Autore: Redazione

  • Eccellenze calabresi, tutti i premiati della quinta edizione

    Eccellenze calabresi, tutti i premiati della quinta edizione

    Resta inalterato lo spirito del Premio Eccellenze calabresi, approdato a Roma per la sua quinta edizione. Un riconoscimento nato per volontà dell’associazione Socialmente, rappresentata dal presidente Andrea Nigro e dal vice Piero Lupo. «Il premio – si legge in una dichiarazione congiunta – racconta la Calabria di chi si è distinto nel mondo della cultura, dello spettacolo, del giornalismo, dell’impegno sociale, dell’impresa, delle istituzioni, dello sport. Donne e uomini che sono diventati i migliori ambasciatori della nostra regione». A curare l’organizzazione è stata la “Carlifashionagency” di Linda Suriano e Carmelo Ambrogio.

    I premiati: Monsignor Francesco Savino, vice presidente della Cei e vescovo di Cassano allo Jonio; Luca Marrelli, consigliere regionale della Lombardia e vicepresidente della commissione Antimafia; Anna Maria Stanganelli, Garante della salute della regione Calabria; Antonio Chieffallo, giornalista e colonna portante del prestigioso premio Muricello; Ettore Piero Valente, medico di esperienza internazionale nel campo della chirurgia ortopedica e traumatologica; Vincenzo Massara, presidente Caf nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori e presidente di MCL Calabria; Mariangela Preta, archeologa e direttrice del Polo museale di Soriano Calabro; Vittoriana Abate, giornalista Rai e inviata di Porta a Porta; Luigi Novello, fisioterapista delle stelle del calcio; Leonardo De Marco, presidente del Movimento cristiano lavoratori a Cosenza e vice presidente regionale; Pietro Imbrogno, direttore sanitario dell’ASST Bergamo Est; Floriano Noto, uno dei volti più noti dell’impresa in Calabria; Roberto Bozzo, cantante e polistrumentista dei Sabatum Quartet; Antonello Talerico, presidente dell’ordine degli avvocati di Catanzaro e consigliere regionale; Mauro Rosario Nicastri, consigliere per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Agenzia per l’Italia Digitale; Filippo Biamonte, dottore di ricerca e specialista in patologia clinica e biochimica clinica, autore di pubblicazioni su riviste internazionali; Alfredo Citrigno; presidente della sezione “Sanità” di Unindustria Calabria; Antonio De Caprio, imprenditore ed ex consigliere regionale; Michele Covello, imprenditore e titolare della Egea global service.

    Due i premi alla memoria. L’associazione Socialmente così ha inteso ricordare la figura di Angelo De Fiore, funzionario di pubblica sicurezza negli anni terribili del nazifascismo. Salvò tanti ebrei e per questo è “Giusto tra le nazioni”. Il suo nome compare nel memoriale della collina dello Yad Vashem a Gerusalemme. L’associazione Socialmente ha altresì tenuto vivo il ricordo di Jole Santelli, già presidente della regionale Calabria, più volte parlamentare e sottosegretario.

  • Ai capaci e meritevoli: al via il Premio Sergio Giuliani

    Ai capaci e meritevoli: al via il Premio Sergio Giuliani

    «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi…»: così recita l’articolo 34 della Costituzione, per conciliare merito e bisogno nel diritto allo studio.
    Ed è quel che ha fatto la Fondazione Attilio e Elena Giuliani con la prima edizione del Premio “Sergio Giuliani”: la consegna di due borse di studio, destinate ad altrettanti studenti scelti secondo il doppio criterio della bravura e della necessità economica.
    I premi sono stati consegnati durante una cerimonia svoltasi lo scorso 11 novembre a Villa Rendano, sede della Fondazione.
    I destinatari delle borse sono il Dipartimento studi umanistici e il Dipartimento di Farmacia e Scienze della salute e della nutrizione, entrambi dell’Università della Calabria.

