Due persone sono morte oggi in un incidente avvenuto sulla strada statale 107 “Silana-Crotonese” a Spezzano della Sila. Secondo una prima ricostruzione, la moto si sarebbe scontrata con l’auto. Le due persone a bordo, un uomo ed una donna, sono cadute sull’asfalto. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 ma per i due, una coppia di San Giovanni in Fiore, non c’era più niente da fare.
Autore: Redazione
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Tifoso razzista del Vicenza: ultrà del Cosenza sono «scimmie calabresi»
«Scimmie, scimmie calabresi, lavatevi che puzzate di ‘nduja». Sono frasi inqualificabili pronunciate da un tifoso del Vicenza – durante lo spareggio con il Cosenza di giovedì scorso – in un video caricato su You Tube e pubblicato sul canale L’Ultrà dei poveri. Salvo poi scomparire sotto la dicitura: video non disponibile. Ma I Calabresi ne ha conservato la versione integrale. Una parte di questa ha deciso di mostrarla.
Sul campo la compagine veneta si è imposta per 1-0. L’ultrà del Vicenza si cimenta poi con l’immancabile «terroni di merda». Non mancano i consueti stereotipi: «Cosa è la Calabria? ‘Nduja e mafia?». Continua la sua performance razzista gridando: «Ributtateli in Africa». Venerdì prossimo il ritorno dello spareggio- per restare in serie B- in uno stadio San Vito Marulla che si preannuncia infuocato.
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Negli ultimi due giorni sbarcati 140 migranti a Crotone
Sono complessivamente 140 i migranti sbarcati in due giorni al porto di Crotone negli ultimi due giorni. Due le imbarcazioni che sono state intercettate al largo della costa crotonese dalle unità navali della Guardia di Finanza. Il primo sbarco si è registrato la notte scorsa quando sono approdate in porto 69 persone tra cui 51 uomini, 8 donne e 10 minori provenienti da Afghanistan, Iran, Iraq e Siria.
Poche ore dopo, nelle prime ore di stamani c’è stato un secondo sbarco di 71 persone tra cui 11 donne e 11 minori. Sei persone sono state trattenute dalla Guardia di finanza in quanto ritenuti essere gli scafisti. Le operazioni di sbarco sono state coordinate dalla Prefettura di Crotone e gestite dalla Questura di Crotone. Al porto anche i sanitari del Suem 118. All’arrivo i migranti sono stati accolti dalla Croce Rossa Italiana che ha proceduto al loro trasferimento presso il centro di accoglienza di Sant’Anna.
Nei giorni scorsi due persone hanno perso la vita nello sbarco avvenuto a Roccella Jonica. Dove oltre cento migranti di diversa nazionalità sono approdati nella cittadina della Locride.
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Terme Luigiane, finora solo annunci. Continua il dramma dei lavoratori
L’incubo lavorativo, che per i 250 dipendenti delle Terme Luigiane dura ormai da 6 anni, continua. Si sono avvicendati ben 4 presidenti di Regione e sono stati sottoscritti accordi alla Cittadella e in Prefettura. Ma gli stabilimenti si ritrovano ancora una volta chiusi. Eppure la stagione, «se solo si volesse, potrebbe ripartire domani mattina». Il “Comitato dei Lavoratori Terme Luigiane” ne è convinto ma è costretto a osservare come «centinaia di interrogazioni, denunce e istanze promosse da lavoratori, cittadini e da ogni parte politica» non abbiano risolto concretamente un problema «che sta diventando lo specchio di una Calabria che non funziona e che costringe i padri di famiglia, con immensa rassegnazione, a fare le valigie pensando a quanto il buon Dio abbia dato a questa terra e a come noi Calabresi siamo incapaci di mettere a frutto tali doni».
