epoca social in cui la memoria sembra non appartenere più alla sfera privata della ‘bonanima’, ma essere un rito collettivo da performare. Difficile sottrarsi alla celebrazione planetaria del ricordo, al c’ero anch’io di un selfie o di un aneddoto.
Per noi che siamo lontani da tutto, Calabria Saudita ci chiamano, Berengo Gardin è stato una di quelle meraviglie da toccare, alla San Tommaso. Un’incredulità che per trasformarsi in realtà trattenuta ha avuto bisogno di una cittadinanza onoraria e di un libro, edito nientemeno che da Contrasto. Un libro dal titolo che la dice lunga su quella distanza, Viaggio a Corigliano.
Già, Corigliano, città del Festival che 22 anni fa ha regalato alla nostra terra un tocco di internazionalità, fra l’affetto dei tanti che ogni anno tornano numerosi sui luoghi di questo pellegrinaggio del cuore. Il Festival che ha unito la Calabria in un sentimento misto di orgoglio e riconoscenza.
Addio Berengo, e grazie per i ricordi che ci hai lasciato da raccontare all’infinito.
GBG il calabrese