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    Un momento della cerimonia del Premio Giuliani a Villa Rendano

    La storia del Premio Sergio Giuliani

    «Con l’istituzione del Premio “Sergio Giuliani” abbiamo realizzato uno dei nostri scopi sociali, inseriti nello statuto proprio su iniziativa del fondatore», spiega Walter Pellegrini, editore e presidente della Fondazione Giuliani.
    Questo obiettivo è semplice: «Valorizzare la crescita culturale e civile dei giovani e della nostra amata città», prosegue Pellegrini.
    Altrettanto lineare il meccanismo: «Quest’anno abbiamo scelto due dipartimenti in diversi ambiti disciplinari, a cui abbiamo affidato i premi. Toccherà loro assegnarli agli studenti che saranno selezionati secondo i criteri indicati da noi: merito e necessità», ha concluso il presidente della Fondazione.
    La consegna è avvenuta durante un dibattito vivace, moderato dal giornalista Mario Tursi Prato, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Maria Luisa Panno, la direttrice del Dipartimento di Farmacia, e la docente di Storia contemporanea Katia Massara, in rappresentanza del Dipartimento studi umanistici.

    Katia Massara ritira il premio

    Altre iniziative

    Alla cerimonia è seguito un approfondimento sulle attività svolte dalla Fondazione in collaborazione col Comune di Cosenza.
    Due i testimoni di questi dieci anni di iniziative: l’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, sotto la cui amministrazione la Fondazione Giuliani ha acquistato Villa Rendano, e l’attuale primo cittadino Franz Caruso, con cui la Fondazione ha avviato una serie importante di attività pubbliche, tra cui il Festival nazionale della poesia.
    Nessuna frecciata politica tra i due, ma solo una riflessione pacata. E poi l’anticipazione sul recupero di una importante istituzione: la Biblioteca civica.
    «Collaboreremo volentieri alla rinascita della Civica, che tornerà a disposizione della città», ha spiegato Pellegrini.
    «I luoghi storici della città», ha chiosato ancora il presidente della Fondazione Giuliani, «possono rivivere se si legano a funzioni specifiche: ad esempio, Villa Rendano è il luogo delle idee». Quindi anche la Biblioteca civica «dovrà diventare sede di iniziative specifiche rivolte alla città».
    Intanto il premio, l’ennesima iniziativa, c’è. Vinca il migliore.

  • Il sindaco repubblicano: addio a Claudio Giuliani

    Il sindaco repubblicano: addio a Claudio Giuliani

    Il nostro ricordo più recente di Claudio Giuliani risale a due anni fa, quando bazzicava con grandissima frequenza la redazione de I Calabresi.
    Non era più l’ingegnere di spessore (la pensione arriva per tutti) né il politico abilissimo e ironico che Cosenza aveva imparato ad apprezzare durante la sua lunga militanza a Palazzo dei Bruzi, come consigliere, assessore e sindaco. Il tutto nelle file del Partito repubblicano.
    Era la memoria perenne, lucidissima e viva di tutto questo. Era l’esperienza che si faceva saggezza, senza prendersi troppo sul serio.

    Parole e contenuti forti di Claudio Giuliani

    Non prendersi sul serio, per uno come Claudio Giuliani – che aveva fatto e visto tanto – significava una cosa: sorridere. E, soprattutto, non cercare mai di fare il protagonista. Sebbene il suo protagonismo nella vita della città resti indiscutibile.
    Indiscutibile e prezioso per almeno due volte. La prima fu a fine metà anni ’80, quando consentì alla giunta tipartita (Dc-Psi-Pri), orfana dei Socialdemocratici e di Pino Gentile, sindaco per la prima volta nelle schiere socialiste, di arrivare al voto.
    La seconda volta fu nel 1986, quando gestì il passaggio, ancor più delicato, tra Giacomo Mancini (sindaco per l’ultima volta nella Prima Repubblica) e il big democristiano Franco Santo.

