Categoria: Fatti

  • Mafia a Rende, Manna: ecco che c’è dietro lo scioglimento

    Mafia a Rende, Manna: ecco che c’è dietro lo scioglimento

    Scioglimento di Rende: «Sono passati circa venti giorni dalla nostra richiesta di accesso agli atti», spiega Marcello Manna, l’ex sindaco di Rende, nella sala convegni dell’Hotel Europa. Ma «finora senza alcun risultato», aggiunge Manna. La prefettura tace, forse perché da quell’orecchio non ci sente.
    A questo punto, è lecito chiedersi: c’era davvero bisogno di una conferenza stampa alle porte di Natale solo per lamentare il silenzio delle istituzioni che hanno commissariato, la scorsa estate, il Comune del Campagnano per mafia?

    Manna: Rende è Rende

    Evidentemente non è solo questo. Magari pesa anche il fatto che «Rende è Rende, con tutto il rispetto degli altri municipi sciolti per mafia», che in Calabria sono circa il 50 per cento del totale nazionale.
    «Che Rende è Rende non lo diciamo noi, ma la Camera di Commercio, secondo cui la nostra città ha il maggior numero di lavoratori, imprese e partite Iva». Già: ma allora perché la città universitaria si è trasformata, stando agli inquirenti, antimafia e non, da modello in sistema ed è passata dal mirino delle Procure a quello del ministero dell’Interno?

    scioglimento-rende-manna-tutto-complotto-ecco-mandanti
    L’ex sindaco Marcello Manna durante la conferenza

    Scioglimento di Rende: tutto un complotto?

    Con la consueta abilità di consumato principe del foro, Manna evita le accuse dirette e, soprattutto, non evoca complotti. Non esplicitamente, almeno.
    Sebbene la tentazione sia forte, l’ex sindaco glissa alla grande le domande dei giornalisti che cercano di cavargli qualche nome, magari per farci un titolone.
    Manna non dice mai che un ipotetico manovratore occulto potrebbe essere Roberto Occhiuto. Tuttavia, allude in maniera piuttosto esplicita. Infatti: «Dal verbale del Comitato per la sicurezza risulta che il sindaco di Cosenza si è astenuto sulla proposta di scioglimento». Ma le cose starebbero altrimenti: «A me Franz Caruso ha detto di aver votato addirittura contro, perché non vedeva i presupposti di una decisione così drastica». Invece, il verbale tace sulla presidente della Provincia di Cosenza e di Anci-Calabria, che forse avrebbe votato a favore.
    Parliamo di Rosaria Succurro, organica al centrodestra a trazione Occhiuto
    Con la stessa abilità, Manna evita di fare l’altro nome, che pure potrebbe ispirare più di un titolista: quello dell’ex procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri.
    E tuttavia l’ex sindaco si sofferma a lungo sulla sudditanza della politica calabrese nei confronti delle toghe. E, già che c’è, si leva qualche sassolino dalle scarpe. Ad esempio, sull’inchiesta Reset, condotta, ricordiamo, dalla Dda di Catanzaro a guida Gratteri. Ebbene, l’indagine «ha subito forti ridimensionamenti proprio sulle misure cautelari, irrogate in prima battuta». Come a dire: gli indagati tornano a piede libero, ma Rende è sciolta. E ce n’è anche per Mala Arintha, l’inchiesta condotta dalla Procura di Cosenza: «Ricordo che gli inquirenti hanno prodotto alcune intercettazioni che mi scagionavano solo dopo che il gip si era pronunciato contro di me». Perciò di «certi inquirenti non mi fido».

    Scioglimento di Rende: un contesto da congiura

    Forse il complotto non c’è. O, come tutti i complotti, è indimostrabile. Tuttavia, fa capire Manna, il contesto sarebbe tipico di una congiura.
    E, come ogni congiura, anche questa avrebbe forti interessi alle spalle. Tra i principali, l’eliminazione di Rende per semplificare il percorso verso la città unica (e qui si tornerebbe al centrodestra di potere a guida Occhiuto).
    Inoltre, la vicenda di Rende avrebbe l’esito tipico di tutte le congiure: «Con lo scioglimento per mafia si resta isolati». Sarà, ma Manna, circondato dagli esponenti del suo Laboratorio Civico e dai suoi ex assessori, a partire da Marta Petrusewicz, che ha subito il commissariamento da sindaco facente funzione, ha voluto ribadire di non essere solo né isolato.

    Un momento della conferenza di Manna

    Scioglimento di Rende: Mattarella risponda

    L’ex sindaco rilancia: stiamo preparando un dossier che presenteremo al presidente della Repubblica.
    Come a dire che Rende, già modello e sistema, diventa un caso grazie al ricorso al capo dello Stato, che si aggiungerebbe all’attuale ricorso al Tar contro la decisione del ministro dell’Interno.
    Il giudice non può essere a Berlino e forse non è nemmeno a Catanzaro. Tanto vale mirare in alto.
    Tanto più che la città ha già subito i suoi danni: i commissari hanno fatto scadere i termini per la rottamazione dei debiti.
    Ma Manna sostiene di non aver nulla da rimproverarsi: «Anche se mi fossi dimesso, non sarebbe cambiato niente». Il bersaglio, insomma, non era tanto lui ma la città e la sua coalizione di maggioranza, «che forse ha avuto un torto: non essere organica ad alcun potentato». Il che significa essere alla mercé dei poteri forti, politici e giudiziari.

