Autore: Redazione

  • Terrorismo, Isis nel dark web: perquisizioni anche a Reggio Calabria

    Terrorismo, Isis nel dark web: perquisizioni anche a Reggio Calabria

    Polizia di Stato e Carabinieri hanno eseguito perquisizioni in molte città italiane, compresa Reggio Calabria, disposte dalla Procura Distrettuale di Roma per associazione con finalità di terrorismo internazionale, nell’ambito di un’operazione congiunta che ha coinvolto complessivamente 29 persone.

    L’operazione costituisce l’epilogo di una più vasta e articolata indagine diretta a prevenire la minaccia terroristica di matrice religiosa derivante dall’utilizzo del dark web. L’attività investigativa ha avuto inizio oltre un anno fa in seguito alla segnalazione – acquisita dall’Antiterrorismo della Polizia di Stato e dal ROS attraverso il Federal Bureau Investigation statunitense – dell’esistenza di un sito di propaganda dell’organizzazione terroristica Isis presente nel dark web cui potevano aver fatto accesso internauti presenti in Italia.

    Nel corso delle perquisizioni – che hanno interessato le città di Roma, Milano, Torino, Ancona, Bergamo, Padova, Verona, Rovigo, Vercelli, Bologna, Cesena, Rimini, Latina, Arezzo, Foggia, Reggio Calabria, Ragusa, Trapani e Caltanissetta – sono stati sequestrati numerosi device oltre a materiale informatico, su cui proseguono gli approfondimenti delle Digos e delle articolazioni della catena anticrimine del Ros, supportati dai rispettivi Uffici centrali.

  • Figoli e il voto a Cirò: «Su di me solo illazioni»

    Figoli e il voto a Cirò: «Su di me solo illazioni»

    Nel servizio giornalistico dal titolo “Vuoi i voti della ‘ndrangheta? E a Cirò cala il silenzio” a firma di Alessia Bausone, leggo quanto segue:
    Oggi si vocifera con insistenza di un suo ritorno a Cirò nella qualità di vicesindaco della futura amministrazione Sculco. Ma solo se il cugino presente in lista, Andrea Grisafi, fosse il più votato tra i candidati. Certamente godrà dell’appoggio del responsabile dell’ufficio finanziario del Comune, lo zio di Dell’Aquila (fratello della madre), Natalino Figoli, recentemente finito nell’occhio del ciclone per presunte irregolarità nel concorso per gli autisti dello scuolabus e, prima ancora, per le tasse universitarie pagate dal Comune (circostanza citata nel decreto di scioglimento). Presente in lista anche una giovane parente del consigliere regionale del M5S, Francesco Afflitto, Martina Virardi con sostegno (almeno virtuale, con “like” social) dell’ex maresciallo dei carabinieri di Cirò, Diego Annibale, a processo per rivelazione di segreto d’ufficio proprio a favore del citato Figoli.

    Non ho subito alcuna condanna penale o civile in riferimento ai fatti elencati ed essendo la responsabilità penale del tutto personale non esiste alcuna ragione per essere coinvolto in fatti di cui sono totalmente estraneo e ignaro.
    Non si capisce inoltre che cosa possa comprovare la segnalata parentela con il figlio di mia sorella con il quale non ho nessun rapporto di lavoro o di relazioni, se non il fatto di essere mio nipote.

    Smentisco che il soggetto citato possa “godere dell’appoggio del responsabile dell’ufficio finanziario del Comune” come erroneamente e falsamente sostenuto, istillando nel lettore il dubbio che il sottoscritto possa compiere atti contrari al normale svolgimento delle proprie mansioni.
    Il tutto è frutto di illazioni e di conclusioni personali della giornalista, con approvazione del direttore responsabile, che non sono provate da nulla e di fatto diffamano la mia reputazione.

    Pertanto valuterò di rivolgermi alle Autorità precostituite a difesa e a tutela della mia onorabilità. Segnalerò inoltre all’Ordine dei Giornalisti Nazionale la condotta priva di ogni deontologia professionale della giornalista citata che mira non a informare il lettore ma a screditare ad arte e mestiere persone, come il sottoscritto.