    Un santino elettorale di Claudio Giuliani

    Claudio era una miniera di ricordi, che snocciolava con precisione chirurgica nel suo linguaggio ironico e tagliente.
    Tra una facezia e l’altra, ricostruiva interi periodi della vita cittadina e tracciava ritratti – a volte al vetriolo ma sempre fedelissimi – dei tanti big con cui aveva diviso la sua strada.
    Era pignolo senza averne l’aria. Uno di noi, che gli diede un passaggio, si sentì dire: «Non barare, togli quei gancetti e metti la cintura, perché non sai cosa rischi». Da uno come lui, che conosceva e amava i motori, non era un rimproverò né un’esortazione: era un ordine.

    Gioie e motori

    Della passione di Claudio Giuliani per i motori c’è una forte traccia in Corsi e ricorsi, il libro in cui l’ex sindaco raccontò la passione, sua e familiare, per le auto da corsa.
    Una passione soprattutto praticata, visto che l’ingegnere frequentò a lungo i tracciati della prestigiosa Coppa Sila (già battuti dal nonno, dal prozio e dal papà) con ottimi risultati.
    Detto questo, Claudio Giuliani non era un pirata della strada. Anzi: pilotava le auto allo stesso modo in cui faceva politica. Cioè con passione, abilità e coraggio, mai con spregiudicatezza o spericolatamente.
    Passione e abilità, ma anche spirito di servizio.

    Claudio Giuliani nell’album della Prima Repubblica

    A scorrere gli organigrammi di Palazzo dei Bruzi degli anni ’70-’80 emerge il ritratto di un’élite, l’ultima che Cosenza abbia avuto.
    Di questa élite, che traghettò la città in maniera indolore alla Seconda Repubblica (dice nulla la leadership persistente di Giacomo Mancini?), Claudio Giuliani fu elemento di spicco.
    La sua ultima attività pubblica risale al 2011, quando recuperò il mitico quadrifoglio e schierò una lista col sindaco uscente Salvatore Perugini. Al riguardo, resta memorabile un siparietto con tra i due ex sindaci, durante il quale l’ingegnere sottoponeva l’avvocato a un test di “cosentineria” (ovvero, basato sul riconoscimento dei luoghi storici o caratteristici e sulla traduzione in italiano dei detti tipici). Test passato appieno.
    Dopo, il graduale ritiro dalla vita pubblica, frequentata e osservata con lo sguardo del testimone passionale, che parlava di politica con lo stesso trasporto con cui si occupava del Cosenza.
    Gli anni passano e i percorsi (inevitabilmente) finiscono. I ricordi, quando sono costruiti sui meriti, restano.
    Cosenza saluta Claudio Giuliani nella camera ardente, allestita oggi a Villa Rendano il 9 novembre, e nella chiesa di Santa Teresa, dove sono previsti i funerali alle 11 di domani.

  • La Calabria possibile di Santo Strati

    La Calabria possibile di Santo Strati

    La terra raccontata dal giornalista e saggista Santo Srati, nel suo ultimo libro dal titolo “Calabria, Italia”, è un luogo utopico, straordinariamente ricco di opportunità eppure trascurate. Una colpa grave, cui tuttavia l’autore non dispera si possa porre rimedio. La potenza della bellezza della Calabria, la sua atavica incapacità di metterla a buon frutto, le vie da percorrere per mutare il destino, son stati i temi dell’incontro promosso dalla Fondazione Giuliani, uno degli appuntamenti che il presidente Walter Pellegrini apostrofa come «Libri in Villa».

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    Il libro di Santo Strati presentato ieri a Villa Rendano

    Al fianco dell’autore c’era il professore Mauro Alvisi e in platea il sindaco Franz Caruso. Qual è la Calabria raccontata da Strati? E’ la terra che sembra sommersa dalle criticità e che pare disconoscere invece la bellezza di cui è portatrice. Un libro, come spiega Walter Pellegrini, che non elude i problemi, ma che suggerisce un mutamento di rotta, sembra indicare un cambiamento possibile. Si tratta solo di una “narrazione” negativa? Chiede Francesco Kostner stimolando il dibattito. Certamente no, pur esistendo un problema di comunicazione. Il dato che maggiormente sembra impedire ai calabresi di capovolgere il destino di Cenerentola del Paese sta nella storica incapacità dei calabresi di fare comunità, di vincere il localismo.