    La riforma mancata

    Le anomalie dello scioglimento di Rende non finirebbero qui, sostiene ancora Manna: «Non vi sembra strano che la commissione d’accesso era composta da militari che avevano indagato su Rende per conto della magistratura»?
    E si potrebbe continuare. Peccato solo che lo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose sia un procedimento amministrativo che prescinde dai procedimenti penali (e dalle loro garanzie). Anche su tale aspetto, Manna ha qualcosa da dire: «Ricordo che di recente oltre duecento amministratori dell’Anci hanno proposto un progetto di riforma dell’articolo 142 del Tuel (che disciplina lo scioglimento dei Comuni per mafia)».
    E in questa corsa alla riforma, che mirerebbe a garantire di più gli amministratori locali dalla discrezionalità dei burocrati e dei prefetti, Rende è stata in prima fila: «Ricordo anche che la segretaria nazionale dell’Anci ha ribadito che siamo stati i primi amministratori a proporre una riforma della normativa».
    Prendersela con la normativa, elaborata in questo caso per gestire emergenze, può essere il minimo ma è comunque poco.
    Se questa riforma fosse passata almeno un anno fa, sarebbe stata davvero… manna dal cielo, per l’ex sindaco e la sua maggioranza.
    E non è solo un modo di dire…

  • Cosenza, torna la metro? Intanto il parco costa sempre di più

    Cosenza, torna la metro? Intanto il parco costa sempre di più

    Doveva essere tutto pronto prima delle Regionali che poi incoronarono Jole Santelli. Era, almeno nelle intenzioni, il simbolico biglietto da visita da consegnare ai potenziali elettori dell’allora sindaco ed aspirante governatore Mario Occhiuto.
    Oggi il Parco del Benessere su viale Gacomo Mancini a Cosenza porta il nome della governatrice forzista, scomparsa a pochi mesi dalla conquista della Cittadella, ma resta ancora lontano dal completamento. E la spesa, immancabilmente, continua a salire. Tutto mentre il fantasma dell’opera (pubblica) – la principale, ossia la metro leggera che dovrebbe attraversare il viale costeggiando il parco – continua ad aleggiare sull’area. E nessuno chiarisce se i tram da lì passeranno davvero prima o poi.

    A volte ritornano: la metro a viale Parco

    Della metro su viale Parco – come lo chiamano tanti cosentini in barba al pur amatissimo titolare del toponimo originale – infatti non si parla più da tempo. Eppure soltanto pochi giorni fa il Comune ha approvato una perizia di variante ai lavori nell’area che pare proprio tirare l’infrastruttura fuori dal polveroso cassetto in cui sembrava ormai marcire. Costa pochi spiccioli – 175mila euro – rispetto alle decine di milioni in ballo, ma non è detto che, seppur bassa, la somma sia insignificante.
    Dalla determina dirigenziale 2338/2023 si apprende, infatti, che ai piedi del centro commerciale Due Fiumi «[…] La variante prevede che venga ripristinata la forma della Piazza come da Progetto Metro Cs: la forma della piazza, che tra le due progettazioni era variata per forma e dimensioni, verrà realizzata in conformità al Progetto Metro […]». Che non significa eliminare soltanto quel che resta dei chioschetti per gli aperitivi estivi.

    chiosco-viale-parco-cosenza
    Coperti d’estate, copertoni d’inverno: uno dei chioschetti nella piazza

    Non solo: anche il tratto di strada tra via Lupinacci e via Serafini non verrà più chiuso al traffico. Sarà un caso, proprio «come peraltro era previsto dal progetto afferente all’opera principale “Sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza – Rende e Università della Calabria”». Il progetto del Parco, invece, da tempo ufficialmente svincolato da quello della metro, prevedeva l’esatto opposto: l’interdizione di quel tratto del viale alle auto.

    tram2-metro-cosenza
    Uno dei tram che avrebbero dovuto percorrere viale Mancini

    Due indizi, secondo Agatha Christie, sono una coincidenza: ne arriverà un terzo? Troppo malizioso, forse, credere di trovarlo nel punto in cui la stessa determina ribadisce che a dicembre 2021 Comune e Regione hanno «concordemente stabilito di lasciare inalterata l’area di ingombro del parco per come configurata dal progetto esecutivo della Regione Calabria, così da evitare ogni possibile interferenza, anche di lieve entità, tra il realizzando Parco Urbano e l’opera principale». A pensar male si fa peccato, ma…

    Metro o non metro, gli interventi nel parco sul viale

    Nel frattempo, ecco alcuni degli altri interventi nella variante. I principali riguardano le aree verdi e quelle per lo sport. Ci sono ulteriori siepi e «percorsi pavimentati, lateralmente e tra i campi da gioco, con un grigliato salvaprato: un sistema di piastre modulari componibili che rendono calpestabile il prato, mantenendolo compatto e folto». Tutte cose che rendono necessari anche altri impianti di irrigazione per la vegetazione extra.
    Niente più campo da squash, poi, con alcuni degli altri campi a cambiare posizione rispetto alle origini per «un più efficiente ed equilibrato assetto distributivo tra gli spazi».
Quanto allo skatepark, «la Stazione Appaltante ha proposto di effettuare delle modifiche sulla progettazione dello stesso in modo da avere una pista che potrebbe essere utilizzata anche nelle competizioni agonistiche».

    operai-viale-parco-metro
    Operai al lavoro vicino ai campetti

    La demolizione è il destino che attende, ai piedi della Sopraelevata, «i 20 mt di pista ciclabile esistente, in quanto realizzati al di fuori sia del presente contratto d’appalto, sia del precedente contratto per la realizzazione della Metrotranvia e non integrati con il progetto esecutivo». Al loro posto ci sarà un prato. Invece «le aree cementate saranno demolite al fine di realizzare delle aree pavimentate ed una rampa pedonale per l’attraversamento della rotonda stradale».

    laghetto-2-viale-metro-parco
    Il laghetto artificiale su viale Mancini

    Si sposteranno alcuni lampioni e arriveranno panchine nella zona dei tavoli da ping pong. In previsione anche 60 metri di ringhiera a lato della cosiddetta “area bambini”. Meglio evitare che i piccoli possano cadere nel dislivello tra il parco e la via privata che lo costeggia, nessuno ci aveva pensato prima.
    Sempre per scongiurare cadute (con bagno annesso) si installerà pure un parapetto, assente dalle previsioni iniziali, in acciaio corten lungo 2/3 dei bordi del laghetto artificiale. Sul restante terzo, toccherà a una siepe proteggere gli utenti della ciclabile da tuffi indesiderati.

