Autore: Redazione

  • Vettori alla Ubik contro la logica del muro

    Vettori alla Ubik contro la logica del muro

    Ieri sera, alla libreria Ubik di Cosenza, si è consumato un nuovo appuntamento letterario. Pierpaolo Vettori ha incontrato il pubblico, ancora una volta numeroso e molto partecipe alla discussione, per presentare il suo romanzo “L’imperatore delle nuvole” (Neri Pozza editore). Che, naturalmente, appartiene alla Decina 2024 del Premio Sila. L’immancabile Gemma Cestari, direttrice del Premio, e il magistrato Alfredo Cosenza hanno dialogato con Vettori.

    Le vicende del romanzo ruotano intorno a un lunghissimo muro costruito per contenere l’esodo degli immigrati africani verso l’Europa. Vigilato da guardie murarie che devono tenere a bada i migranti clandestini. Sia gli uni sia gli altri sono, in teoria, aguzzini e vittime, in pratica, entrambi vittime. Senza apparenti vie d’uscita. “Sono vittime – ha sottolineato Pierpaolo Vettori – di un mondo che ormai è monotono. C’è solo un modo per vivere del nostro, ossia questa sorta di capitalismo più o meno democratico e non c’è una realtà alternativa. Per cui se una persona fallisce qui, in questa modalità, non riesce a fare soldi, non riesce… ha fallito per sempre. Non ha un altro modo per realizzarsi. Forse, invece, la soluzione di tanti problemi sarebbe proprio quella di cercare altri modi. Ché ognuno possa in qualche maniera trovare una sua nicchia, un modo per potersi realizzare come persona”.

    “Sono rimasta veramente molto colpita dalla potenza di questo romanzo – ha commentato Gemma Cestari – che è avvincente e si lascia leggere con grande facilità nonostante la complessità dei temi che propone. La parola che mi ha suggerito il libro e che mi ha turbato – e che dovrebbe turbare e interrogare tutti – è ambivalenza. E Franco Zomer (l’io narrante e protagonista del romanzo) è veramente l’ambivalenza che ci chiede ma tu da che parte stai? Perché nelle grandi questioni, quelle che vengono orchestrate da pochi e che poi producono moltissime vittime, sono la storia e la sociologia a occuparsi di quei pochi e di quei moltissimi. Mentre è compito della letteratura parlare di quelli che stanno in mezzo, cioè di quelli che poi in questo meccanismo sono i piccoli ingranaggi e le piccole ruote”.

    Sempre sul protagonista principale, Alfredo Cosenza ha sottolineato che “ciò che colpisce di Zomer è la sua profonda infelicità. Che vien fuori nell’incipit tremendo del libro: ‘Oggi non riesco a vivere’. Una frase – continua – che dopo averla letta uno si ferma e dice: voglio davvero continuare a leggere? E questa è una sensazione che è sempre presente in tutto il romanzo che poi alla fine si spiega…”

  • “Spaesati”, il 12 aprile ecco la presentazione a Giostra Vecchia

    “Spaesati”, il 12 aprile ecco la presentazione a Giostra Vecchia

    Proseguono gli incontri del Cenacolo dell’arte e della cultura, promossi dall’associazione la Giostra a Cosenza. E proprio nella Dimora storica Giostra Vecchia domani, 12 aprile alle ore 18:00, è in programma la presentazione di “Spaesati” (Il Mulino 2023) libro scritto da due scienziati sociali come Massimo Cerulo e Paolo Jedlowski.
    Sarà presente uno dei due autori, Massimo Cerulo, professore ordinario di Sociologia all’Università Federico II di Napoli e editorialista di HuffingtonPost.it.
    Dialogherà con lui il giornalista, scrittore e infaticabile promotore culturale, Franco Laratta. Musica di scena con il pianista Mattia Salemme e il baritono Antonino Giacobbe.

