Si è concluso con un gran galà presso il suggestivo anfiteatro di Polistena, alla presenza del sindaco, Michele Tripodi, il primo storico raduno e stage internazionale europeo della federazione di arti marziali Kempo International, fondata e presieduta da Hanshi, 10° DAN, Jorgensen, svedese di origine ma thailandese d’adozione. La città di Polistena ha, quindi, ospitato un evento internazionale senza precedenti considerato che è la prima volta che ha avuto luogo un raduno di Kempo International in Europa e in Italia. Oltre a Polistena anche le città di Caulonia e Siderno, nei giorni precedenti, hanno ospitato sessioni tecnico pratiche dell’affascinante disciplina.
La straordinaria iniziativa, voluta dal presidente Jorgensen e dal direttore tecnico europeo, il maestro caulonese, 9° DAN, Giuseppe Cavallo, ha contato sul patrocinio di Sport e Salute e dell’ACSI, uno dei maggiori enti di promozione sportiva del CONI, presieduto dal dr. Antonino Viti. Il gran galà finale, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale Polistenese ha raccolto, presso l’anfiteatro, centinaia di appassionati, provenienti da varie città e paesi della Calabria ma anche da altre regioni e dall’estero. Con orgoglio e soddisfazione, l’Accademia del fondata e diretta dal Prof. Giuseppe Cavallo, che ha sedi operative a Polistena, presso la palestra della scuola media Salvemini, a Caulonia Marina, presso l’impianto geodetico di Vasì e a Siderno Marina, presso un bene confiscato, in via dei Tigli, ha presentato al pubblico un evento bello e altamente spettacolare, inedito per la zona della Piana e della Locride.
Sotto la guida del prof Cavallo e del Maestro 8° DAN Tom Pintelon, giunto appositamente dal Belgio, assieme a un team di istruttori ed esperti, si sono svolti momenti di alta formazione, in cui valenti maestri si sono alternati nello svolgimento di sessioni tecniche di elevato livello marziale. Fra questi, il maestro Nicola Geranio (8° DAN), la Maestra Maria Spanò, il Maestro Rocco Garelli, l’allenatore Gabriele Pronestì, l’istruttore e generale c.a. Maurizio Quattrini, il Maestro Coppola. Presenti anche la presidente Teresa Peronace, la segretaria Mariangela Mileto e il dirigente sportivo Francesco Garelli. Nella tre giorni, si è registrata la presenza anche dei sindaci dei Comuni di Siderno, Mariateresa Fragomeni, e Caulonia, Francesco Cagliuso, dell’assessore Antonella Ieace, del fiduciario CONI, Salvatore Papa e del dirigente regionale di Sport e Salute, Walter Malacrino. Nel corso del raduno, dalle atlete e dagli atleti sono state effettuate delle dimostrazioni ed esibizioni e sostenuti esami di passaggio di cintura, di grado (cinture nere) e qualifica (insegnanti tecnici). L’esperienza, unica nel nostro territorio, ha permesso a studenti (soprattutto fanciulle/i) e appassionati italiani e internazionali di: perfezionare tecniche di difesa personale, proiezioni, leve articolari e strategie di combattimento marziale oltre che di acquisire equilibrio psico-fisico, autocontrollo, autostima, consapevolezza, velocità, potenza e tempismo. Un’ottima possibilità, dunque, di crescita tecnica e umana, grazie a un confronto diretto con specialisti di fama mondiale.