Acque (e dignità) in mare
Questo è esattamente ciò che sta accadendo alle Terme Luigiane: «Una realtà perfettamente funzionante da una parte e, dall’altra, qualcuno dotato delle giuste coperture, che ha scelto in maniera arbitraria di distruggere tutto nel tentativo di portare a compimento disegni a noi ignoti, sversando nel mare le preziose acque termali e la nostra dignità di lavoratori». Alla Sateca, «che ha da sempre gestito le Terme Luigiane, garantendoci – proseguono i lavoratori – occupazione stabile e correttamente remunerata, è stata tolta l’acqua termale contro ogni legge e contro ogni sentenza giudiziaria, preferendo il nulla a un qualcosa che funzionava e che ha dato la possibilità ad intere famiglie per intere generazioni di mantenere un livello di vita più che dignitoso e soddisfacente».

Una pozza d’acqua sulfurea nei pressi delle Terme Luigiane Terme Luigiane, l’aiuto di sindacato e chiesa
Oggi i lavoratori si ritrovano «costretti a spezzare i sogni» dei loro figli e «nella condizione di non sapere cosa portare in tavola». Tra le istituzioni «che ci sono state sempre vicine (di fatto le uniche)», i dipendenti della struttura annoverano «la Cisl con Gerardo Calabria, che ha dall’inizio combattuto con noi questa battaglia e, nelle persone di Monsignor Leonardo Bonanno e di don Massimo Aloia, la Chiesa che ha provveduto a pagarci le bollette, a farci la spesa alimentare e, soprattutto, a manifestarci costantemente vicinanza e condivisione quotidiana delle nostre angosce».

Don Massimo Aloia, parrocco delle Terme Luigiane Finora solo buone intenzioni
Il presidente della Regione Roberto Occhiuto il 15 dicembre 2021 ha ricevuto il sindacato Cisl e una delegazione di lavoratori «garantendo discontinuità con la precedente linea politica e assicurando che entro la fine dell’anno avrebbe risolto la situazione affinché si potesse iniziare a programmare la prossima stagione termale». Il 26 marzo 2022 lo stesso Occhiuto in un video messaggio ha comunicato l’intenzione della Regione di acquisire tramite Fincalabra le Terme Luigiane al fine di superare lo stallo e consentire la ripartenza dell’attività. «Cosa sia successo nel frattempo – afferma il Comitato – noi lavoratori non lo sappiamo e, tutto sommato, ci interessa poco. Quello che rileviamo con sconforto è che alla data di oggi nulla di fatto è cambiato e le prospettive di ripartire per la prossima stagione sono ormai estremamente ridotte».
le Terme Luigiane e le riunioni che non risolvono
Da quello che la Cisl comunica ai lavoratori e dalle informazioni che loro stessi riescono ad avere pare che continuino le interlocuzioni e le riunioni tecniche. Ma le soluzioni sembrano ancora lontane. «Ciò di cui né noi 250 lavoratori, né i 22.000 curandi, né le migliaia di assidui frequentatori delle Terme Luigiane riescono a capacitarsi – fanno notare ancora i dipendenti – è il motivo per cui le Terme Luigiane siano chiuse. Secondo la sentenza del Tar dell’8 novembre 2021, l’attività della Sateca sarebbe dovuta continuare senza soluzione di continuità e questo è stato impedito con la forza da parte delle due amministrazioni comunali di Guardia Piemontese e di Acquappesa e con la complicità della Regione Calabria che, in quanto proprietaria delle acque, avrebbe avuto l’obbligo, sia morale che istituzionale, di impedire un simile scempio e di assicurare il diritto a tutti i cittadini di curarsi».
La politica «cieca» e il bene comune
I dipendenti della struttura ribadiscono dunque come non sia accettabile «che in una terra assetata di lavoro come la nostra ci troviamo ancora una volta davanti a chi il lavoro potrebbe garantircelo immediatamente e questo viene impedito da una politica cieca ed egoista, incurante del bene comune e, soprattutto, indifferente a quanto sancito dalla magistratura».