     

  • “La strada smarrita”, il lessico famigliare di Ada Aiello

    “La strada smarrita”, il lessico famigliare di Ada Aiello

    Ancora un appuntamento culturale organizzato dalle associazioni “Socialmente” e “Acli Arte, musica e spettacolo Cosenza”. Presentato sabato a Rende, nella sala conferenze di Villa Fabiano, il libro di Ada Aiello, “La strada smarrita” (Luigi Pellegrini editore). “Narrativa e musica, evento multisensoriale” è stato un incontro dove i linguaggi hanno trovato una sintesi virtuosa. Anche grazie al talento di un musicista come Roberto Bozzo presente con il suo progetto “Cuore Etnico”. A curare gli aspetti comunicativi è stata la Carli Fashion Agency di Linda Suriano e Carmelo Ambrogio. Il giornalista Alfonso Bombini ha moderato l’incontro. Ha espresso molta soddisfazione per la riuscita dell’evento il presidente dell’associazione “Socialmente”, Andrea Nigro.
    «Per noi è un onore dare spazio alla cultura. Il libro di Ada Aiello si muove sul filo dei ricordi. E ci ricorda la nostra infanzia e adolescenza. Il rapporto coi nonni. L’amore che vince sul dolore e ciò che la vita ci riserva. Oggi viviamo in un mondo dove vince l’odio e le guerre. Le parole scritte da Ada Aiello sono una sorta di medicina per l’anima. Ci riconciliano con una dimensione umana».
    È quanto ha sostenuto Piero Lupo, vicepresidente dell’associazione Socialmente.
    «Sono iniziative con un carattere culturale e sociale come è nello spirito della nostra associazione. La cultura è la nostra linfa. Ci aiuta a crescere e contribuisce al miglioramento delle nostre comunità. Il libro mi ha emozionato tantissimo. Ada Aiello valorizza e racconta con cura gli affetti familiari. Quel legame con la nonna in cui mi sono rivista e in cui si rivedono in tanti».
    Sono parole espresse da Caterina De Rose, presidente di Acli Arte musica e spettacolo Cosenza.

    «Un libro come quello di Ada Aiello – ha detto Candida Tucci – ha la forza di farci vivere i sentimenti. Oggi siamo chiamati ad essere performanti, a raggiungere risultati. Spesso dimentichiamo che la sofferenza fa parte della vita come la gioia e la felicità. Siamo uomini, non siamo macchine». È il commento di Candida Tucci, presidente regionale filiera Salute di Confapi Calabria e vicario nazionale filiera Salute Confapi nazionale.
    «Noi come Confapi Calabria – ha detto Candida Tucci – siamo stati tra i primi in Italia ad aprire uno spazio culturale come la Voce del libro. Non ci occupiamo solo di imprese e bilanci. Promuoviamo anche i saperi».
    La scrittrice Gisella Florio ha tracciato una lettura psicoanalitica del libro di Ada Aiello.

    Perché “La strada smarrita”, si chiede l’autrice del libro omonimo, Ada Aiello? «Nella vita può succedere di smarrirla per un lutto, una delusione, un tradimento, la perdita del lavoro. I motivi sono molteplici. Però la forza della protagonista del mio romanzo sta nella capacità di attraversare il dolore, superarlo, trovare un equilibrio».
    Una storia dove trovano spazio «i borghi, la neve, i fuochi di Natale a San Giovanni in Fiore», tutti elementi che costruiscono un immaginario, restituendo l’importanza del contesto nella narrazione di Ada Aiello.

  • Scuola e scrittura, il viaggio creativo di Assunta Morrone

    Scuola e scrittura, il viaggio creativo di Assunta Morrone

    Assunta Morrone si divide tra la scuola e la scrittura. Due grandi passioni che camminano insieme. È dirigente scolastico dal 2007. Tra i suo libri compaiono titoli come Il Bosco, Io e Velazquez, La Maratona (Artebambini di Bologna), Ardian che voleva svuotare il mare (Expressiva edizioni), Eustachio Naumann. Le montagne che camminano (Falco Editore). Alcuni suoi testi (e di Allen Say) hanno animato lo spettacolo Storie in musica, di scena al teatro Rendano di Cosenza.

    La guerra raccontata ai bambini. Come nasce l’idea della sua storia andata in scena al Teatro Rendano?

    «La guerra non è l’unico tema trattato nel concerto-spettacolo andato in scena al Rendano, ma sicuramente comporta la messa in gioco di emotività e sensibilità legate all’attualità e provoca negli ascoltatori, peraltro molto giovani la condizione e il desiderio di dire “no alla guerra”, la stessa guerra che invece attanaglia i tempi presenti e su più fronti. È necessario che si ritorni a sensibilizzare le giovani generazioni sui temi duri della guerra per dare loro gli strumenti per poter partecipare alla nascita di un mondo senza ostilità, senza stragi, senza soprusi. Il percorso ha previsto, oltre alla guerra, un passaggio sulla storia del Kamishibai, per poi passare ai temi dell’amicizia, dei sentimenti familiari, della fantasia (con un omaggio a Gianni Rodari) e della poesia (con il passaggio su Dante). Tutto il canovaccio teatrale è stato ideato da me e dal maestro Massimo Belmonte come percorso sulla narrazione agita e resa spettacolare».