    Strati ne è certo e questo spiegherebbe una delle ragioni per le quali numerosi calabresi, lontani dalla loro terra, riescono ad affermarsi con grandi successi, trovando altrove contesti sociali maggiormente favorevoli. Manca, per dirla con la parole di Alvisi «l’intelligenza di connessione», la capacità, o forse la volontà, di fare squadra, di uscire dal proprio piccolo orizzonte e avviare progetti di cooperazione, i soli in grado di offrire a una comunità periferica come la nostra «la possibilità di pesare» nelle decisioni politiche nazionali. Ma questo tuttavia potrebbe non bastare, l’obiettivo più ambizioso riguarda la “reputazione”, concetto che nelle parole di Alvisi ha una sua materialità misurabile, in termini di affidabilità delle istituzioni e qualità concreta della vita, mentre nelle parole dell’autore assume anche un senso più vasto, propriamente politico e civile. Reputazione intesa come senso di appartenenza e cittadinanza orgogliosa. Sarebbe un primo passo, faticoso ma ineludibile.

  • Storia e cultura rom, l’antidoto contro gli stereotipi

    Storia e cultura rom, l’antidoto contro gli stereotipi

    La lingua e la cultura rom fanno tappa a Villa Rendano. Un dibattito polifonico durante il quale si sono alternate molte voci della comunità romanò cosentina e non solo. Studiosi e attivisti hanno spiegato il senso e la direzione di una presenza, di una storia che affonda le radici nell’Italia del XVI secolo.

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    Da sinstra Elma Battaglia (assistente sociale); Antonietta Cozza (consigliere comunale); Fiore Manzo (presidente Aps Lav Romanò); Walter Pellegrini, presidente della Fondazione Attilio e Elena Giuliani

    Fiore Manzo – ricercatore universitario e presidente di Aps Lav Romanò – ha sintetizzato in pochi minuti la storia dei rom, le origini, gli spostamenti e l’arrivo in Italia. Senza dimenticare quella che interessa i rom della città di Cosenza. E mettendo in guardia da quei meccanismi comunicativi così radicati che etichettano gli zingari «o come tutti artisti (stereotipi positivi) o come tutti ladri (stereotipi negativi)».
    Per Walter Pellegrini, presidente della fondazione Attilio e Elena Giuliani – «lo studio delle lingue e della cultura di tutte le etnie è in linea con lo spirito culturale» dell’ente che presiede.
    Antonietta Cozza, consigliere comunale con delega alla Cultura, ha portato i saluti del sindaco di Cosenza, Franz Caruso. Parlando dell’incontro di ieri come buon modo per «allontanare luoghi comuni e stereotipi e costruire una città sempre più inclusiva».
    Per Elma Battaglia, assistente sociale e socia Assnas Calabria, «quella rom è una cultura da abbracciare e comprendere». Le «differenze vanno difese e bisogna farne tesoro anche negli ambienti di lavoro», sottolinea Maria Rosaria Vuono, presidente di Hoplà cooperativa sociale.
    «Non siamo solo rom. Siamo italiani, europei. Siamo frutto di una contaminazione. Ma purtroppo siamo costretti a sentirci apolidi nella nostra città». Ecco il grido e la riflessione lanciati da Luigi Bevilacqua, attivista e vice presidente di Aps Lav Romanò.

    Rina Scala e Giusy Monterosso (Compagnia della Pigna) hanno recitato poesie dedicate alla cultura dei rom con musiche di Apo.

