Nelle viscere del Tirreno il tesoro che non รจ mare

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Si pensa spesso al mare, che in realtร  รจ piรน bello dโ€™inverno, quando le localitร  costiere sono vuote e le attivitร  inquinanti al minimo.
Ma si trascura il suolo, che forse puรฒ diventare molto attrattivo, specie per chi invoca il turismo di nicchia.ย Al riguardo, il basso Tirreno cosentino รจ pieno di forre e di grotte, sotterranee e non, alcune delle quali sono anche giacimenti archeologici, che raccontano come, nella preistoria, la Calabria – oggi in vistoso calo demografico – fosse popolosa.

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Forra tirrenica

Resti umani risalenti al Paleolitico

Lo rivela โ€™a grotta da โ€™ntenza – scoperta da Gianluca Selleri che vi si รจ calato nel 2017 – a cui si accede dalle pareti rocciose dei monti tra Falconara Albanese e San Lucido.
Allโ€™interno di questa cavitร  vi sono reperti poveri e antichissimi, che spiccano sul biancore della roccia calcarea: strumenti di osso e selce e vasellame in terracotta grezza che risalgono al Paleolitico. Piรน qualche resto umano.
ยซรˆ una delle tante sepolture preistoriche che stanno venendo alla luce in questโ€™areaยป, spiega Paolo Cunsolo, presidente dellโ€™associazione Forre del Tirreno, che raduna un gruppo consistente di speleologi.

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La Grotta da ‘ntenza

Varie di queste tombe primitive, in cui i nostri remotissimi antenati si facevano seppellire assieme agli strumenti della loro quotidianitร , sono state scoperte un poโ€™ piรน a Sud, per la precisione a Coreca, la bellissima scogliera tra Amantea e Campora San Giovanni.
Di questi ritrovamenti eccezionali si sta occupando ora Felice Larocca, archeologo e ricercatore dellโ€™Universitร  di Bari, che attualmente gestisce gli scavi e la manutenzione di un altro luogo antichissimo: la Grotta della Monaca, nella Valle dellโ€™Esaro.

Grotta Santโ€™Angelo

Ma lo spettacolo piรน forte lo offre la natura. Ci si riferisce, in particolare, al sistema di grotte in localitร  Santโ€™Angelo, sempre a cavallo tra Falconara Albanese e San Lucido.
La piรน importante di queste enormi cavitร  รจ Grotta Santโ€™Angelo, nota fin dai primi anni โ€™70 e tuttora meta degli speleologi calabresi e siciliani.
Lโ€™ingresso di questa grotta รจ un laminatoio, cioรจ una fessura scavata dalle acque, nella parete della montagna. Lo si attraversa strisciando per circa quattro metri e si arriva in una galleria ampia, di quasi un chilometro nel cuore del monte. Questa galleria termina con alcuni laminatoi, scavati da due sorgenti sotterranee importantissime.
Lโ€™acqua ha lavorato le rocce per secoli. E ha creato un vero e proprio mondo parallelo, fatto di tunnel e collegamenti quasi inaccessibili allโ€™uomo.
Per esempio, quello tra Grotta Santโ€™Angelo e la vicina Grotta โ€œMario e Andreaโ€, che ha una storia particolare.

L’ingresso della grotta “Mario e Andrea”

In ricordo della tragedia di Rigopiano

La Grotta di “Mario e Andrea”, infatti, รจ stata scoperta cinque anni fa, in coincidenza con la tragedia di Rigopiano. E non รจ un caso che sia stata dedicata a due soccorritori morti nel tentativo di salvare gli ospiti del resort travolto dalla valanga.
Tralasciamo le coincidenze e dedichiamoci alla grotta, piรน difficile da esplorare e forse piรน spettacolare della sua vicina.
Lโ€™accesso รจ tuttโ€™altro che facile e, specifica Cunsolo, quasi impossibile per i non speleologi: รจ una spaccatura sulla parete della montagna che conduce a due pozzi che si inabissano per quindici metri.

La grotta di “Mario e Andrea”

Al termine dei pozzi cโ€™รจ una pietraia, che gli esploratori hanno dovuto aprire a mani nude. La loro fatica รจ stata premiata da una visione spettacolare: uno stanzone di circa novanta metri quadri e profondo tra i dieci e i quindici metri, pieno di stalattiti e stalagmiti. Segno di un forte lavorio delle acque, che รจ confermato dalla presenza di un fiume sotterraneo.
Profondissimo anche il vicino Inghiottitoio Provenzano, unโ€™enorme cavitร  che si inabissa per quasi cinquanta metri.

La prossima sfida

La natura ha i suoi collegamenti che, tuttavia, non sono adatti allโ€™uomo. Proprio per questo, gli speleologi di Forre del Tirreno tentano di aprire dei varchi tra queste grotte, sotto la guida del paolano Piero Greco, giร  tra i sub piรน forti a livello regionale.
Lo scopo, spiega ancora Cunsolo, รจ ยซrendere fruibile a un pubblico piรน vasto questโ€™impressionante mondo sotterraneoยป, praticamente ignoto, aggiungiamo noi, ai villeggianti, cosentini e non, che invadono le spiagge ogni estateยป.
Tuttavia, gli speleologi lavorano soprattutto dโ€™inverno e in primavera, al riparo dai curiosi e, soprattutto, dagli imprudenti che potrebbero farsi davvero male nel tentativo di emularli.
Il momento piรน importante di questโ€™attivitร  di esplorazione e ricerca, che confina quasi con lโ€™archeologia, รจ giugno, quando le associazioni speleologiche calabresi e siciliane svolgono il loro raduno annuale, intitolato โ€œAzzoppa โ€™u pedeโ€, con un palese riferimento a una storia meno antica ma piรน suggestiva, cioรจ ai briganti che infestavano nella seconda metร  dellโ€™Ottocento lโ€™antica via del mare che passava per il Monte Cocuzzo.

Il turismo nelle viscere della terra

Il turismo di massa ha poco a che fare con le grotte e le forre, che perรฒ attirano comunque una quantitร  non proprio trascurabile di specialisti, studiosi, speleologi (appunto) o semplici ambientalisti.
E queste scoperte recenti, se opportunamente valorizzate, potrebbero in effetti essere il punto di partenza per una nuova concezione del turismo, senzโ€™altro piรน sostenibile di quello che ci si ostina a praticare, a dispetto dellโ€™impatto ambientale alto e dei numeri in calo.
ยซLa speleologia non รจ per tutti, specie nelle fasi di scoperta e nelle prime esplorazioniยป, spiega ancora Cunsolo, perchรฉ in questi casi richiede ยซaddestramento e conoscenza di una serie di tecniche ben preciseยป. In altre parole occorre essere un poโ€™ alpinisti, un poโ€™ minatori e, in qualche caso, anche un poโ€™ sub. A tacere del fatto che queste attivitร  non sono assolutamente adatte a chi soffre di claustrofobia.
Ciรฒ non toglie che, una volta stabiliti dei percorsi sicuri, le grotte non possano essere visitate con guide adeguate, da un pubblico piรน vasto.
Un pubblico di nicchia? Senzโ€™altro. Ma chi dice che nicchia sia sempre sinonimo di piccolo?