Le città di Caulonia e Siderno, nella Locride e di Polistena, nella Piana, sabato 28 giugno diverranno capitali europee delle arti marziali. Ciò per volere del presidente mondiale di Kempo International, il Maestro 10° DAN Jorgensen, e del direttore tecnico europeo, il Maestro 9° DAN Giuseppe Cavallo, che hanno organizzato il primo stage europeo di Kempo, una delle arti marziali che si ritiene sia nata tra i monaci guerrieri del tempio di Shaolin e che, col passare degli anni, si è evoluta fino a divenire uno degli strumenti di difesa personale più efficaci. Fra le tecniche del kempo rientrano, infatti, calci, pugni, proiezioni, lussazioni, leve articolari e combattimento corpo a corpo, sia in piedi sia a terra. “La pratica di questa arte marziale è molto importante” – ha espresso il maestro Cavallo – “poiché consente di acquisire equilibrio psico-fisico, autocontrollo, autostima, sviluppare consapevolezza delle proprie capacità, stabilità strutturale, coordinazione, velocità, potenza e tempismo.” Durante la tre giorni, sotto la direzione del maestro Cavallo e del collega, proveniente dall’estero, Tom Pintelon, 8° DAN di kempo, i discenti italiani e stranieri potranno vivere una esperienza senza precedenti, progredendo tecnicamente e atleticamente. L’evento, patrocinato da Sport e Salute Salute e dall’ACSI, associazione di cultura e sport, EPS CONI, prevede la partecipazione di tecnici provenienti anche da altre regioni italiane, come il maestro e generale c.a. Maurizio Quattrini, il maestro Messina e il maestro Coppola. Prevista, anche la presenza, al completo, dello staff tecnico dell’Accademia di Arti Marziali, difesa personale e kickoxing fondata e diretta dal dottore Giuseppe Cavallo, ovvero gli insegnanti tecnici: maestro Nicola Geranio, 8° DAN; maestra Maria Spanò; maestro Rocco Garelli; allenatore Gabriele Pronestì e asp. allenatore Giovanni Audino. Non mancheranno, inoltre la presidente e i dirigenti Teresa Peronace, Mariangela Mileto (segretaria generale) e Francesco Garelli. Venerdì pomeriggio si partirà a Siderno Marina, presso la vila comunale, con stage ed esibizioni, con il patrocinio del Comune bandiera blu e alla presenza del fiduciario CONI della Locride, prof. Salvatore Papa; per proseguire a Caulonia Marina, sabato 28, dove in serata è previsto anche un momento di intrattenimento, con il patrocinio del Comune bandiera blu di Caulonia. Lo straordinario evento si concluderà con un gran galà, nell’anfiteatro di Polistena, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale. Ad impreziosire gli eventi, la presenza del responsabile regionale Calabria di Sport e Salute, il dottore Walter Malacrino. Importante, a detta dello staff dirigenziale dell’Accademia, il supporto fornito a Caulonia, dal sindaco Cagliuso e dall’assessore Ierace, con la protezione civile guidata da Lorenzo Mazzà; a Siderno dalla sindaca Fragomeni e dal delegato allo sport Lurasco, e a Polistena, dal sindaco Michele Tripodi e dell’amministrazione comunale polistenese, con un impegno straordinario.
L’Amministrazione Comunale di Strongoli e il Comitato Promotore per le Celebrazioni di Biagio Miraglia annunciano con solennità e profonda emozione la manifestazione per la traslazione delle ceneri del patriota, poeta e letterato Biagio Miraglia, che si terrà il 31 maggio 2025, dalle ore 9:30, partendo dal Corso a lui dedicato. La cerimonia pubblica segna un momento di riconciliazione storica tra il passato e la memoria collettiva della comunità.
Nato a Strongoli il 15 gennaio 1823, Biagio Miraglia fu figura centrale del pensiero risorgimentale italiano. Educato tra Cariati e il Collegio Italo-Albanese di San Demetrio Corone, abbracciò giovanissimo ideali liberali e romantici che lo spinsero a prendere parte ai moti rivoluzionari e alla Repubblica Romana del 1849. Poeta profondo, visse l’esilio e l’impegno civile, dedicando la sua penna all’Italia unita, fino alla morte avvenuta a Firenze il 1 aprile 1885.
Il ritorno delle sue spoglie a Strongoli rappresenta non solo un atto di giustizia storica, ma anche un’occasione per ricordare e celebrare l’opera e il pensiero di uno degli intellettuali più significativi del Sud Italia ottocentesco.
29Venerdì 30 maggio e in prosecuzione sabato 31, a Gizzeria (CZ), si terrà la seconda edizione del talk show in angiologia, il cui tema quest’anno è: “Il linfedema e la malattia venosa cronica. La storia, i sintomi, le cause, la diagnosi e i trattamenti innovativi”.