    Questa idea è stata alla base delle tante collaborazioni?

    «Storie in Musica ha preso l’avvio da una progettazione più ampia che ha messo insieme tanti soggetti in una sorta di prova zero che, a seconda degli esiti, poteva diventare riproducibile e trasferibile in altri contesti. L’Orchestra Sinfonica Brutia ha fatto propria la proposta progettuale nella persona del maestro Francesco Perri e, per la parte organizzativa, della dottoressa Annarita Callari, in collaborazione con l’associazione teatrale Porta Cenere di Cosenza, l’ente di formazione e casa editrice Artebambini e l’Associazione Kamishibai Italia, che hanno entrambe sede a Bologna. All’interno del concerto- spettacolo la messa in scena di tre linguaggi della narrazione, i testi, le immagini e le musiche di altrettante storie scritte per kamishibai, strumento antico di origini giapponesi in grado di produrre una speciale ricaduta negli ascoltatori. Ringrazio tutti gli illustratori con cui ho lavorato, Francesca Carabelli, Jole Savino e Lida Ziruffo ma anche i musicisti Giuseppe Musumeci, compositore del primo brano e direttore d’orchestra e Massimo Belmonte che ha musicato gli altri cinque brani previsti nel Concerto-Spettacolo. Le voci di Elisa Ianni Palarchio e Mario Massaro, attori professionisti, formati sulla lettura per kamishibai, ci hanno regalato emozioni a iosa, in tutte le letture ma soprattutto in quella dedicata alla guerra. Mi corre l’obbligo di ringraziare Gianpaolo Palumbo per la grande competenza di gestione delle immagini e l’estro creativo su alcuni passaggi del grande Kamishibai che è diventato il palcoscenico, l’associazione il Delfino per aver permesso la realizzazione di un laboratorio destinato ai minori stranieri non accompagnati, ospiti del Sai di Mendicino, il cui esito ha arricchito la parte illustrata, non solo formalmente. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la partecipazione di ben dodici scuole di Cosenza e provincia che hanno accolto il nostro invito. Una scuola in particolare della nostra città ha curato le riprese video della prima matinée: si tratta dell’Istituto d’Istruzione Superiore Da Vinci-Nitti che ringrazio di cuore».

    E poi Dante? Ci ricorda quanto abbiamo bisogno di poesia e letteratura. A qualsiasi età. Sin da piccoli…

    «L’umanità è poesia, abbiamo bisogno di immergerci nella poesia e nella letteratura perché ci appartiene e ci identifica. Il nostro sentire individuale si fonde con un sentire collettivo, universale ed è necessario che la consapevolezza possa formarsi da subito, tra i bambini molto piccoli, in un percorso dall’infanzia all’adolescenza. Il progetto identifica tra le priorità anche attività di educazione ai sentimenti e alle emozioni. Il Dante, protagonista della narrazione, è un bambino che immagina la sua vita futura e si mette nella condizione di confrontarsi con i suoi coetanei esortandoli a guardare il mondo con il suo metodo, quello dell’osservazione e dell’immaginazione. Crescendo, quegli stessi bambini riconosceranno il Sommo Poeta e forse sarà più facile per loro appassionarsi nella lettura e comprensione dell’opera complessa che ci ha lasciato in eredità».

    Perché ha scelto la forma del Kamishibai? C’è qualche motivo particolare?

    «Ho conosciuto il Kamishibai nel 2011, grazie alla promozione e alla diffusione che ne faceva, già da qualche tempo Artebambini, con cui è iniziata una collaborazione che ha portato a molte pubblicazioni e alla proposta di formazione nelle scuole, curata dagli esperti della casa editrice con competenza e passione. Scrivere storie per il Kamishibai è esperienza difficilmente paragonabile: i testi seguono un andamento particolare, non devono essere troppo lunghi, hanno un contraltare nelle illustrazioni e nel progetto da me ideato un rapporto stretto anche con la musica. Oggi in Italia il lavoro di formazione e promozione di Artebambini con il Kamishibai, ma anche nell’abito più complessivo della letteratura per l’Infanzia, è molto ampia e di grande qualità. Una delle prove più tangibili di questo impegno si ritrova nella Rivista Dada, una rivista d’arte per bambini che coglie la storia, i metodi, le narrazioni, i laboratori didattici. Narrare con il Kamishibai offre allo scrittore la possibilità di entrare nel vivo dei temi trattati, nella sinergia giusta con gli altri linguaggi».