  • Liuteria e musica di classe: la scuola De Bonis a Villa Rendano

    Liuteria e musica di classe: la scuola De Bonis a Villa Rendano

    Non solo chitarre, sebbene il cognome De Bonis sia legato al mondo delle sei corde, in particolare alle chitarre battenti.
    Semmai, liuteria nel senso più ampio e, se si guarda alla qualità, più elevato.
    A questa grande tradizione artistica calabrese è dedicato il De Bonis music festival, in programmazione a Villa Rendano (Cs) dal 24 al 27 ottobre.
    Una tre giorni di musica, esposizioni, lezioni e conferenze.

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    Villa Rendano, sede della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani ETS

    De Bonis Music Festival: la partenza

    Parlare dei fratelli Nicola e Vincenzo De Bonis significa evocare almeno tre concetti: artigianato, arte e musica.
    Si inizia il 24 ottobre alle 17,30, con l’Inaugurazione mostra espositiva strumenti Nicola e Vincenzo De Bonis, che si tiene a Villa Rendano.
    Vi partecipano Francesco Perri, direttore del Conservatorio di Cosenza, Francesco Fucile, sindaco di Bisignano, Angelo Arciglione, presidente dell’associazione Amici della Musica di Acri, Walter Pellegrini, presidente della Fondazione Attilio e Elena Giuliani, Antonio Scaglione, curatore della mostra, e i coordinatori del festival, Yuri Crusco e Pietro Morelli.
    Giusto per ribadire che De Bonis non significa solo chitarre, alle 19 è previsto il concerto del Duo Giacomantonio, composto dai violinisti Alessandro Acri e Annastella Gibboni che si esibiranno su violini prodotti dall’azienda di Bisignano.

    A lezione di chitarra

    Il 25 si entra nel vivo con un doppio evento a Villa Rendano.
    Il primo è visivo: la Mostra espositiva strumenti Nicola e Vincenzo De Bonis, aperta al pubblico dalle 10 alle 19.
    Il secondo è una chicca per artisti: la Masterclass di chitarra tenuta da Stefano Grondona, l’allievo italiano del grande Andreas Segovia. La prima giornata di lezione di Grondona è una full immersion in due tranche: dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30.
    Si chiude alle 17,45 con La chitarra di liuteria italiana, una conferenza di Lorenzo Frignani, maestro liutaio e presidente di Ali (Associazione liutai italiani).

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    Stefano Grondona

    De Bonis Music Festival: secondo round

    Il 26 ottobre è diviso tra Villa Rendano e il Museo dei Brettii e degli Enotri.
    A Villa Rendano sono previste la seconda giornata della Mostra espositiva strumenti Nicola e Vincenzo De Bonis (ore 10-12) e della Masterclass di Stefano Grondona (ore 10-13).
    Il Museo dei Brettii e degli Enotri ospita, alle 18,30, il concerto del chitarrista Davide Piluso.

    Una full immersion per concludere

    Masterclass di Grondona (ore 10,30-12,30 e 14,30-17,30) e Mostra espositiva (ore 10-19) riempiono la giornata conclusiva del De Bonis Music Festival.
    Subito dopo (ore 17,45) è prevista La liuteria De Bonis, una conferenza di Antonio Scaglione, maestro liutaio e allievo di Vincenzo De Bonis, con annessa tavola rotonda.
    A chiusura della manifestazione, il concerto Una chitarra per la memoria, eseguito dal De Bonis Guitar Duo.

  • Movimento Cristiano lavoratori, De Marco riconfermato presidente provinciale

    Movimento Cristiano lavoratori, De Marco riconfermato presidente provinciale

    Leonardo De Marco riconfermato presidente provinciale del Movimento Cristiano lavoratori di Cosenza. Nel corso del congresso provinciale sono stati eletti anche i componenti del consiglio: Stefano Vattimo; Giandomenico Nicoli; Antonella Mancuso, Fortunato Virardi: Piero Lupo; Paola Affuso; Paola Zangaro; Pia Balzano; Denise Rizzo; Federica Franchini; Daniele Musacchio; Francesco Iannuzzi; Sandro Andreoli; Leonardo De Marco; Mauro Pericolo. Il congresso si è celebrato nella Casa della Musica a Lungro, nel cuore dell’Arbëria.