L’evento, la cui responsabilità scientifica è affidata al dottor Elia Diaco, si svolge sotto l’egida delle società mediche di area (Simv, Sidv, International Union of Angiology, Fleboforum) e gode del patrocinio di “Università Magna Graecia” di Catanzaro, Ordine dei Medici di Catanzaro e Regione Calabria.
L’edizione 2025 della kermesse medico scientifica punta nuovamente sulla formula del talk, con una presenza ancora più nutrita rispetto allo scorso anno di giornalisti di testate nazionali e regionali che dialogheranno con i diversi specialisti della patologia venosa. Un modo per dare maggiore risalto alla divulgazione scientifica, senza tuttavia rinunciare alle tradizionali “discussioni” di approfondimento, tipiche della convegnistica medica, cui i talk faranno da introduzione.
La due giorni di lavori è un aggiornamento professionale relativo alla diagnostica, alla terapia e alle tecniche innovative per la patologia venosa e il linfedema. Ma vuole essere anche un’occasione per accrescere tra pazienti e opinione pubblica più in generale la consapevolezza di una patologia tanto diffusa quanto, sovente, sottovalutata o trascurata, nonostante la sua insidiosità.
Le sedute scientifiche sono divise in due parti. La prima tratterà gli aspetti principali dell’angiologia, con lezioni afferenti alla storia, alla patologia venosa, nonché alle malattie dermatologiche e gastrointestinali correlate. La seconda tratterà il linfedema e il lipedema, con una attenzione particolare alla risoluzione di aspetti pratici e dubbi sulle tecniche di esecuzione e sulla manualità nella pratica clinica flebologica.
Chiuderanno il convegno gli approfondimenti sulle procedure terapeutiche e innovative per la malattia venosa cronica.
Il maestro di arti marziali Giuseppe Cavallo è il nuovo fiduciario regionale del settore Jujitsu della Fijlkam, l’unica federazione ufficiale del Coni di judo, lotta, karate, arti marziali. La nomina, su proposta e a firma del presidente regionale federale, maestro Enzo Migliarese, è arrivata dopo l’ultima riunione del consiglio del comitato regionale Fijlkam Calabria.
Nella lettera indirizzata al maestro Cavallo, si legge: «Una nomina che non solo premia competenza, conoscenza e impegno sociale, ma anche coerenza intellettuale, gratuità e dedizione nella consapevole responsabilità di essere riferimento, serio ed equilibrato, su temi sensibili e strategici per le sorti delle nostre società e dell’intera comunità sportiva Fijlkam del territorio». Il Jujitsu o arte della cedevolezza, antesignano delle discipline marziali giapponesi, è un’arte di difesa personale che basa i propri principi sul concetto e sul metodo della flessibilità e dell’utilizzo della forza dell’avversario a proprio vantaggio. Il dottore Giuseppe Cavallo, tra i massimi specialisti del settore, è maestro federale, oltre che di jujitsu, anche di karate e insegnante tecnico di lotta e judo. Inoltre, sempre nell’ambito delle federazioni ufficiali del Coni, possiede la massima qualifica di maestro nel wushu kung fu e nella kickboxing.
«La salute è un fatto sociale totale» e dunque esige uno sguardo interdisciplinare per poter essere osservata e più ancora per provare ad avanzare qualche proposta politica. Non è un caso che al Centro studi su società, salute e territorio, il think tank targato Unical, partecipino ben nove dipartimenti, oltre a quello di Scienze politiche che ne è il capofila (Ingegneria meccanica; Ingegneria informatica; Statistica e finanza; Farmacia e Scienze della salute; Matematica e informatica; Culture, educazione e società; Ingegneria dell’ambiente; Biologia e Scienze della terra). Scienze “dure” e “molli”, ingegneri e ricercatori sociali, stregoni dell’Intelligenza artificiale e umanisti, perché per studiare il legame tra benessere sociale e individuale, tra l’uso delle risorse e la qualità della vita, si deve essere pronti a superare i confini delle discipline.