    Lei ha già scritto diversi libri. Cosa bolle in pentola in questo momento?

    «I progetti a cui sto lavorando sono di diversa natura: a breve in uscita una raccolta di liriche che attraversa un periodo lungo della mia scrittura e ne coglie i passaggi storici e geografici più significativi, in tutta la loro essenza poetica, a breve anche la conclusione di una saga per ragazzi sulle avventure di un falco grillaio amato dai lettori che torna più forte di prima con la sua terza storia ambientalista e poi tanto altro ancora nell’alveo della letteratura per bambini e ragazzi e non solo di cui vi darò indicazioni a tempo debito».

  • Binetti: grave errore cancellare le agevolazioni sugli ascensori

    Binetti: grave errore cancellare le agevolazioni sugli ascensori

    «I portatori di handicap, rappresentano una categoria di persone che giornalmente affrontano la loro vita partendo da una situazione di svantaggio. Crediamo meriterebbero una maggiore attenzione ma dobbiamo constatare che sono sempre considerati “Figli di un dio minore”».
    Lo afferma in una nota Danilo Binetti, coordinatore del Consorzio per l’Italia (l’associazione che raggruppa le più importanti aziende italiane che producono ascensori e montacarichi). commentando la decisione del ministro Giancarlo Giorgetti che ha cancellato le agevolazioni del “Decreto rilancio” fra cui il Bonus 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
    «Vogliamo ancora una volta ricordare – aggiunge Binetti – che l’Italia è il secondo paese al mondo per numero di ascensori, se ne contano più di un milione e 45 milioni, si stima, sono gli italiani che giornalmente utilizzano questo mezzo di trasporto». È quanto si legge nella nota stampa. Che continua: «Orbene, il 50% di questi ascensori sono inadeguati, obsoleti e insicuri, la Comunità europea ha emanato direttive per l’adeguamento e l’ammodernamento, tutti i paesi membri si sono adeguati, l’Italia no, e il ministro Giorgetti che fa? Cancella le agevolazioni. Senza considerare che oltre l’80% degli immobili, tra privati e pubblici, in Italia non risponde ai requisiti minimi di accessibilità».
    Il coordinatore Nazionale del Consorzio per l’Italia sottolinea che «il Governo è stato ed è molto attento quando si tratta di concedere agevolazioni per rottamare gli autoveicoli obsoleti per garantire maggiore sicurezza, stessa cosa, si ritiene, dovrebbe fare con gli ascensori».

  • Premio Sila ’49, presentato il libro di Carmen Verde

    Premio Sila ’49, presentato il libro di Carmen Verde

    Sabato 23 marzo, nella sede della Fondazione Premio Sila ’49, in via Salita Liceo, nel centro storico di Cosenza, Carmen Verde ha presentato il suo romanzo “Una minima infelicità”, già candidato al Premio Strega 2023. A dialogare con l’autrice, Elena Giorgiana Mirabelli, scrittrice e docente di corsi di scrittura, anche per la Scuola Holden diretta da Alessandro Baricco, e Gemma Cestari, la direttrice del Premio Sila.

    “Le atmosfere del libro di Carmen – ha sottolineato Gemma Cestari nel suo intervento introduttivo – mi hanno riportato a certa narrativa di Giorgio Bassani, Piero Chiara, Goffredo Parise, perché c’è un altro protagonista, oltre a questa famiglia infelicissima. Un protagonista pesantissimo: il giudizio della comunità di provincia. Che è così pesante, rispetto alle dinamiche familiari apparentemente intime, che a un certo punto entra fisicamente nel romanzo attraverso la cattivissima domestica che governa le loro vite facendo del male a madre e a figli. Con loro a lasciarsi far del male. E qui arrivano ancora altre suggestioni che mi riportano a quello che viene dal mondo delle favole. Ché è proprio il nucleo incandescente del romanzo: Annetta è una donna di piccolissima statura che non crescerà mai, cioè continuerà a rimanere piccola. La prima cosa a cui penso è Pollicino, ma ci sono tante altre cose delle favole, appunto la governante cattivissima, la nonna pazza, il castello…”.