    Luci della città

    Col laghetto, però, ecco un ulteriore problema: non c’era modo di alimentare gli impianti di sollevamento dello stesso e delle fontane circostanti. Così come i 5 ulteriori pali della luce alti 12 metri da installare che dovrebbero supplire alla scarsa illuminazione della zona. O, ancora, l’impianto a LED per abbellire lo specchio d’acqua. Le ragioni? «Di natura tecnica, logistica ed amministrativa», che non hanno reso «possibile attivare una nuova fornitura».

    laghetto-due fiumi
    Ancora il laghetto. A sinistra, la pista ciclabile. In fondo, gli uffici del Comune nel complesso Due Fiumi

    C’entreranno qualcosa i 5 milioni di euro di bollette elettriche non pagate da Palazzo dei Bruzi tra il 2020 e il 2022, che il Comune dovrà iniziare a saldare tra pochi giorni e finire di pagare a giugno 2026?
    L’atto non lo precisa, fatto sta che toccherà rifornirsi di elettricità altrove rispetto alle previsioni iniziali. Nello specifico, con un collegamento sotto la sede stradale di via Baccelli tra gli impianti nella piazza e «una fornitura già attiva dell’Amministrazione Comunale e localizzata all’interno dei locali tecnici del complesso commerciale “Due Fiumi”».

    Usa e getta

    Ulteriori spese le dobbiamo a due classici intramontabili per Cosenza e il viale: gli sprechi e i rifiuti. Pagheremo parte dei 175mila euro della variante, ad esempio, per «rimozione, trasporto e conferimento ad impianto di recupero autorizzato, di 150 griglie metalliche in ghisa alla base delle alberature». Le abbiamo comprate e installate. Magari qualche volta, senza esagerare troppo, pure manutenute. Oggi apprendiamo che «rappresentano una limitazione ed una strozzatura per la crescita della pianta e che potrebbe, addirittura comprometterne la crescita e sopravvivenza».

    munnizza-viale-parco
    Un addetto alla pulizia del viale in pausa

    Sborseremo, infine, qualche altro quattrino per smaltire «macerie di calcestruzzo e bitume non imputabili alle lavorazioni del presente contratto d’appalto». Le hanno trovate gli operai scavando per realizzare il laghetto. Erano lì, forse, da quando si costruiva il viale, nella sua forma originaria, posando l’asfalto sulla spazzatura.
    Alle tradizioni non si rinuncia, alla metro non si sa.

  • Bottega Barbieri, ecco il nuovo sito

    Bottega Barbieri, ecco il nuovo sito

    Enzo Barbieri è uno degli ambasciatori della Calabria che esporta gusto, tradizione, qualità. Un brand storico nell’ambito del food e della ristorazione capace di conquistare negli anni fette sempre più importanti di mercato. Oggi Bottega Barbieri, lo shop on line, cambia veste con un nuovo portale realizzato dai creativi di Altrama.

    enzo-barbieri-shop-on-line-realizzato-altrama
    Dal caciocavallo ai famosi “cruschi”: un campionario delle delizie (acquistabili on line) di Bottega Barbieri

    Enzo Barbieri, l’agrichef più famoso di Calabria

    Enzo Barbieri, l’agrichef più famoso di Calabria, è uno di quelli che ha vinto una scommessa importante: produrre eccellenza ai confini dell’impero e conquistare palati e cuori. «Facciamo conoscere un territorio, – afferma – le tradizioni e la bontà di quello che in Calabria si produce. Abbiamo la possibilità di fare cose grandiose e mi piace raccontare quanta passione ci mettiamo nel farle». Una passione che viene da lontano. Barbieri ne ricorda l’importanza: «Mio padre è stato un grande pioniere. Io ho saputo cogliere il suo insegnamento. Sapete, negli anni sessanta immaginava già l’Altomonte di oggi. Aveva una visione aperta, da sognatore, verso questa terra. Alla sua morte prematura nel 1974 sono subentrato io e ho saputo cogliere e dar forza ai sogni dei miei genitori. Fino a farli diventare una grande realtà».

    Entusiasmo, passione, rispetto per l’ambiente

    Enzo Barbieri è un fiume in piena di idee e voglia di metterle in pratica; non te lo scordi, Enzo. Le rughe sul viso testimoniano quanta fatica ci sta dietro al successo di un uomo e di una famiglia: entusiasmo, lavoro, rispetto dell’ambiente, amore per la grande biodiversità alimentare di una regione come la Calabria. Il resto è l’abilità di cucinare e raccontare la parte migliore dell’impresa di quaggiù. Bisogna conoscerlo uno come Enzo Barbieri.

    enzo-barbieri-shop-on-line-realizzato-altrama
    Le delizie di Barbieri e sullo sfondo il centro storico di Altomonte

    Bottega Barbieri, lo scrigno delle meraviglie

    Lo shop on line è uno scrigno di meraviglie. Apre il vero marchio di fabbrica della casa: i zafarani cruschi. Se pensi ai Barbieri ti vengono subito in mente catene di peperoni essiccati che aspettano di affogare nel baccalà fritto, oppure in polvere sulla lagana e ceci. Ci sarebbe da continuare in questa epica dei cruschi. Se non fosse per le altre delizie: fichi dottati, carciofini selvatici della Sila in olio, finissima di melanzane, olive nere “arriganate” oppure “ammaccate”, l’immancabile peperoncino e le marmellate. L’elenco continua. Un campionario gourmet tutto da scoprire sul portale. Con un clic ti porti a casa un pezzo di quella tradizione familiare. Le conserve sono sempre state un punto di forza dei Barbieri. E ci ricordano quello che abbiamo perso, che i nostri nonni ci hanno insegnato e noi non abbiamo appreso o ascoltato abbastanza: la capacità di trasformare i doni di madre natura che una terra come la nostra ancora, per fortuna, ancora ci consegna. Oggi molte meraviglie del palato sono disponibili su bottegabarbieri.it.

