C’eravamo tanto amati, Tansi e de Magistris a torte in faccia

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Quanto sembrano lontani i tempi (brevi) in cui Carlo Tansi e Luigi de Magistris andavano “in Tandem” promettendo di rivoltare la Calabria come un calzino. Oggi i due ex alleati se le danno di santa ragione, come se fossero nemici giurati da sempre. Soltanto sei mesi fa si autodefinivano – la frase è di Tansi – «come Coppi e Bartali che si scambiano la borraccia», due campioni che si supportano in nome del «lavoro di squadra che abbandona i personalismi». Adesso, dopo quella su chi ha l’ego più grande, conducono una nuova gara tutta loro. Ci si sfida ad accusare l’altro di essere il più compromesso con il sistema che entrambi promettevano di scacciare dai palazzi della politica.

Il ritorno del Put

Illustre assente del duello tra i due ex amici è l’eleganza. Tansi ha dato prova del suo proverbiale savoir-faire rispolverando un intramontabile classico: i pregiudizi contro i napoletani, maestri della finzione, e le loro presunte allergie al lavoro. Per il geologo il «quasi ex sindaco napoletano futuro disoccupato» starebbe «cercando di convincere i calabresi, con le indiscusse capacità di recitazione che sono chiaramente impresse nel suo DNA, di garantirgli per i prossimi cinque anni uno stipendio ed evitargli l’incubo dell’iscrizione alle liste di disoccupazione napoletane».

E via con la lista dei personaggi con cui de Magistris starebbe brigando in cerca di voti: Mario Oliverio in primis, ma anche Giuseppe Giudiceandrea, Giuseppe Aieta e Antonio Billari, Francesco D’Agostino e Brunello Censore. Tutta gente dell’ormai mitico Put, l’acronimo coniato dall’ex capo della Protezione civile per inglobare nel Partito unico della torta chiunque non stia con lui.

Una torta tutta per Tansi

 

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La torta fatta preparare da de Magistris per replicare alle accuse di Tansi

De Magistris, dal canto suo, più che la sceneggiata, come lo accusa Tansi, chiama in causa un altro grande classico partenopeo: i dolci. Alle invettive del geologo replica dandogli appunto del pasticciere. Specializzato per di più proprio in quella torta che tanto dichiara di disprezzare. Le candidature filo oliveriane nelle sue liste? «Bugie» inventate da chi ha «svelato la propria voglia di assaggiare la torta insieme a quel famoso Put che oggi è l’unico a potergli garantire, o almeno così pensa Tansi, un qualche tipo di poltrona e qualche prebenda». Una stoccata, quest’ultima, condita dalla foto di una torta col faccione di Tansi sopra. Perché a Napoli di pasticceria, come di sceneggiate, se ne intendono.