L’interdisciplinarità come metodo per migliorare il sistema sanitario
Il tema dell’interdisciplinarità, assai caro Giap Parini, sociologo e direttore del Dispes, viene evocato praticamente subito nell’intervento d’apertura del dibattito su “Dati, Sistema informativo in Sanità”. Parini va al cuore delle cose: «la salute e la sanità sono forme sociali che vanno osservate in tutte le loro dimensioni», dunque l’aspetto giuridico, economico, sociale, devono trovare coniugazione efficace. Vincenzo Carrieri, docente di Scienze delle finanze e direttore del Centro studi su società e salute, parte dal problema che sta all’origine di ogni ricerca e cioè la raccolta dei dati, le informazioni sulla base delle quali si costruisce una strategia. Il suo sguardo va audacemente alla Danimarca, ma pure alla Gran Bretagna, dove esiste una consolidata “cultura dei dati” e dove i cittadini che si rivolgono ai sistemi sanitari sono tracciati in modo tale da garantire efficienza nel percorso diagnosi – terapia. Qui è tutto differente: «abbiamo dati incompleti, poche Regioni hanno avviato la raccolta delle informazioni e finiscono per influenzare gli orientamenti in materia di politiche sanitarie», dice Carrieri.
Le Regioni nel nord impongono i loro dati
Vuol dire che i dati raccolti in Emilia, in Toscana o in Lombardia, (le Regioni meglio attrezzate da questo punto di vista) pur non essendo rappresentativi del Paese, vengono assunti come indicazioni nazionali per disegnare la sanità di tutti. Ma c’è un altro problema con cui fare i conti, come avvisa Mariavittoria Catanzariti, giurista dell’Università di Padova e docente dell’European University Institute e riguarda la tutela della riservatezza e i dati relativi alla salute delle persone sono una mole di informazioni di straordinaria delicatezza. Una questione che invoca l’intervento di chi con i dati e il loro trattamento lavora da un pezzo. Gianluigi Greco, direttore del Dipartimento di Matematica e informatica dell’Unical e presidente dell’Associazione italiana per l’Intelligenza artificiale, ci tiene a spiegare come i dati siano «la traccia dell’attività umana nella vita sociale», per questo devono essere disponibili e trasparenti. Sembra di sentire un sociologo, non un informatico, soprattutto quando Greco pone l’attenzione sull’aspetto che potremmo definire politico, spiegando che «i dati vengono oggettivati, considerati cioè assolutamente veri, perché elaborati da macchine cui noi attribuiamo il dono dell’infallibilità». Per questo servono l’uomo e le sue competenze, per guardare e capire.
La platea del convegno
La Babele della sanità, dove le strutture non dialogano tra loro
Oggi nel mondo della sanità la situazione non è tranquillizzante: «le strutture non dialogano tra loro, usano sistemi differenti e la scelta del campionamento della popolazione da monitorare non è neutrale», tenendo conto prevalentemente delle aree ricche del Paese. Ma non solo: ad oggi «nessuno dei sistemi diagnostici italiani usa l’Intelligenza artificiale». Se cercate consolazione, non rivolgetevi a un informatico, vi spiegherà implacabilmente che siamo messi male, ma non rivolgetevi nemmeno a un fisico. Francesco Valentini è docente di Fisica della materia, ma guarda il cielo con gli occhi di chi collabora con le agenzie spaziali italiana ed europea. Che ci fa uno scienziato di questo tipo a un convegno sulla sanità? E’ venuto per spiegare che la raccolta dei dati, sia nell’universo della sanità, che in quello osservato dalla ricerca spaziale, deve affrontare lo stesso problema, quello della Babele delle lingue, che impedisce di comunicare efficacemente, per questo «è urgente unificare i linguaggi, standardizzare la raccolta e uniformare i sistemi di ricerca».
Il paradosso della medicina digitale e il lavoro degli infermieri
In tutto questo emerge un paradosso: la medicina digitale non sempre velocizza il lavoro. Accade infatti, come racconta Nicola Ramacciati, docente Unical presso il corso di Infermiersitica, che «il tempo che gli infermieri impiegano nel trasferire i dati relativi ai pazienti, possa soverchiare quello da dedicare al paziente stesso», causando frustrazione e stress. Per questo appare urgente «progettare sistemi di raccolta dei dati implementando l’uso delle I.A».