L’ennesimo appello a Occhiuto per riaprire le Terme Luigiane

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto Il Comitato lancia dunque un ennesimo appello a Occhiuto: «Ripristini immediatamente una situazione di legalità, nella quale si dia immediata esecuzione alla sentenza del Tar, nella quale chi ha distrutto le Terme Luigiane venga punito e chi ci ha garantito da sempre giusti diritti abbia la possibilità di continuare a farlo. Presidente, faccia riaprire l’acqua, come è giusto che sia, e ci ridia la dignità e il futuro che meritiamo. La Sua sensibilità, la Sua cultura e formazione politica e il Suo ruolo Le consentono di trovare una “soluzione ponte” immediata che dia finalmente respiro a noi lavoratori e alle migliaia di curandi che aspettano con ansia una data di riapertura».
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In Calabria 17 Bandiere Blu nel 2022: Tropea e le new entry
Sono 17 le Bandiere Blu in Calabria. Due nuovi ingressi nel 2022: si tratta di Caulonia e Isola Capo Rizzuto. Le altre 15 sono: Tortora; Praia a Mare; San Nicola Arcella; Santa Maria del Cedro; Diamante; Roseto Capo Spulico; Trebisacce; Villapiana; Cirò Marina; Melissa; Isola di Capo Rizzuto. In provincia di Catanzaro: Sellia Marina; Soverato; Tropea; Roccella Jonica; Siderno.
Sono 210 i Comuni italiani che quest’anno hanno ottenuto la Bandiera Blu, il riconoscimento alle località rivierasche e ai porti turistici più incontaminati e sostenibili, assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee), ong internazionale con sede in Danimarca. I criteri per l’assegnazione della Bandiera Blu sono assoluta validità delle acque di balneazione, efficienza della depurazione e della gestione dei rifiuti, aree pedonali, piste ciclabili, arredo urbano, aree verdi, servizi in spiaggia, abbattimento delle barriere architettoniche, corsi d’educazione ambientale, strutture alberghiere, servizi d’utilità pubblica sanitaria, informazioni turistiche certificazione ambientale delle attività istituzionali e delle strutture turistiche, pesca sostenibile.
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Da “Bin Laden” al bancario, le mani delle ‘ndrine su Roma
Ci sarebbe stata una «nave» chiamata ‘ndrangheta dietro capi e gregari della “locale” colpita dall’operazione Propaggine, condotta oggi dalla Dia tra il Lazio e la Calabria. Il gip di Roma, Gaspare Sturzo, lo annota nell’ordinanza con cui ha disposto 43 misure cautelari nell’ambito dell’indagine antimafia sulla cosca che avrebbe messo radici nella capitale per allungare le mani su svariate attività economiche (ristoranti, bar e pescherie nella zona nord di Roma e in particolare nel quartiere di Primavalle). Nel provvedimento si cristallizza la prova del «metodo mafioso» e «della paura di coloro che si sono trovati sulla strada» di quei presunti affiliati che ostentavano la loro «vicinanza alla ‘ndrangheta (“dietro di me c’è una nave“), impedendo alle vittime così di denunciare alle Forze dell’ordine avendo paura di ritorsioni».
Soldi sporchi e omertà
Per il giudice ci si trova «di fronte ad un complesso di vicende che a partire dal 2015/2016 si sono sviluppate, alcune ancora in corso sino al settembre 2020 e comunque con effetti di permanenza quanto a società ed aziende ad oggi gestite con capitali di illecita provenienza, o oggetto di riciclaggio, mostrando come gli indagati sono stati in grado di impedire – scrive il gip – ogni forma di collaborazione con le autorità giudiziarie, sia delle vittime, come di professionisti non collusi con costoro, nonché degli stessi dipendenti delle aziende e società».