  • Fondazione Giuliani: vittoria al Tribunale di Roma

    Fondazione Giuliani: vittoria al Tribunale di Roma

    Seconda sentenza sulle controversie tra la Fondazione “Attilio e Elena Giuliani” e il suo ex presidente, Franco Pellegrini. Lo comunicano gli attuali vertici della Fondazione.
    Per Pellegrini, la decisione presa dal giudice del Lavoro di Roma lo scorso 9 novembre e pubblicata di recente, è la seconda sconfitta in circa diciotto mesi (tanti ne sono trascorsi dal cambio di vertice dell’istituzione cosentina.
    Pellegrini, rappresentato dall’avvocato Stefano Antonelli, aveva chiesto all’istituzione, che aveva presieduto fino all’estate del 2022, circa 500mila euro.
    Questa somma, secondo Pellegrini, era dovuta per la sua attività di direttore della Fondazione Giuliani prestata dal ricorrente.
    Tuttavia, il giudice ha deciso altrimenti, per un motivo persino banale da raccontare: Pellegrini, che pure aveva presentato memorie e documentazione corposissime, non è riuscito a provare la natura reale del rapporto tra lui e la Fondazione.

    fondazione-giuliani-vittoria-tribunale-contro-ex-presidente
    Villa Rendano, sede della Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”

    Prove scarse contro la Fondazione Giuliani

    Detto altrimenti: la Fondazione doveva pagare Pellegrini per l’attività svolta?
    Il Tribunale ha dovuto faticare poco per rispondere no, perché le prove prodotte dal ricorrente sono risultate insufficienti. Quindi ha potuto tralasciare le rivendicazioni dell’ex presidente. E, addirittura, alcune eccezioni della Fondazione Giuliani, rappresentata dagli avvocati Massimiliano Vento e Matteo Pollaroli. In particolare, quella relativa a una donazione di circa 540mila euro ricevuta da Pellegrini proprio per gestire la Fondazione.
    Invece, al momento resta un dato: l’ex presidente dovrà pagare 12mila euro circa tra spese legali e tasse.

  • Mancinismi: Giacomo e la legge dei sindaci

    Mancinismi: Giacomo e la legge dei sindaci

    Trent’anni dall’elezione diretta dei sindaci e di Giacomo Mancini vittorioso a Cosenza. Il leone socialista cambiò in meglio la sua città, vinse anche con i voti della destra, fu avversato e subìto apertamente o meno nel corso degli anni da una larga parte degli eredi locali del Pci in un rapporto di reciproca diffidenza. Al di là dei distinguo, dei però, dei forse, questo elemento è difficile da mettere in discussione. Argia Morcavallo, dirigente del Pds di allora – ha ricordato quel periodo con estrema lucidità: «Ho fatto la guerra a Giacomo». Poi arrivò la cosa 2 di Dalema sancendo l’alleanza delle sinistre. Le cose cambiarono, ma fino a che punto?
    La guerra all’ex ministro e segretario del Psi secondo Saverio Greco – giovane socialista nell’agone di Palazzo dei bruzi – non è mai finita. Con gli ex comunisti «sempre pronti a farlo fuori».

    mancini-trenta-anni-elezione-diretta-sindaci
    Giacomo Mancini

    Il ruolo di Martorelli

    L’iniziativa del Club Telesio ha riannodato i fili di quella stagione politica e umana. A dirigere le danze il giornalista Antolivio Perfetti che di quella candidatura manciniana fu uno dei più attivi promotori e sostenitori. Perfetti ha svelato il ruolo di una figura storica del Pci come Martorelli nel countdown che portò alla presentazione della candidatura di Giacomo.
    Mancini ebbe il fiuto di cavalcare la nuova legge che sanciva l’elezione diretta dei sindaci. Enzo Paolini – allora giovane protagonista di quella avventura amministrativa e politica – ha messo in guardia da facili entusiasmi sulla semplificazione come unico strumento per arginare la poca governabilità: «L’elezione di Mancini fu straordinaria, ma quella legge non ha mai funzionato».

    E oggi con l’accelerazione della maggioranza parlamentare sul premierato si insinua nuovamente il fantasma della semplificazione a tutti i costi e del decisionismo senza contrappesi. Paolini lo ha evidenziato cogliendo lo spirito e i rischi di certa ingegneria istituzionale all’italiana. Di parere contrario è stato Mario Oliverio, ex presidente della Regione Calabria: «L’elezione diretta del sindaco è stata una scelta importante e giusta, rompendo l’instabilità politica di prassi prima del 1993». Su Mancini ha aggiunto un aneddoto personale. Il primo giorno da parlamentare telefonò all’ex segretario del Psi, dicendo: «Quanto si sente la tua assenza qui alla Camera». Ha aggiunto: «Mancini si commosse».

    Mancini e l’importanza del contesto

    Serviva uno storico rappresentante della Democrazia Cristiana come Pierino Rende per uscire un po’ fuori dal coro della laudatio totalizzante, in questo caso manciniana, di certe ricorrenze: «Non amo queste celebrazioni, si scade sempre nella retorica». Come dargli torto. L’ex parlamentare riporta il discorso sull’attualità della città unica, sull’eredità manciniane che ne hanno aperto la discussione. Ha ricordato «Il contributo del piano Vittorini con la trasformazione di via Popilia» e gli sforzi per abbattere il muro centro-periferia. Un muro che è esistito davvero. Di mattoni e cemento.