    Cordialmente,

    Natalino Figoli

     

    *****

    La replica di Alessia Bausone a Natalino Figoli

    L’articolo, come chiunque può appurare dalle frasi che Figoli stesso cita, non gli attribuisce «alcuna condanna penale o civile in riferimento ai fatti elencati», per usare la sua espressione. Né tantomeno instilla dubbi su «atti contrari al normale svolgimento delle proprie mansioni»: dare il proprio eventuale sostegno elettorale a un parente – o avere un nipote – non sarebbe certo reato e sfugge in che modo ciò possa ledere l’immagine di Figoli.

    Ritengo sia curioso l’invio di una richiesta di rettifica proveniente non dalla mail personale dell’interessato ma dalla mail della ragioneria del Comune di Cirò, essendo, in quest’ultimo caso, tra l’altro, obbligatoria per legge (ex art. 53, comma 5 del DPR 445/2000) la protocollazione in digitale di tutte le comunicazioni in uscita, cosa non avvenuta.
    Nel merito, invito il diretto interessato ad una rilettura attenta del servizio giornalistico, che tocca, solo di sfuggita, le simpatie politiche di Figoli, platealmente manifestate nel profilo social Facebook che ha deciso di chiudere dopo la pubblicazione di questo articolo.

    Per meglio precisare fatti afferenti lo stesso Figoli, l’ex comandante dei carabinieri Diego Annibale, citato nel pezzo, risulta rinviato a giudizio per aver rilevato (sempre nell’ipotesi accusatoria al vaglio del Tribunale) informazioni secretate su un procedimento di riabilitazione ex art. 178 c.p. (cioè di “pulitura” del casellario giudiziario a seguito di condanna definitiva o decreto penale di condanna) promosso dallo stesso Figoli a suo favore.

    Inoltre, nella relazione prefettizia (redatta ai sensi dell’art. 143, comma 3, del D.lgs 267/2000 del 6 agosto 2013) in cui emerge la questione delle tasse universitarie pagate dal Comune, si legge chiaramente, anche, che nel 1999 è stata applicata su richiesta delle parti, nei confronti di Figoli, «la pena di reclusione di anni 1 e mesi 10, oltre alla sanzione pecuniaria, tra l’altro per i reati di ricettazione e soppressione di atti veri».
    Inoltre, nel predetto atto, si legge che Figoli, come specificato in relazioni di servizio dell’Arma dei Carabinieri, «è stato notato nel periodo che va dal 1992 al 1995 con esponenti al vertice della cosca cirotana» e che «a prescindere dall’esito giudiziario» questi  incontri hanno «una precisa significatività».

    Certa di aver fatto una operazione di ulteriore chiarezza a favore del pubblico e dello stesso Figoli, continuo con serenità la mia attività di inchiesta.

    Alessia Bausone

  • San Francesco di Paola: dal 30 maggio partono i festeggiamenti a Cosenza

    San Francesco di Paola: dal 30 maggio partono i festeggiamenti a Cosenza

    I festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola partiranno lunedì 30 maggio 2022 per poi concludersi giovedì 2 giugno. Torna la processione del santo dopo le restrizioni imposte dall’emergenza pandemica degli anni scorsi.
    È quanto fanno sapere i Frati Minimi della parrocchia di San Francesco di Paola a Cosenza.
    Nei giorni del Sacro Triduo – lunedì 30 maggio, martedì 31 maggio e mercoledì 1 giugno – le sante messe saranno celebrate alle ore 08:30 e 18:00 e il Santo Rosario sarà recitato unitamente alla preghiera al Santo per le ore 17:30.

    Il programma della festa 

    Il programma del 2 giugno, che è il giorno della festa del Santo Patrono della Calabria e della Gente di Mare d’Italia e Compatrono della città bruzia e dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano: sante messe alle ore 08.30 e 11:00 nella Chiesa di corso Plebiscito; alle ore 17:30 celebrazione dei Vespri; alle ore 18:00 processione; ore 19:00 solenne celebrazione eucaristica presieduta nella Chiesa Cattedrale da Monsignor Francesco Nolè, arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano.