Da Bin Laden a “Scarpacotta”
Il boss Vincenzo Alvaro, ritenuto dagli inquirenti uno dei due capi della ‘ndrina operante a Roma, in un’intercettazione agli atti dell’indagine diceva: «Siamo una carovana per fare la guerra». Tra gli arrestati del filone reggino dell’inchiesta ci sono tutti i presunti esponenti di vertice della cosca Alvaro di Sinopoli. In carcere sono finiti Carmelo Alvaro, detto “Bin Laden”, Carmine Alvaro, detto “u cuvertuni”, ritenuto il capo locale di Sinopoli, e i capi locale di Cosoleto Francesco Alvaro detto “ciccio testazza”, Antonio Alvaro detto “u massaru”, Nicola Alvaro detto “u beccausu” e Domenico Carzo detto “scarpacotta”.
Nel 2015 il via libera ai due capi
La “locale” romana, ottenuto il via libera dalla casa madre in Calabria, sarebbe stata guidata da una diarchia: ai vertici ci sarebbero stati Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, entrambi appartenenti a storiche famiglie di ‘ndrangheta originarie di Cosoleto, centro in provincia di Reggio Calabria. Le risultanze investigative hanno evidenziato come fino al settembre del 2015 non esistesse una “locale” nella Capitale, anche se sul territorio cittadino e in altre zone del Lazio come il litorale operavano numerosi soggetti appartenenti a famiglie e dediti ad attività illecite. Nell’estate del 2015 Carzo avrebbe ricevuto, secondo quanto accertato dagli inquirenti, dall’organo collegiale posto al vertice dell’organizzazione unitaria (la Provincia e Crimine) l’autorizzazione per costituire una struttura locale che operava nel cuore di Roma secondo le tradizioni di ‘ndrangheta: riti, linguaggi, tipologia di reati tipici della terra d’origine.
Il commercialista e il bancario
Tra le persone raggiunte oggi da misura cautelare ci sono anche alcuni professionisti accusati di «avere messo a disposizione» della cosca il loro bagaglio di conoscenze. Si tratta di un commercialista, al quale il gip ha applicato la misura del carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, e un dipendente di una banca. Contestualmente le forze ordine (questure, i carabinieri e guardia di finanza di Roma e Reggio Calabria) hanno proceduto ad un sequestro preventivo nei confronti di una serie di società ed imprese individuali operanti a Roma e intestate a prestanome.
Il filone reggino
Dalle indagini condotte dalla Dda reggina è emerso che la cosca, oltre ad essere operativa nel territorio di Sinopoli, dominava anche il centro urbano di Cosoleto, paese aspromontano il cui sindaco, Antonino Gioffré, figura tra gli arrestati. Dalle indagini è emerso un forte interesse dei sodali per la competizione elettorale del Comune di Cosoleto del 2018. In particolare Antonio Carzo, ritenuto capo del locale romano, è accusato con il sindaco Gioffré di scambio politico-elettorale. Oltre a questo reato, gli indagati rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, favoreggiamento commesso al fine di agevolare l’attività del sodalizio mafioso e detenzione e vendita di armi comuni da sparo ed armi da guerra aggravate.
Da Roma a Sinopoli
L’attività investigativa è stata avviata nel 2016 dal Centro operativo della Dia con il coordinamento della Procura di Roma. Successivamente, a seguito dell’emersione di numerosi e significativi punti di contatto con soggetti calabresi operanti a Sinopoli, Cosoleto e territori limitrofi, parte degli atti sono stati trasmessi per competenza e le indagini, per tale parte, sono proseguite con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria. Oltre a confermare l’esistenza del locale di ‘ndrangheta nel territorio di Sinopoli, dove è radicata la famiglia mafiosa degli Alvaro e a cui è legata la famiglia Penna, le indagini hanno consentito di appurare come la cosca abbia dato vita, nella capitale, ad un’articolazione (denominata locale di Roma), che rappresenta un “distaccamento” autonomo, del sodalizio radicato in Calabria.
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Attilio Nostro nuovo segretario dei vescovi calabresi
Cambio della guardia ai vertici della Conferenza episcopale calabra. Attilio Nostro, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, è diventato segretario della Cec. Monsignor Nostro subentra a Giuseppe Schillaci, il vescovo di Lamezia Terme, che lascia la Calabria dopo la nomina a presule di Nicosia.