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    I componenti del consiglio provinciale Mcl Cosenza insieme al presidente nazionale Antonio Di Matteo

    «Abbiamo vissuti anni difficili. Abbiamo garantito i nostri servizi in questo lungo periodo di pandemia. Abbiamo dato il massimo per essere vicini ai lavoratori».
    Si apre con queste parole la relazione di Leonardo De Marco durante il XIV congresso provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori.

    «Tasso di disoccupazione drammatico – continua De Marco – e prevalenza di contratti a tempo determinato caratterizzano una regione che ha urgente necessità di invertire la rotta. Puntando sui quattro pilastri fondamentali come turismo, agricoltura, terziaro e infrastrutture. Ecco gli assi portanti di una ripresa certa».
    «Un altro tema che ci sta particolarmente a cuore – aggiunge De Marco – è quello della sicurezza sul lavoro. Una pagina triste. Nel 2022 sono state ventidue le morti sul lavoro. Non basta essere sentinelle sul territorio se non abbiamo la forza di denunciare. La Consal, di cui sono presidente provinciale, si batte da anni per la sicurezza sul lavoro».
    A presiedere i lavori congressuali è stato l’avvocato Maria Rosaria Pilla.
    «Leonardo De Marco è un motorino vivente. Noi continueremo a seminare e guardare sempre con speranza al futuro. Il due dicembre di celebrerà il congresso regionale a Cosenza». È quanto ha affermato Vincenzo Massara, presidente regionale del Movimento Cristiano Lavoratori.

    «Siamo in questa provincia – ha detto Antonio Di Matteo. presidente nazionale Movimento Cristiani Lavoratori – per testimoniare la vicinanza a MCL Cosenza. Pensiamo a tante situazioni come questa dove vivono condivisione, appartenenza e osmosi di diverse parti della società. Sono grato al presidente Leonardo De Marco. Tanti spunti nella sua relazione ci fanno riflettere. La sua è un’analisi spietata di una regione, però può essere estesa al Paese. Leonardo ha chiuso con una speranza. Questo è importante».
    «Dobbiamo lavorare affinché il bene comune non resti un’utopia. Ed essere vicini al prossimo», ha ricordato Michele Cutolo, vice presidente nazionale MCL.

    Per Guglielmo Borri – presidente nazionale del patronato Sias – «Qui a Lungro troviamo la sintesi di quello che è il Movimento».

    Don Francesco Poli, assistente spirituale, ha espresso ed esteso «un desiderio pace tra popoli e persone». Ha evidenziato «la bellezza dello stare insieme in questo luogo» e augurato buon lavoro a chi ha partecipato al congresso.

    «Leonardo De Marco ci ha fatto conoscere il Movimento Cristiano Lavoratori. Occorre portare la speranza a chi vive in difficili situazione economiche. E bisogna custodire la dignità delle persone nel lavoro». Sono parole pronunciate da monsignor Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro.

    Sono intervenuti: il sindaco di Lungro, Carmine Ferraro; Giuseppe Del Gaudio, responsabile agenzia Inps di Cosenza; Mario Smurra, vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltura; il senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani; l’europarlamentare di Fratelli d’Italia e già presidente patronato Epas, Denis Nesci; Michele Diodati, vice direttore Ufficio per lo sviluppo integrale della Diocesi di Cassano allo Jonio; Pietro Molinaro, consigliere regionale della Lega e presidente della Commissione regionale anti ‘ndrangheta; Antonio Lento, segretario regionale Snalv/Consal; Giuseppe Graziano, consigliere regionale di Azione; Gennaro Capparelli, sindaco di Acquaformosa; Alessandro Tocci, sindaco di Civita; Caterina De Rose, presidente provinciale Acli; Francesco Cosentino, portavoce provinciale Forum Terzo settore Cosenza; Antonella Mancuso, presidente MCL Cassano allo Jonio; Mauro Pericolo, presidente MCL Rossano.