    Elena Giorgiana Mirabelli ha sottolineato come il libro sia stratificato ovvero “ci siano tantissimi livelli di lettura e quando a volte questi livelli sono più o meno evidenti, alcuni sono profondissimi e li comprendi soltanto dopo esserci ritornato a una seconda lettura. Ti risuonano diversamente. Queste parole – ha continuato – sono inquadratura, dettagli, piccolezza, linea femminile e quindi risuona la linea femminile, l’infelicità che è evidente fin dal titolo, ma c’è anche corpo, perché è un libro dove parlano i corpi, dove sono infelici i corpi, in diverse sfaccettature e in tante diverse declinazioni”.

    Carmen Verde ha poi raccontato come ha lavorato per scrivere il suo romanzo. “Ero alle prese con l’infelicità – ha detto – che ho messo addirittura nel titolo, e sapevo di muovermi in un terreno poco sicuro, ma ritengo che sia una questione profondamente letteraria. Intanto perché non è uguale per tutti, e la parola è uguale, e questo potrebbe indurci nell’errore di considerare che l’emozione sottostante sia uguale, invece no, perché ognuno di noi è diversissimo nell’infelicità. L’infelicità è singolare, quello che ci rende singolarissimi. E l’altra cosa è che la parola infelicità non comunica nessuna infelicità, la parola sofferenza, nessuna sofferenza. E allora, in un libro fatto di parole, come tradurre in un libro un sentimento così complesso? L’idea che mi sono fatta è che facciamo esperienza di alcune cose concrete, di alcune situazioni, cioè non è che facciamo esperienza del sentimento dell’infelicità nel suo complesso, ma arrivano delle situazioni in cui questo accade…”.

  • Kamishibai al teatro Rendano

    Kamishibai al teatro Rendano

    Il 14 marzo 2024 alle ore 10 e, in replica alle 11.45, andrà in scena per le scuole, nella cornice del Teatro Rendano, lo spettacolo Storie in Musica, dell’Orchestra Sinfonica Brutia, in collaborazione con l’Associazione Teatrale Porta Cenere, Artebambini di Bologna e l’Associazione Kamishibai Italia. Nello spettacolo testi Allen Say e Assunta Morrone, musiche di Massimo Belmonte e Giuseppe Musumeci, illustrazioni di Allen Say, Francesca Carabelli, Jole Savino e Lida Ziruffo e dei minori stranieri non accompagnati del Centro Sai di Mendicino.
    Nello spettacolo le storie scritte per Kamishibai, un antico strumento di lettura giapponese che associa parole e immagini. In questa particolare performance la contemporaneità di parole, immagini e musica, quest’ultima colonna sonora originale delle storie narrate. La regia teatrale è di Mario Massaro, in scena insieme ad Elisa Ianni Palarchio

  • Ecco la decina finalista del Premio Sila ’49

    Ecco la decina finalista del Premio Sila ’49

    La dodicesima edizione del Premio Sila ’49 ha i suoi dieci libri finalisti. Sono stati annunciati stamattina, lunedì 11 marzo, durante una conferenza stampa tenuta nella sede della Fondazione Premio Sila, nel cuore del centro storico di Cosenza. Ad accogliere giornalisti e appassionati della lettura, il presidente Enzo Paolini, la direttrice Gemma Cestari e i due giurati Valerio Magrelli ed Emanuele Trevi, collegati via web.
    Ecco i 10 libri scelti dalla giuria. “Un paese felice” (Mondadori) di Carmine Abate, “Grande meraviglia” (Einaudi) di Viola Ardone, “Poverina” (Blackie Edizioni) di Chiara Galeazzi, “Quasi niente sbagliato” (Bollati Boringhieri) di Greta Pavan, “La bella confusione” (Einaudi) di Francesco Piccolo, “La vita è breve, eccetera” (Einaudi) di Veronica Raimo, “Jazz Cafè” (La nave di Teseo) di Raffaele Simone, “Il fuoco invisibile” (Rizzoli) di Daniele Rielli, “L’imperatore delle nuvole” (Neri Pozza) di Pierpaolo Vettori, “Una minima infelicità” (Neri Pozza) di Carmen Verde.
    “Il nostro filo conduttore è l’Italia che vorremmo – ha dichiarato il presidente Enzo Paolini – che viene narrata attraverso i romanzi, attraverso le storie, le idee, le vite che ci sono in quelle pagine, ma anche attraverso la saggistica”. Titoli e autori di grande prestigio arricchiscono anche questa edizione del Premio Sila.
    “Una decina di cui siamo molto soddisfatti – ha sottolineato la direttrice del Premio Gemma Cestari parlando dei titoli scelti – che tiene insieme tante voci interessanti dell’Italia. Dieci libri straordinari che arrivano dopo un lavoro importante della giuria”. L’annuncio della rosa dei finalisti lascia adesso il posto agli incontri con gli autori che nei prossimi giorni presenteranno al pubblico del Premio i propri libri. Poi toccherà alla giuria, in collaborazione con il comitato dei lettori, a ridurre a cinque i libri scelti. Da quest’ultima selezione, si arriverà, quindi, al vincitore finale che sarà premiato durante una manifestazione che coinvolgerà l’intera città di Cosenza nei giorni 14, 15 e 16 giugno.