    La conquista di Palazzo dei Bruzi da parte di Mancini è preceduta da un «contesto caotico», sullo sfondo di un’Italia travolta dal ciclone Tangentopoli. La questione giudiziaria, di altra natura rispetto ai garofani al Nord, lambì anche Giacomo che fu poi assolto. Paride Leporace, giornalista che in quel 1993 capeggiava la lista Ciroma, l’ha citata e poi ha spiegato in poche battute il meltin’g pot elettorale messo in piedi dal leone socialista: «Un civismo spinto al massimo, dentro c’erano preti, periferie e la destra estrema». Ne avrebbe parlato Arnaldo Golletti di quella destra, ma ieri non era al tavolo dei relatori seppur presente tra i nomi del manifesto.

    mancini-trenta-anni-elezione-diretta-sindaci
    Nipote e nonno: Giacomo Mancini fa un selfie con la statua dello statista socialista (foto A. Bombini)

    «La destra non fu determinante»

    Giacomo Mancini (il nipote del leone socialista), ex parlamentare e assessore regionale, ha contestato questa versione dei fatti: «Uno degli animatori di quella lista era Pino Tursi Prato e poi c’era qualcuno collocato a destra». Non furono così determinanti come in tanti nella sua città continuano a ripetere, appunto, da 30 anni? A suo parere no. Nel suo intervento non poteva mancare un accenno alla vicenda giudiziaria che investì suo nonno in una serata in cui sul contesto politico e sociale di quegli anni si sono spese tante parole. Mancavano all’appello le parole di un altro socialista che ha recitato un ruolo importante nello scacchiere politico: Sandro Principe. Peccato. Il suo punto di vista avrebbe ampliato il racconto dei vari mancinismi evocati a piazza Parrasio.

  • Miss Italia, altro successo “nazionale” per la Carli Fashion

    Miss Italia, altro successo “nazionale” per la Carli Fashion

    Cala il sipario sull’84esima edizione di Miss Italia. Il Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme ha ospitato la finale nazionale del concorso di bellezza più longevo e prestigioso d’Italia avvolgendo la città emiliana e l’intero Paese in una magica atmosfera. Patrizia Mirigliani, la resiliente patron di Miss Italia, ha guidato la kermesse con passione e dedizione, supportando con entusiasmo le aspiranti miss e riconoscendo l’incredibile lavoro della macchina organizzativa che si cela dietro quest’affascinante manifestazione. La Carli Fashion Agency di Linda Suriano e Carmelo Ambrogio, agenzia esclusivista di Miss Italia Calabria, ha contribuito al successo di questa edizione. Dopo le prefinali al “Bv Airone Resort” di Corigliano-Rossano, la Carli Fashion Agency e l’intero team calabrese sono stati riconfermati per la finale lavorando in sinergia con lo staff di Miss Italia.

    carli-fashion-un-2023-successi-miss-italia
    Linda Suriano, Patrizia Mirigliani e Carmelo Ambrogio

    Linda Suriano e Carmelo Ambrogio non hanno esitato a esprimere la loro emozione: «È stato un sogno che si è realizzato! La collaborazione con Patrizia Mirigliani e il team di Miss Italia rappresenta per la Carli Fashion Agency un’esperienza gratificante e stimolante. Nonostante ritmi incalzanti e serrati, la nostra squadra ha dimostrato una determinazione e una dedizione senza limiti coniugando cuore e professionalità. Congratulazioni a Francesca Bergesio per aver conquistato la corona di Miss Italia, a Elisa Novello per essersi aggiudicata il titolo nazionale di Miss Italia Social 2023, a Carlotta Caputo (Miss Calabria) classificatasi nelle prime 20 finaliste e Zari Mastruzzo (Miss Calabria +) tra le prime 30. Ringraziamo ancora una volta la nostra patron Patrizia Mirigliani per la fiducia riposta in noi. Una menzione speciale va all’avvocato del concorso Enzo Larocca e all’autore Casimiro Lieto, con i quali abbiamo lavorato a strettissimo contatto, a tutto lo staff di Miss Italia, al Comune di Salsomaggiore Terme, ma soprattutto al nostro instancabile staff: alle hostess, già miss delle scorse edizioni; al team social; ai video operatori; al regista; al fonico; al service, al personale tecnico; alla sicurezza; alle maestranze; alle miss; ai volontari; al corpo di ballo; ai grafici; ai truccatori; ai parrucchieri; agli sponsor; alle forze dell’ordine e a coloro che hanno contribuito al successo di questa straordinaria 84ª edizione».

    Salsomaggiore Terme si è trasformata in un palcoscenico di bellezza, grazia, eleganza e stile. Sette giorni particolarmente intensi e ricchi di meeting, shooting, riprese, interviste, momenti formativi e visite alla scoperta della città emiliana. Appuntamenti dedicati alla sensibilizzazione verso temi particolarmente delicati come la prevenzione oncologica e la vaccinazione HPV, Papilloma Virus grazie all’incontro tra le finaliste e la patron del concorso Patrizia Mirigliani con il professor Andrea Botticelli, responsabile Breast Unit Policlinico Umberto I e membro del comitato tecnico scientifico della fondazione IncontraDonna. Nel contesto delle iniziative di prossimità e sensibilizzazione della Polizia di Stato, le aspiranti Miss Italia hanno ricevuto anche una preziosa lezione di sicurezza stradale a cura del vicequestore Katia Grenga, comandante della Polizia Stradale di Parma. Un importante capitolo nell’ambito della formazione delle ambasciatrici di bellezza.

    Un palpabile senso di festa ha contagiato la città termale sin dai primi giorni di allestimento della finalissima di Miss Italia. Le strade acciottolate e le vetrine elegantemente illuminate hanno creato un’atmosfera unica accogliendo le miss finaliste, illustri ospiti, fotografi, giornalisti, videomaker, ballerini, influencer e tanti altri professionisti provenienti da ogni angolo del Belpaese.

    Tra storie di coraggio, sogni, sfide personali, speranze e progetti, le 40 finaliste hanno fatto emergere il loro talento e la loro determinazione. Miss Italia celebra così la diversità, l’intelligenza e la grinta delle giovani donne italiane.