L’elezione di Attilio Nostro si è svolta nella sessione straordinaria dell’assemblea dei vescovi calabresi, riunitasi nei locali del Seminario Regionale “S. Pio X” di Catanzaro.
«Dopo la preghiera comune, i vescovi hanno espresso a monsignor
Schillaci auguri e felicitazioni per la nuova nomina e la loro gratitudine per la testimonianza di bontà e mitezza, di comunione fraterna e di fede che egli ha offerto negli anni in cui ha svolto il suo ministero episcopale in Calabria».I vescovi, riporta ancora la nota, si sono dedicati con grande attenzione alla preparazione alla prossima Assemblea della Conferenza episcopale italiana, all’andamento dell’Istituto teologico calabro, al Seminario regionale. Nel pomeriggio i vescovi hanno valutato alcune iniziative ecclesiali riguardanti la Chiesa calabrese e hanno concluso la loro riunione con la preghiera del Vespro.
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L’allarme degli 007 stranieri: «Le ‘ndrine vogliono far saltare in aria Gratteri»
Le ‘ndrine progettavano di «far saltare in aria Nicola Gratteri», procuratore di Catanzaro. È quanto si legge oggi nell’edizione on line del Fatto Quotidiano. Un servizio segreto straniero ha avvisato i colleghi italiani del piano per eliminare il magistrato che da anni lotta in prima linea contro la criminalità organizzata.
L’intelligence estera avrebbe captato alcune conversazioni telefoniche. Nelle quali sono state pronunciate parole inquietanti. I clan che starebbero pianificando l’azione criminale hanno una parte dei loro affari nel contesto del Sud America e degli Stati Uniti. Questo spiegherebbe l’intercettazione degli 007 stranieri.
I soggetti intercettati e interessati al progetto criminale apparterrebbero alle famiglie di ‘ndrangheta più direttamente colpite negli ultimi anni dalle indagini di Gratteri. Secondo quanto riporta il quotidiano «l’attentato si sarebbe dovuto consumare lungo il tragitto che collega l’abitazione del magistrato e il suo ufficio».
Rafforzata la scorta a Nicola Gratteri
È stata subito rafforzata la scorta al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, con altre due auto blindate. Una delle macchine è dotata di “bomb jammer”, dispositivo che inibisce frequenze Gsm, radio e cellulari utilizzate per innescare ordigni. Inoltre sono stati messi sotto scorta anche la moglie del magistrato e i figli che studiano fuori dalla Calabria. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la Procura di Salerno competente nelle inchieste in cui sono parte offesa i magistrati del Distretto di Catanzaro. Il Copasir, a quanto si apprende, ha attivato le procedure per acquisire informazioni in merito alla notizia
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Il Pd chiede un consiglio regionale con il vescovo Savino
Il capogruppo del Pd Bevacqua: «Le parole di Monsignor Savino scuotono le coscienze e devono provocare una nuova consapevolezza»
«Le parole usate dal vescovo Francesco Savino nell’intervista rilasciata a I Calabresi scuotono le coscienze dei calabresi e devono portare la società e la politica ad interrogarsi».
A sostenerlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Domenico Bevacqua. «Come non dare ragione al presule di Cassano quando identifica la Calabria, come la Regione dalle belle possibilità che restano sempre inespresse, quando si interroga sul ruolo della massonerie deviate, sul rapporto tra Istituzioni e politica, sulla libertà del voto o sulle logiche che fin qui hanno strangolato la sanità mettendo a repentaglio lo stesso diritto alla salute dei cittadini?».
Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio «Ma la critica di Monsignor Savino è ancora più apprezzabile – spiega Bevacqua – perché non si ferma soltanto alla parte distruttiva e all’elenco delle tante piaghe che affliggono la nostra Regione, ma formula interrogativi sui quali tutti siamo chiamati a riflettere. Davanti ad uno scenario del genere – si chiede il presule – com’è possibile che il popolo calabrese non abbia la forza e il coraggio per indignarsi? E perché poi questa indignazione non trova sbocco in una proposta politica che trovi successivo consenso?».
