Bernardino Telesio da Cosenza è uno dei fari del pensiero filosofico. Francesco Bacone, l’autore del Novum Organum, pensava fosse il primo dei moderni per la sua capacità di superare frontiere e barriere. A spiegare il cammino del più illustre dei cosentini, seppure mai amato davvero, è stato il professore Roberto Bondì, ordinario di Storia della Filosofia all’Università della Calabria. Bondì ha aperto la Biennale di Filosofia a Cosenza in uno dei luoghi simbolo della cultura e della memoria pubblica cittadina, l’Archivio di Stato adiacente alla Chiesa di San Francesco di Paola. Tra libri antichi e pezzi importanti di storia, Bondì ha dialogato con i ragazzi delle scuole superiori.
Bernardino Telesio ci ha insegnato che per capire noi stessi e il mondo che ci circonda possiamo fare riferimento a principi che sono solo naturali. Bondì ha spiegato anche il rapporto tra l’autore del De Rereum Natura iuxta propria principia e tutta la tradizione magica ed ermetica. Da una parte abbiamo continuità, dall’altra profonda rottura; soprattutto nella concezione democratica del sapere in Telesio che non poteva in alcuno modo condividere l’impostazione elitaria e iniziatica delle correnti esoteriche. Una rottura nella continuità. Perché non esiste mai una divisione totalizzante tra le idee ma un mescolamento che produce novità, superamenti, innovazioni, fratture.