    La serata è stata trasmessa in streaming sul sito di Miss Italia regalando emozioni uniche al grande pubblico che ha potuto apprezzare le esibizioni del rapper Icy Subzero, della violinista Laura Marzadori, del soprano Chiara Guerra, del Piceno Pop Chorus, della danzatrice Petra Conti e del corpo di ballo capitanato da Francesco Lappano. Conduttrice dell’evento l’artista Jo Squillo. Madrina della serata: Gloria Bellicchi, Miss Italia 1998. Ad eleggere Miss Italia 2023, Francesca Bergesio (già Miss Piemonte), è stata una giuria d’eccezione composta dal presidente Vittorio Sgarbi, Hoara Borselli, Giuseppe Cruciani e Giulia Salemi.

    La finale di Miss Italia è stata uno spettacolo emozionante che meritava di essere raccontato in diretta sulle reti televisive, in quanto rappresenta «una festa nazionale, come Sanremo, come il Natale, come il 2 giugno», come dichiarato dal sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi.

    Orgogliosa del successo di questa edizione, la patron di Miss Italia Patrizia Mirigliani, che ha impreziosito la serata con un monologo di forte impatto, ha ringraziato Linda Suriano, Carmelo Ambrogio e l’intero team, dopodiché ha dichiarato: «È stata una bella serata. Abbiamo raccontato l’anima delle nostre ragazze. Sono felice per i contenuti emersi durante l’evento».

  • Parco Aspromonte: tra Autelitano e Putortì è guerra sulle assunzioni

    Parco Aspromonte: tra Autelitano e Putortì è guerra sulle assunzioni

    All’Ente Parco Aspromonte è ormai guerra totale tra il presidente Autelitano e il direttore amministrativo Putortì. Da quando I Calabresi  hanno dato notizia del parere dell’Avvocatura dello Stato sui quesiti di Giuseppe Putortì in relazione alla legittimità delle assunzioni di 5 ex LSU e LPU volute da Leo Autelitano, è in atto una battaglia senza esclusione di colpi.
    Nell’attesa che si svolga la riunione del Consiglio Direttivo il prossimo 24 novembre con, tra i punti all’ordine del giorno, le “Contestazioni al Direttore dell’Ente. Determinazioni”, il presidente e il direttore se le stanno dando di santa ragione.
    È di pochi giorni fa, il 17 novembre, la pubblicazione di due atti: un decreto del Presidente, n°3 del 17/11/2023 e una determina del direttore, n° 501 della stessa data.

    Parco Aspromonte: Autelitano blocca Putortì

    Il primo annulla i provvedimenti disciplinari che ha preso la Direzione amministrativa contro Silvia Lottero. È la funzionaria che firmò i provvedimenti di passaggio nella dotazione organica di 5 dei 17 LSU/LPU stabilizzati. Ad oggi risulterebbe colpevole di un ingente danno erariale per l’ente.
    Putortì, nella qualità di componente dell’ufficio procedimenti disciplinari, avrebbe infatti dato il via ad un procedimento disciplinare contro di lei.
    Il Consiglio Direttivo, lo scorso 23 ottobre 2023, aveva audito Lottero in merito alle circostanze. In quell’occasione nessuno avrebbe sollevato osservazioni, almeno secondo quanto riportano le premesse del decreto di Autelitano.
    La nostra redazione ha dato piena disponibilità a raccogliere le dichiarazioni della funzionaria sulla vicenda in corso. In risposta, ad oggi, nessuna nota o sollecitazione però.

    Leo Autelitano, il presidente dell’Ente Parco dell’Aspromonte

    Ora, nonostante i richiami alla violazione dell’articolo 4, commi 1 e 4, del regolamento disciplinare dell’Ente Parco, il decreto presidenziale potrebbe configurarsi come un abuso.
    Non rientrerebbe nelle prerogative del presidente né del Consiglio direttivo – il primo dei quali è, ricordiamolo, un organo di indirizzo e orientamento politico – annullare atti datoriali. Né tantomeno potrebbero occuparsi dei procedimenti disciplinari. Essi sono prerogativa esclusiva del datore di lavoro e/o dell’ufficio procedimenti disciplinari per questo nominato.

    Parco Aspromonte: Putortì, Autelitano e la determina 

    Il secondo provvedimento emanato lo scorso 17 novembre annulla con effetto immediato la determina 295/2021 che portò a quelle assunzioni e stabilizzazioni.
    In particolare, il documento dichiara

    • «la caducazione automatica dei rapporti di lavoro stipulati in data 01 Luglio 2021 (…) essendo venuto meno il presupposto in base al quale il rapporto di lavoro è stato costituito»;
    • la ricollocazione «con effetto immediato tra i soprannumerari con conseguente ed immediata modifica del proprio status e trattamento retributivo e contributivo di cui al contributo assegnato per i lavoratori ex Lsu-Lpu stabilizzati»;
    • il recupero di «tutte le somme (…) corrisposte e versate dalla data di stipula dei singoli contratti di lavoro (…) per effetto della [loro] illegittima assunzione in ruolo sino alla data della disposta risoluzione» da reinserire nel bilancio dell’Ente Parco.

    La determina è stata trasmessa alla Procura Generale della Corte dei Conti, al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e a quelli dell’Economia e del Lavoro, nonché alla Regione Calabria ed al Collegio dei revisori dei conti.

    Pino Putortì, il direttore del Parco dell’Aspromonte

    In sostanza le contestazioni sarebbero di tre ordini:

    1. l’assunzione illegittima di 5 delle 17 risorse in oggetto;
    2. la procedura illegittima, con una commissione – cui avrebbe preso indebitamente parte la Lottero – che avrebbe effettuato le prove selettive in violazione di un avviso secondo cui per le categorie C sarebbe stato necessario un concorso, sotto la gestione del Dipartimento della Funzione Pubblica;
    3. l’assorbimento dei 12 con competenze e funzioni diverse da quelle che avrebbero dovute avere.

    Il Consiglio direttivo ratificherà?