  • Dante illumina il pomeriggio di Villa Rendano

    Dante illumina il pomeriggio di Villa Rendano

    Il Sommo Poeta illumina il pomeriggio di Villa Rendano. Una sala conferenze occupata in ogni ordine di posti testimonia l’attenzione per l’evento patrocinato e ospitato nella sede della Fondazione Attilio e Elena Giuliani.
    Beatrice e le altre donne di Dante è il titolo del reading intervallato dalle splendide note dell’arpa suonata dalla giovanissima Camilla Colonna.

    La giovanissima arpista Camilla Colonna

    «La Società Dante Alighieri nasce per volontà di Carducci e altri intellettuali. Svolge una missione importante come diffondere lingua e cultura italiana nel mondo. Ringraziamo il presidente della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani, Walter Pellegrini, per averci concesso il patrocinio ed averci accolto in questo luogo magico. Sono parole di Maria Cristina Parise Martirano, presidente della Società Dante Alighieri-Cosenza.

    Maria Cristina Parise Martirano, presidente della Società Dante Alighieri-Cosenza

    Dopo i saluti della Parise Martirano è iniziato il reading a cura di Sara Serafini Calomino. Un viaggio tra i versi della Vita Nova e della Divina Commedia. Con l’immancabile recitazione di alcune tra le terzine più famose della storia della letteratura di ogni tempo: quelle che vedono protagonisti Paolo e Francesca nel Canto V dell’Inferno. Ma Sara Serafini Calomino non si è limitata alla declamazione dei versi. Ha spiegato gli influssi della teoria dell’Amore cortese sulla formazione di Dante.

    Sara Serafini Calomino

     

  • Dante e le donne: un reading a Villa Rendano

    Dante e le donne: un reading a Villa Rendano

    Quante furono le donne di Dante? La domanda è – va da sé – solo poetica.
    Non è questa la sede per approfondire i significati estetici e morali (e secondo non pochi anche esoterici) delle figure femminili nella produzione del Sommo Poeta, a partire dalla Vita Nova.
    Un’incursione in questo settore particolare e delicato di tutta la cultura italiana lo tenterà Sara Serafini Calomino il 18 ottobre, a partire dalle 17, a Villa Rendano (Cs), sede della Fondazione Attilio e Elena Giuliani, nel reading intitolato Beatrice e le altre donne di Dante.
    Per l’occasione, le declamazioni di Calomino saranno arricchite dai tappeti sonori eseguiti in diretta dall’arpista Camilla Colonna.
    L’introduzione dell’evento spetta a Walter Pellegrini, editore e presidente della Fondazione Giuliani, la presentazione, invece, a Maria Cristina Parise Martirano, presidente della Società Dante Alighieri-Cosenza.

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    Villa Rendano, sede della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani ETS
  • Babyloss Awereness: un giorno speciale per piccoli angeli

    Babyloss Awereness: un giorno speciale per piccoli angeli

    «È come perdere un pezzo di futuro e di quel vuoto che rimane è necessario prendersene cura». Così, in una nota stampa, l’associazione Mammachemamme si riferisce al lutto perinatale, a cui è dedicato il Babyloss Awereness Day, ovvero la Giornata mondiale della consapevolezza sulla perdita in gravidanza e sulla morte infantile, prevista il 15 ottobre.
    L’edizione cosentina è organizzata da Mammechemamme e dal gruppo di mutuo aiuto Parole in ConTatto, con la collaborazione della Fondazione Attilio e Elena Giuliani e il patrocinio dell’Unicef, del Comune e della Provincia di Cosenza.
    Il risultato di questa unione di forze è la manifestazione “Diamo voce al silenzio”, che si svolgerà a Villa Rendano per tutto il 15 ottobre.