L’eccellenza della Nuova Zelanda
Potrebbe non bastare, visto che le criticità stanno ben dentro «l’architettura del sistema sanitario», come svela Domenico Conforti, docente Unical e fondatore del Dehealth lab, il centro di ricerca che coniuga l’ingegneria con l’erogazione della assistenza sanitaria. L’idea di Conforti ha il pragmatismo che ci si attende da un ingegnere, per il quale «la gestione dei dati deve essere integrata con i modelli di cura e di organizzazione, la gestione delle risorse e i servizi digitali». Il suo racconto ci porta a Canterbury, in Nuova Zelanda, dove la sanità viene organizzata in cerchi concentrici con diversi livelli di gestione della salute e percorsi assistenziali che vedono gli ospedali posti sul cerchio più esterno, come ultimo presidio cui il paziente giunge per la terapia. Ma quello è letteralmente un altro modo.
E il ritardo del servizio sanitario della Calabria
Qui abbiamo 21 sistemi sanitari diversi, e in Calabria «la raccolta dati è frammentaria, la loro interpretazione difficile». A dirlo è Alfredo Pellicanò, dirigente regionale e responsabile del settore che si occupa di transizione digitale. Dargli torto è impossibile, infatti l’ultimo allarme lo ha lanciato il presidente Occhiuto, mentre cittadini lo gridano vanamente da molto prima.
Il Premio Sila arriva alla sua 13° edizione ed entra nella sua fase più importante, quella che parte dalla presentazione dei dieci libri finalisti. Nella sede della Fondazione Premio Sila, nel cuore della città antica, il presidente Enzo Paolini, assieme alla direttrice Gemma Cestari e ai giurati Valerio Magrelli, Emanuele Trevi e Nicola Lagioia, hanno annunciato i titoli finalisti, sottolineando quanto complessa sia stata l’opera di selezione.
Il presidente del Premio Sila, Enzo Paolini e la direttrice Gemma Cestari
I dieci titoli finalisti
La rosa dei dieci libri scelti include opere di grande spessore narrativo e saggistico che rappresentano un viaggio attraverso storie, idee e riflessioni sull’Italia contemporanea: Nicoletta Verna, “I giorni di vetro” (Einaudi); Sandro Veronesi, “Settembre nero” (La nave di Teseo); Emanuela Anechoum, “Tangerinn” (Ediz. E/O); Diego De Silva, “I titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi); Pierpaolo Di Mino, “Lo splendore” (Laurana); Andrea Piva, “La ragazza eterna” (Bompiani); Linda Ferri, “Il nostro regno” (Feltrinelli); Marco Lodoli, “Tanto poco” (Einaudi); Giulia Corsalini, “La condizione della memoria” (Guanda) e Marco Ferrante, “Ritorno in Puglia” (Bompiani).
Un Premio con una lunga storia
Il Premio Sila porta in sé un valore culturale, ma anche potentemente simbolico, ereditando e rivitalizzando una storia nobile, quella di un premio letterario nato nel 1949 come uno dei primi premi dedicati alla narrativa e alla saggistica impegnata sul piano sociale e politico. Il Premio è tornato a nuova vita nel 2010 grazie all’impegno della Fondazione Premio Sila e oggi rappresenta una iniziativa impegnativa e coraggiosa, che come ha ricordato Enzo Paolini, comporta un lavoro complesso, ma da cui scaturiscono «magnifiche occasioni», come quella che ha visto «Valerio Magrelli e Nicola Lagioia presentare al pubblico i dieci libri selezionati per questa edizione».
Una selezione che comprende autori esordienti e nomi già affermati
Anche Gemma Gestari, direttrice del Premio, ha sottolineato le difficoltà del lavoro svolto dalla giuria, ma anche la grande soddisfazione per una selezione che comprende «autori esordienti e autori consolidati: grande letteratura ma con una varietà che quest’anno è proprio evidente».
Per nulla casuali, ma al contrario straordinariamente significative del ruolo che oggi svolge il Premio Sila nel panorama culturale nazionale, sono state le parole di Nicola Lagioia, che ha sottolineato come il premio sia «un’occasione importante per riflettere sulla letteratura italiana in dialogo con i grandi temi sociali ed esistenziali».