    Sono i due volti di quel Giano bifronte su cui si fonda l’attuale governance degli Enti Parco Nazionali italiani (legge 394/1991), le cui criticità aveva richiamato proprio Putortì in un’intervista su questo giornale.
    Ora a ratificare il decreto del presidente, come richiama il documento stesso, dovrà essere il Consiglio Direttivo. Vi siedono anche i rappresentanti dei Ministeri competenti, dell’ISPRA e delle associazioni di tutela ambientale. Ammesso che l’atto per cui si richiede ratifica ottenga il via libera, la presenza di tutti i componenti e il raggiungimento del numero legale valido darà già la misura di quanto ancora possa crescere l’intensità del conflitto in atto. E rappresenterà un forte segnale politico.

    La posizione delle associazioni

    Nel frattempo molto si è mosso. L’Associazione Guide Ufficiali del Parco ha rilasciato un comunicato in cui ha dichiarato come da tempo si conoscessero «i problemi e le criticità all’interno dell’Ente Parco». Così come che «il quadro delineato dalla pronuncia dell’Avvocatura dello Stato è a dir poco preoccupante» perché «la funzionalità e il regolare svolgimento dell’attività amministrativa dell’Ente pare sia stata compromessa da azioni e scelte dell’attuale governance».
    Per loro è ora di «difendere il Parco, che deve funzionare e deve farlo bene», in virtù della sua funzione per tutto il territorio della Città Metropolitana di Reggio. Operazione che si può realizzare solo se prevalgono istanze di chiarezza e trasparenza troppo spesso disattese o perdute in quello che ad oggi, per opacità, si configura come un vero e proprio porto delle nebbie.
    La prossima puntata della saga andrà in onda dopo il 24 novembre.

  • Eccellenze calabresi, tutti i premiati della quinta edizione

    Eccellenze calabresi, tutti i premiati della quinta edizione

    Resta inalterato lo spirito del Premio Eccellenze calabresi, approdato a Roma per la sua quinta edizione. Un riconoscimento nato per volontà dell’associazione Socialmente, rappresentata dal presidente Andrea Nigro e dal vice Piero Lupo. «Il premio – si legge in una dichiarazione congiunta – racconta la Calabria di chi si è distinto nel mondo della cultura, dello spettacolo, del giornalismo, dell’impegno sociale, dell’impresa, delle istituzioni, dello sport. Donne e uomini che sono diventati i migliori ambasciatori della nostra regione». A curare l’organizzazione è stata la “Carlifashionagency” di Linda Suriano e Carmelo Ambrogio.

    I premiati: Monsignor Francesco Savino, vice presidente della Cei e vescovo di Cassano allo Jonio; Luca Marrelli, consigliere regionale della Lombardia e vicepresidente della commissione Antimafia; Anna Maria Stanganelli, Garante della salute della regione Calabria; Antonio Chieffallo, giornalista e colonna portante del prestigioso premio Muricello; Ettore Piero Valente, medico di esperienza internazionale nel campo della chirurgia ortopedica e traumatologica; Vincenzo Massara, presidente Caf nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori e presidente di MCL Calabria; Mariangela Preta, archeologa e direttrice del Polo museale di Soriano Calabro; Vittoriana Abate, giornalista Rai e inviata di Porta a Porta; Luigi Novello, fisioterapista delle stelle del calcio; Leonardo De Marco, presidente del Movimento cristiano lavoratori a Cosenza e vice presidente regionale; Pietro Imbrogno, direttore sanitario dell’ASST Bergamo Est; Floriano Noto, uno dei volti più noti dell’impresa in Calabria; Roberto Bozzo, cantante e polistrumentista dei Sabatum Quartet; Antonello Talerico, presidente dell’ordine degli avvocati di Catanzaro e consigliere regionale; Mauro Rosario Nicastri, consigliere per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Agenzia per l’Italia Digitale; Filippo Biamonte, dottore di ricerca e specialista in patologia clinica e biochimica clinica, autore di pubblicazioni su riviste internazionali; Alfredo Citrigno; presidente della sezione “Sanità” di Unindustria Calabria; Antonio De Caprio, imprenditore ed ex consigliere regionale; Michele Covello, imprenditore e titolare della Egea global service.

    Due i premi alla memoria. L’associazione Socialmente così ha inteso ricordare la figura di Angelo De Fiore, funzionario di pubblica sicurezza negli anni terribili del nazifascismo. Salvò tanti ebrei e per questo è “Giusto tra le nazioni”. Il suo nome compare nel memoriale della collina dello Yad Vashem a Gerusalemme. L’associazione Socialmente ha altresì tenuto vivo il ricordo di Jole Santelli, già presidente della regionale Calabria, più volte parlamentare e sottosegretario.

  • Rom, malavita e non solo: in manette Patrizio Bevilacqua

    Rom, malavita e non solo: in manette Patrizio Bevilacqua

    L’arresto di Patrizio Bevilacqua lo scorso sabato notte rappresenta un nuovo capitolo nelle vicende della criminalità legata ai clan rom di Reggio Calabria. L’uomo aveva già riportato una condanna per estorsione in relazione al caso Ventura. Stavolta lo hanno fermato mentre trasportava su un’Audi di sua proprietà un ingente quantitativo di stupefacenti assieme a dei bilancini di precisione.
    Il tutto avviene a qualche giorno dalla conferenza stampa sull’operazione Garden contro la ‘ndrangheta reggina dello scorso 14 novembre. A condurla, la Guardia di Finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria col coordinamento della Procura distrettuale antimafia diretta da Giovanni Bombardieri.

    procura-di-reggio-calabria-la-grande-fuga-dei-magistrati-anti-ndrangheta
    Il procuratore Giovanni Bombardieri