    Lutto infantile in cifre

    Perdere un bambino, anche prima che nasca, è un trauma pesantissimo e, purtroppo, più diffuso di quel che si pensa.
    «Basti pensare che ogni anno 5 milioni bambini muoiono durante il terzo mese di gravidanza e nei primi mesi di vita e sono almeno cinque volte tanto le perdite del secondo trimestre e dieci volte tanto quelle del primo», spiega la nota di Mammachemamme.
    Perciò la manifestazione del 15 ottobre è «un’occasione per far luce sul tabù della morte in gravidanza e dopo la nascita, sull’attenzione e la cura da destinare alle famiglie, rompendo il silenzio e l’indifferenza della società su questo tema».

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    VIlla Rendano, sede della Fondazione Attilio ed Elena Giuliani

    Lutto infantile: come aiutare le famiglie

    Consapevolezza è anche la parola chiave di un percorso fatto di corretta informazione, sostegno, assistenza, rispetto e cura.
    Questi concetti, chiarisce Mammachemamme, «devono essere alla base del linguaggio degli operatori sanitari, che si trovano a dover affrontare la prima fase della perdita, e dei parenti e amici dei genitori colpiti da questo difficile evento».
    Lo scopo di questo supporto, affettivo, concettuale e persino linguistico è facilitare l’elaborazione del lutto.

    Lutto infantile: la formazione

    “Diamo voce al silenzio” è strutturata in tre momenti: due formativi e uno simbolico e si svolgerà a Villa Rendano.
    Si inizia la mattina del 15 ottobre 2023 dalle 9 alle 11,30 con la formazione gratuita per tutti gli operatori sanitari sul tema del lutto perinatale. Seguirà, dalle 12 alle 13, il “Cerchio di parola” aperto ad operatori sanitari e familiari.
    L’intera mattinata di formazione e spazio di ascolto tra gli operatori e i genitori sarà condotta da Cecilia Gioia, psicologa e psicoterapeuta esperta in perinatalità e presidente di Mammachemamme.

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    Cecilia Gioia

    Il canto come terapia

    Seguirà, nel pomeriggio, il laboratorio “Soul Singing” a cura di Elisa Palermo, in arte Brown, operatrice olistica specializzata nella voce e nel suono.
    Soul Singing è un metodo con approccio olistico, che attraverso il canto in cerchio o individuale abbinato a tecniche di rilassamento e di crescita personale, permette di stimolare un benessere psicofisico e spirituale.
    La voce è l’elemento principale dell’esplorazione verso se stessi. Il primo strumento di espressione delle proprie emozioni. Proprio da qui nasce “Diamo voce al silenzio”, evento voluto da quei genitori che hanno il bisogno di esprimere tutte le emozioni contrastanti che si vivono nelle varie fasi della perdita dei loro bambini.

    Un’onda di luce per i piccoli angeli

    Un affetto pieno di luce

    La giornata terminerà alle 19 con l’Onda di Luce, un momento collettivo. Chiunque potrà parteciparvi: basterà accendere una candela e mantenerla accesa per un’ora.
    Si creerà così attraverso tutto il globo, per effetto del fuso orario, una simbolica onda luminosa che commemorerà i piccoli angeli e scalderà il cuore dei loro cari.
    Allo stesso orario, in ogni parte del mondo, i Comuni illumineranno simbolicamente i loro più importanti monumenti di rosa e azzurro.
    Un modo per dimostrare affetto e vicinanza ai genitori che hanno perso i loro bambini, per farli sentire meno soli.
    Tra i Comuni che in Calabria aderiranno all’iniziativa e che si ringraziano fin da adesso, oltre Cosenza, ci saranno Corigliano Rossano (Cs), Castrolibero (Cs), Lamezia Terme (Cz) , Filadelfia (Vv), Francavilla Angitola (Vv), Vibo Valentia, Ionadi (Vv), , Marano Principato (Cs), Bisignano (Cs), Acri (Cs), Cotronei (Kr), Paola (Cs).