    L’itinerario della processione e le chiavi della città al santo

    L’itinerario della processione: Via San Francesco di Paola, Ponte San Francesco di Paola, corso Umberto I°, Piazza dei Bruzi, via Sertorio Quattromani, Piazza dei Valdesi, Corso Telesio, Duomo, Piazza Piccola, Ponte Gravina, corso Plebiscito.
    Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, consegnerà davanti al municipio la chiave d’oro della città a San Francesco di Paola.
    Venerdì 3 giugno alle ore 18:00 sarà celebrata una messa di ringraziamento nella Chiesa del Santo in corso Plebiscito.

  • Mimmo Lucano, al via l’appello

    Mimmo Lucano, al via l’appello

    Non è in aula Mimmo Lucano quando, poco dopo le 10, prende formalmente il via il processo d’appello che lo vede coinvolto assieme ad altri 17 imputati. «Non cerco alibi ma non rinnego niente di quanto ho fatto. Credo nella giustizia, ma nella giustizia degli ultimi, in quella giustizia che una volta si chiamava giustizia proletaria»: dal palco di una manifestazione targata Cgil a Chiaravalle, l’ex sindaco di Riace continua a tirare dritto per la sua strada. Rivendica il lavoro fatto nel “laboratorio” del paese dell’accoglienza. E difende alcune scelte – come quella di non allontanare i migranti alla scadenza dei sei mesi previsti dai regolamenti dei progetti d’accoglienza – che gli sono costate, almeno in parte, la pesante condanna emessa dal Tribunale di Locri.

    Entrerà comunque nel vivo solo nell’udienza del prossimo 6 luglio il processo di secondo grado relativo all’indagine Xenia. Sarà allora che i giudici relazioneranno sulle posizioni dei presunti capi dell’associazione a delinquere che avrebbe compiuto «un arrembaggio» fatto di «meccanismi illeciti e perversi, fondati sulla cupidigia e sull’avidità» sulle risorse che arrivavano in paese per i numerosi progetti di inclusione e accoglienza che avevano fatto di Riace un miracolo da studiare all’università.

    La condanna

    Saranno i giudici di piazza Castello a decidere se, come dicono le oltre 900 pagine di motivazioni alla sentenza del primo giudice, Mimmo Lucano sarebbe a capo di «un’organizzazione tutt’altro che rudimentale che rispettava regole ben precise a cui tutti puntualmente si assoggettavano». Un’associazione che avrebbe agito alle spalle degli stessi migranti, riducendo l’intero progetto «a forma residuale e strumentale… così alimentando gli appetiti di chi poteva fare incetta di quelle somme senza alcuna forma di pudore».

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    Mimmo Lucano ascolta i giudici mentre lo condannano a 13 anni e 2 mesi di pena

    Motivazioni pesanti come macigni e attraverso cui, il collegio locrese ha determinato, nei confronti di Lucano, una condanna a 13 anni e rotti di carcere per i reati di associazione a delinquere, falso in atto pubblico, peculato, abuso d’ufficio e truffa: 21 reati contenuti in 10 capi d’accusa (sui 16 totali di cui era imputato). Una condanna andata ben oltre le richieste dei pm dell’accusa, che in sede di requisitoria avevano avanzato per l’ex sindaco una richiesta a 7 anni e 10 mesi di reclusione. E che di fatto ha scritto la parola fine sull’intero progetto d’accoglienza che, scrivevano i giudici di primo grado, si era ridotto ad un “baraccone” «per alimentare l’immagine di politico illuminato che egli ha cercato di dare di sé ad ogni costo».