    Il do ut des tra i rom e la ‘ndrangheta

    L’indagine, che colpisce le attività delle cosche Borghetto-Latella e ha portato alle misure cautelari per 27 persone, conferma le ipotesi tracciate nell’inchiesta de I Calabresi sul nuovo ruolo dei clan rom all’interno della ‘ndrangheta.
    Secondo gli inquirenti, i rom dei quartieri Modena-Ciccarello e Arghillà sarebbero ormai organici alla criminalità reggina nell’organizzazione dello spaccio di stupefacenti, di traffico di armi, estorsioni e usura, in continuità con le vicende che riguardano anche altre aree della Calabria, come la Piana di Gioia Tauro, la Sibaritide, il Lametino.
    In particolare i rom avrebbero fornito le armi da guerra trovate dalla Finanza. In cambio avrebbero ottenuto l’autorizzazione a esercitare i crimini in modo libero e autonomo. Potrebbero, infatti, contare su «un’organizzazione autonoma con all’attivo decine e decine di persone, soprattutto giovanissimi», hanno affermato alcune fonti investigative.

    patrizio-bevilacqua-guai-pregiudicato-minacciò-ventura
    Una veduta del quartiere Arghillà

    Patrizio Bevilacqua e i guai a casa Ventura

    Si tratta di due vicende che seguono a un altro segnale inquietante: l’attentato intimidatorio dello scorso 24 ottobre alla famiglia Ventura. Ignoti, appropinquandosi all’abitazione dei Ventura, hanno esploso cinque colpi armi da fuoco contro la loro auto. Tutto ciò nonostante la Prefettura di Reggio Calabria avesse messo Francesco Ventura sotto tutela.
    L’episodio è avvenuto dopo l’uscita di diversi articoli sul tema e a margine di un’ulteriore condanna riportata da Patrizio Bevilacqua per violazione dei sigilli.
Osservando le immagini dell’attentato registrate dalle telecamere a circuito chiuso posizionate fuori dall’abitazione la mente torna gli anni Ottanta, quando a Reggio si sparava e vigeva una sorta di coprifuoco non dichiarato.

    Patrizio Bevilacqua, la politica e i Ventura

    Estorsione, trasporto e spaccio di stupefacenti, minacce: questi i segmenti di un filo che legherebbe Bevilacqua a logiche e azioni che vanno ben oltre la bassa manovalanza criminale per saldarsi al racket delle case popolari e alle nuove piazze di spaccio sotto il controllo dei clan rom.
    In merito al tema delle case popolari, la ricostruzione pubblicata da I Calabresi dopo l’analisi dei verbali di alcune commissioni consiliari del Comune di Reggio tratteggiava una situazione opaca e caotica. L’avevano denunciata sia l’allora dirigente del settore, l’avvocata Fedora Squillaci, sia l’ex delegato al patrimonio edilizio Giovanni Minniti.
    Si va avanti così da diversi anni, senza trovare soluzione. E senza che, alla luce delle nuove notizie, la politica abbia speso una parola o un gesto di solidarietà verso i Ventura che da anni, anche alla luce delle risultanze delle loro audizioni in quelle stesse commissioni, denunciano una condizione di illegalità diffusa e perdurante.

    Che diranno Ripepi e Lamberti?

    Le domande (e le risposte) che una politica usualmente prodiga di dichiarazioni – ma in questo caso muta – non può più ignorare sono di due ordini.

    Massimo-Ripepi
    Massimo Ripepi

    Il primo riguarda quali provvedimenti si vogliono prendere per diradare la cortina di nebbia che regna sul settore dell’edilizia popolare del Comune di Reggio.
    Il secondo concerne la posizione che Massimo Ripepi ed Eduardo Lamberti Castronuovo assumeranno nei confronti di Bevilacqua. Quest’ultimo con Ripepi è stato candidato al Consiglio Comunale. Con Lamberti, invece, intratterrebbe rapporti di lavoro tali da avere a disposizione, per stessa ammissione di Lamberti, le chiavi di casa sua.

    Eduardo-Lamberti-Castronuovo
    Eduardo Lamberti Castronuovo

    Entrambi i politici reggini hanno già da tempo lanciato la propria campagna elettorale per le prossime amministrative come papabili candidati sindaco.
    In attesa di ulteriori sviluppi dei filoni d’indagine, non guasterebbe una presa di posizione da parte dei due.

  • Violenza di genere: un dibattito di esperti a Villa Rendano

    Violenza di genere: un dibattito di esperti a Villa Rendano

    Femminicidi e non solo. Un argomento tornato alla ribalta dopo l’assassinio di Giulia Cecchettin. La Fondazione “Attilio e Elena Giuliani” e l’associazione culturale Xenia dedicano un incontro-dibattito al tema Violenza di genere: conoscere, agire, educare, prevenire.
    L’iniziativa si svolgerà a Villa Rendano il 30 novembre 2023 alle 17, col patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza, della Fondazione scuola forense della provincia di Cosenza e della Scuola forense “Bernardino Alimena” di Cosenza.

    Villa Rendano, sede della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani ETS

    Violenza di genere: la parola a prof e legali

    La serata è aperta dai saluti istituzionali.
    Li porgeranno:
    Walter Pellegrini, presidente della Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”;
    Ornella Nucci, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cosenza;
    Claudio De Luca, presidente della Fondazione scuola forense della provincia di Cosenza;
    Laura Monteforte, direttrice della Scuola forense “Bernardino Alimena”.

    Gli interventi nel dibattito, invece, sono a cura di:
    Antonella Veltri, presidente nazionale dell’associazione D.i.re;
    Rosa Masi, avvocata del Foro di Cosenza;
    Antonella Paura, avvocata, socia Ami (Associazione matrimonialisti italiani) e membro del direttivo della Camera civile di Cosenza;
    Vanessa Piluso, avvocata e legale del Centro antiviolenza “R. Lanzino” di Cosenza;
    Elisa Mazzei, docente di materie letterarie;
    Elena Palermo, docente di materie letterarie.

    Introduce e modera la discussione Gabriella Coscarella, presidente di Xenia.
    Il dibattito sarà arricchito dalla mostra grafica “La ribell(e)” di Luigi Fabbricatore Strigaro.