«Tutto quel che è solido si dissolve nell’aria», avvisano Berman e, ben prima di lui, Marx. Non è una bella cosa che quelle quattro certezze cui proviamo da attaccarci siano anche esse destinate a svanire, ma questo è quanto succede. E dentro questi accadimenti, spesso tumultuosi, vogliamo stare per comprenderli e interpretare la complessità dei fatti.
Per riuscirci ci siano attrezzati al meglio: il nostro giornale, I Calabresi, ha avviato una collaborazione con il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Unical. Una idea lungamente coltivata, poi diventata progetto e finalmente giunta a compimento grazie alla sensibilità del direttore del Dipartimento, Ercole Giap Parini e alla disponibilità dei docenti dei vari corsi di laurea.
L’Unical e il nuovo percorso per I Calabresi
Per I Calabresi è l’occasione per esplorare un nuovo sentiero, stavolta da percorrere insieme all’Unical, e nel corso di questo cammino comune vogliamo caratterizzarci come un giornale attento alle dinamiche sociali, all’osservazione dei fenomeni economici e politici, ai mutamenti dell’agire collettivo, seguendo la bussola dellainterdisciplinarità, che oggi appare il solo strumento in grado di offrire l’opportunità di cogliere le molte sfumature della realtà e la complessità dentro cui ci muoviamo. Di qui l’ambizione di avviare un dialogo con tutti gli ambiti di ricerca, sempre più necessari a fornire uno sguardo differente, eppure ineludibile al fine di governare gli eventi cogliendone il senso e la radice. Un impegno di ricerca che parte dai cubi del Dispes, ma vuole correre lungo tutto il Ponte Bucci, cercando di coniugare le Scienze sociali e politiche con le Stem, la sensibilità sociologica con la scommessa dell’IA, l’economia con i territori.
La terza missione
I fenomeni migratori, il mutamento della costruzione del consenso sociale, la difesa degli spazi di autodeterminazione personale e comunitaria, le forme della comunicazione nell’era digitale e della post verità, le relazioni possibili tra l’umano e il post umano, saranno alcuni degli argomenti cui ci piacerà rivolgere lo sguardo curioso e autorevole, perché basato sul lavoro di ricercatori e accademici di vaglia. In questo modo I Calabresi si candida a diventare spazio di confronto, luogo didattico, palestra di scrittura, estensione delle aule, strumento di divulgazione di iniziative, seminari e ricerche, provando a dare un contributo alla realizzazione della Terza missione dell’Unical.
Perché solo il sapere condiviso è davvero potente e cambia i destini delle persone e dei luoghi.
Vittoriana Abate in onda domenica 24 novembre su Rai Tre alle 13:00 con la prima puntata di “Speciale Le Voci delle donne”. Il programma, condotto dalla giornalista di Rai Uno Vittoriana Abate, è un faro acceso sul drammatico fenomeno del femminicidio. Un viaggio attraverso le testimonianze di donne vittime di violenza affidato al ricordo dei familiari di quelle donne – anche molto giovani – che non ce l’hanno fatta e al racconto di quelle più fortunate che sono sopravvissute; senza dimenticare il dolore e le difficoltà di chi resta, gli orfani di femminicidio.
L’obiettivo è quello di avvicinare – e provare a spiegare – le radici della violenza sulle donne grazie agli interventi di ospiti del mondo della cultura e delle Istituzioni con i quali passare in rassegna gli strumenti legislativi messi in campo per la prevenzione e il contrasto di questa vera e propria ‘piaga’ sociale. E’ stato inserito nella programmazione della direzione approfondimenti Rai guidata dal direttore Paolo Corsini. “Non mi abituerò mai a considerare queste drammatiche vicende solo un ennesimo caso di femminicidio”, sottolinea Vittoriana Abate, tra l’altro autrice assieme all’avvocato e docente universitario Cataldo Calabretta del saggio “Sulla pelle e nel cuore. Quei bravi ragazzi che uccidono” (Graus Edizioni); che ha fornito lo spunto per la realizzazione del format nell’ambito delle strutture del vicedirettore vicario Marco Caputo e del vice direttore Giovanni Alibrandi . Il set, prevede una parte di riprese in esterno – ambientata sulla Piazza di Montecitorio – ed una parte in uno studio televisivo.