«Si tratta di interrogativi di non poco conto – dice ancora il presidente del gruppo dem a palazzo Campanella – che vanno alla radice dei problemi che da decenni insistono sul nostro territorio. Serve una presa di coscienza da parte della politica, dei partiti, delle associazioni e dei cittadini. Un nuovo grado di consapevolezza che sappia provocare indignazione e la sappia poi incanalare in azioni e proposte in grado di elaborare soluzioni e scardinare gli apparati di potere e tutte le incrostazioni di cui parla Savino».
«Non è certo un percorso facile – conclude Domenico Bevacqua – ma deve essere intrapreso senza alcun tipo di titubanza. È l’unica strada per provare a cambiare davvero le cose e fare in modo che Istituzioni, partiti e cittadini tornino a confrontarsi e reinventino luoghi di elaborazione politica. Come capogruppo del Pd sento il dovere di inviare un ringraziamento a Monsignor Savino e come partito faremo in modo di avviare fin da subito un percorso di riflessione sui tanti spunti che ha fornito a tutta la Calabria. Intanto, alla prossima Conferenza dei capigruppo chiederò che si convochi una seduta di Consiglio ad hoc invitando Monsignor Savino a prendere parte ai lavori».
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Unical: sedici prof tra i migliori scienziati del mondo
Sono sedici i docenti dell’Università della Calabria inseriti tra i Top scientist da Research.com, una piattaforma accademica che cura ranking dedicati alla ricerca accademica nelle varie discipline, avvalendosi di un ampio database che contiene i profili di 27mila scienziati, i dati di oltre 1.200 conferenze e più di 950 riviste scientifiche.
Il ranking (cioè il giudizio) è elaborato sulla base dell’h-index, o indice di Hirsch, un indicatore che misura l’impatto scientifico di un autore sulla base del numero di pubblicazioni scientifiche e di citazioni ricevute. Research.com prende in considerazione solo ricercatori con un h-index molto elevato (da 30 a 40, in base all’area disciplinare) e ricava i dati da Microsoft Academics, il più grande database bibliometrico aperto.
Di seguito, i docenti presenti nel ranking.
Biologia e Biochimica. Tra i top scientist sono presenti i docenti Monica Rosa Loizzo e Cesare Indiveri. Le università censite in tutto il mondo sono mille.
Chimica. In quest’area si registra l’ingresso, tra i top scientist, del professor Bartolo Gabriele. Anche qui le università presenti nel ranking sono mille.
Elettronica e ingegneria elettrica. Tra i docenti con l’h-index più alto per l’area – che prende in considerazione 646 università in tutto il mondo – ci sono, per l’Unical, i docenti Giancarlo Fortino e Antonio Iera.
Genetica e biologia molecolare. Nel ranking dei migliori scienziati per quest’area disciplinare è presente il professor Giuseppe Passarino. In totale gli atenei presenti in classifica, in tutto il mondo, sono 537.
Informatica. Sono cinque i docenti Unical inseriti tra i top scientist. Nel ranking compaiono i professori Giancarlo Fortino, Nicola Leone, Alfredo Cuzzocrea, Domenico Talia e Antonio Iera. Sono 940 le università prese in considerazione.
Ingegneria e tecnologia. Qui tra i top scientist Unical compaiono i docenti Efrem Curcio, Felice Crupi e Francesca Guerriero. Gli atenei presenti nel ranking per questa categoria sono mille.
Ingegneria meccanica e aerospaziale. Tra i top scientist Unical sono nel ranking – in cui rientrano 431 atenei di tutto il mondo – i professori Giuseppe Carbone e Domenico Umbrello.
Matematica. In quest’area l’Unical è presente con il professor Yaroslav Sergeyev. Le università nel ranking sono 616.
Scienze della Terra. L’Unical è nel ranking con il professor Salvatore Critelli. Le università presenti, in totale, sono 625.