     

  • Premio Sila ’49, lunedì i dieci libri in finale

    Premio Sila ’49, lunedì i dieci libri in finale

    Tutto pronto per ripartire. Tutto pronto per svelare la decina 2024 del Premio Sila ‘49. Lunedì 11, alle ore 11, negli spazi della Fondazione Premio Sila di Cosenza, si terrà la conferenza stampa di presentazione dei libri che concorreranno ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento, giunto ormai alla sua dodicesima edizione.

    Presenti, nella sede della Fondazione nel cuore del centro storico bruzio, il presidente Enzo Paolini e la direttrice del Sila Gemma Cestari. In collegamento web, invece, i giurati Valerio Magrelli ed Emanuele Trevi. L’evento sarà trasmesso in diretta Facebook sulla pagina ufficiale del Premio Sila ‘49.

    Una volta svelata la decina, prenderà, dunque, avvio la serie di incontri con gli autori che presenteranno al pubblico del Premio le loro opere. Dopodiché la giuria del Premio, insieme al comitato dei lettori, procederà a formare la rosa dei cinque libri, fino ad arrivare alla premiazione finale, appuntamento che, come ogni anno, coinvolgerà l’intera città.

  • Lilli Funaro, i successi di Dalla per i 20 anni della Fondazione

    Lilli Funaro, i successi di Dalla per i 20 anni della Fondazione

    La Fondazione Lilli Funaro di Cosenza, impegnata da vent’anni nella lotta contro i tumori attraverso iniziative di ricerca scientifica e sostegno sociale, culturale e benefico, celebra il suo ventesimo anniversario con una serie di importanti e appassionanti attività volte ad alimentare la solidarietà sociale, civile e culturale.

    In occasione di questo significativo traguardo, la Fondazione annuncia il primo concerto solidale “Aspettiamo senza avere paura, domani. Back to home”, previsto per sabato 9 marzo 2024 alle ore 21:00 presso il duomo di Cosenza.

    Si tratta dello spettacolo – un omaggio a Lucio Dalla – ideato e scritto da Daniele Moraca, Sasà Calabrese, Dario De Luca, in cui la forma della canzone si fonde con quella della parola, quindi del teatro. “Tutti i testi delle mie canzoni sono sempre piccoli racconti, ipotesi di sceneggiature” raccontava Dalla. È così che la sua poetica e la sua musica, nella rappresentazione messa in piedi dagli autori, si dipanano in una trama orizzontale, come nell’immaginaria pellicola di un film in cui frammenti di vita sono tenuti insieme dalla musica. Canzoni cantate e recitate si articolano tra gli aneddoti della vita artistica di Dalla in uno spettacolo carico di sentimenti, intimo e leggero, familiare.

    “Aspettiamo senza avere paura, domani. Back to home” promette un’esperienza culturale di grande valore per la città poiché torna a risuonare in una nuova versione, come un nuovo debutto, e lo fa nella storica e maestosa cattedrale di Santa Maria Assunta che, per la prima volta, apre le porte anche ad uno spettacolo di musica e prosa. Il miglior luogo possibile per il momento che segna l’inizio delle attività 2024 della Fondazione Lilli Funaro.

    Il ricavato della serata contribuirà al finanziamento di borse di studio e progetti di ricerca per la cura del cancro, continuando l’importante lavoro svolto dalla Fondazione nel corso degli anni.

    Michele Funaro della Fondazione Lilli commenta: “In venti anni di attività, nel nome di Lilli, abbiamo destinato oltre 250 mila euro a borse di studio e progetti di ricerca per la cura del cancro, offrendo supporto economico a tanti giovani e meritevoli ricercatori calabresi. Anche quest’anno siamo felici di dare avvio ad una nuova primavera della Fondazione, e di farlo attraverso ‘Aspettiamo senza avere paura, domani’, che già nel titolo evoca le speranze di ognuno di noi”.