La scena è allestita con panchine e scarpe rosse ed il racconto si avvale anche di una serie di servizi filmati ed interviste.
Il messaggio che si vuole veicolare è indissolubilmente legato alla consapevolezza che la violenza sulle donne non può essere confinata a mera faccenda privata: la storia delle vittime di violenza può essere la storia di chiunque, anche la nostra. Quindi nessuno può sentirsi escluso dal formulare risposte e da adottare comportamenti che alimentino e rafforzino la cultura del rispetto a cominciare da una presa d’atto: qualunque cosa abbia a che fare con la violenza non può essere chiamato amore.
Venerdì 6 settembre parte il festival Corigliano Calabro Fotografia, giunto alla ventunesima edizione. L’incantevole castello ducale di Corigliano-Rossano ospiterà tante mostre, presentazioni di libri, premiazioni e le letture di portfolio. Direttore artistico della kermesse – organizzata dall’associazione Corigliano per la fotografia – è Gaetano Gianzi.
L’autore dell’anno, che si occupa di leggere il territorio durante l’anno e poi di preparare una mostra di apertura è Pino Ninfa, il fotografo del jazz, che da anni ha intrapreso una ricerca sui luoghi dei concerti e il loro rapporto con il pubblico e con i musicisti sul palco.
Venerdi 6 settembre, alle ore 19:00 è in programma la presentazione del libro “Gente mia” del fotografo e attore Gianfranco Jannuzzo. Interverranno, oltre all’autore, Gaetano Gianzi, Nello Gallo, Antonio Liotta (editore) e Angelo Pitrone (curatore).
L’evento proseguirà sabato 7 settembre, alle ore 11:30, quando Mario Greco e Giuseppe Morello presenteranno il libro “Rossa tra collina e mare”. Un viaggio fotografico nei luoghi e tra la gente della cipolla rossa, IGP, di Tropea. A seguire Mario Greco presenterà il libro l’Ape Regina. Nel pomeriggio, alle 16:00; sarà presentato l’ultimo numero della rivista I mondi di CITIES (Contemporary Urban Vibes Talk), alla presenza dello staff editoriale composta da Angelo Cucchetto, Attilio Lauria e Sonia Pampuri.
Domenica 8 settembre, a partire dalle 10:30, fino al tardo pomeriggio, si terranno i seguenti eventi: Fausto Giaccone presenterà il suo lavoro, Portugal 1975;
Pietro Masturzo parlerà di reportage fotografico nell’incontro condotto da Francesco Cito e Maurizio Garofalo; proclamazione del vincitore della 5° edizione del Corigliano Calabro Fotogrofia Book Award, Robbie Mcintosh; premiazione vincitori del 3° Concorso Fotografico Nazionale Fiere e Mercati: premiazione vincitore del 17° Portfolio Jonico tappa del circuito nazionale di Portfolio Italia.
LE MOSTRE
Sabato 7 è in programma l’inaugurazione delle mostre che saranno visitabili al castello ducale fino al 3 novembre: Pino Ninfa con Suoni del Tempo – GIANFRANCO JANNUZZO con Gente mia – PIETRO MASTURZO con Facts on The Ground – FAUSTO GIACCONE con Portugal 1975 – ROBBIE MCINTOSH con On The Beach – MARIA PANSINI con Under The Blanket – MASSIMO NAPOLI con Omotesando – FABIOMASSIMO ANTENOZIO con Verde Mennonita – GREGORIO CALDEO con Sfumature di Strada – TRAVEL TALES AWARD Popoli e Paesi, Collettiva di autori interazionali – 3° CONCORSO FOTOGRAFICO NAZIONALE Fiere e Mercati, Collettiva,
Spazio alla XVII edizione del Portfolio Italia del circuito Fiaf. Le letture Portfolio partiranno sabato 7 settembre alle ore 10 fino alle 13 e dalle 15 alle 17. Si ricomincia il giorno dopo, sempre al castello ducale, dalle 10 alle 13.
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