    Mimmo Lucano in appello

    E se durissime erano state le motivazioni redatte dal collegio locrese, altrettanto dura era stata la richiesta d’Appello presentata dai legali dell’ex primo cittadino di Riace, Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, che quella stesa sentenza l’avevano bollata come «macroscopicamente deforme rispetto a quanto emerso in udienza». Ben 140 pagine di argomentazioni dettagliatissime che il collegio difensivo del “curdo” aveva utilizzato per provare a smontare pezzo per pezzo la verità venuta fuori dal primo grado di giudizio. Sia dal punto di vista del riscontro politico che da quello giudiziario.

  • Duomo di Cosenza: dalla nascita ad oggi in una mostra multimediale

    Duomo di Cosenza: dalla nascita ad oggi in una mostra multimediale

    MMXXII 800 anni di storia e devozione è il nuovo progetto realizzato dalla Fondazione Attilio e Elena Giuliani in occasione degli 800 anni della consacrazione della Cattedrale dell’Assunta. La presentazione del percorso multimediale – che sarà inserito e fruibile all’interno del Museo Multimediale Consentia Itinera di Villa Rendano – si terrà venerdì 27 maggio 2022 alle ore 10:30 presso il duomo di Cosenza alla presenza di monsignor Nolè. Al termine, si proseguirà a Villa Rendano con l’apertura delle sale del museo.

    Il duomo di Cosenza dentro Villa Rendano

    Straordinariamente, per il Museo Consentia Itinera, si prevede una nuova Notte dei Musei al costo simbolico di 1 Euro per vivere la straordinaria emozione della costruzione e delle trasformazioni della nostra Cattedrale di Cosenza. Il museo che ha sede nella celebre dimora del musicista Alfonso Rendano – impegnato nella riscoperta e valorizzazione del centro storico di Cosenza attraverso percorsi immersivi che coniugano ricerche scientifiche e concettuali con il potenziamento del valore sociale e del senso identitario – partecipa con orgoglio alle celebrazioni per gli 800 anni dalla consacrazione della Cattedrale, rafforzando la propria offerta culturale.

    Villa Rendano

    Sette sale sulla storia del Duomo

    La mostra digitale MMXXII 800 anni di storia e devozione è un viaggio immersivo nelle sette sale del museo che racconta la storia pluricentenaria della Cattedrale di Cosenza: si ripercorrono i momenti salienti in cui i fedeli e i religiosi hanno edificato, restaurato e abbellito il cuore pulsante della città; la donazione della Stauroteca da parte di Federico II e un’approfondita analisi e ricostruzione 3D come non si è mai stata vista; le funzioni devozionali e artistiche della Cappella della Madonna del Pilerio con una particolare attenzione all’icona della Madonna restituita alle sue origini duecentesche; i monumenti funebri dedicati a Isabella d’Aragona e ad Enrico II di Hohenstaufen e le tombe dei martiri dei moti del 1843 presenti nella cappella del SS. Sacramento; infine, le trasformazioni della facciata nel corso del XIX e XX secolo.

    Una mostra ma non solo

    La mostra multimediale sarà fruibile in maniera permanente nelle sale del Museo Multimediale Consentia Itinera di Villa Rendano e in alcune parti sarà scaricabile tramite Qr code presente nella Cappella della Madonna del Pilerio e nel Museo Diocesano in prossimità della Stauroteca. Così come gli altri percorsi multimediali, anche questo sulla cattedrale di Cosenza sarà corredato da uno specifico piano educativo comprendente attività rivolte a famiglie, scolaresche, pubblici con esigenze speciali e alla comunità intera.

  • Rocco Morabito, il Brasile conferma l’estradizione del re della coca

    Rocco Morabito, il Brasile conferma l’estradizione del re della coca

    Rocco Morabito deve tornare in Italia. La prima sezione della Corte suprema federale (Stf) del Brasile ha confermato l’autorizzazione all’estradizione del narcotrafficante della ‘Ndrangheta. Morabito, detto U Tamunga, era uno dei criminali più ricercati al mondo. La notizia dell’estradizione del boss arriva dall’Agência Brasil. Rocco Morabito, dopo una rocambolesca fuga da un carcere uruguaiano, era stato arrestato nel maggio dello scorso anno dalla Polizia federale a João Pessoa. Da quel momento è rimato dietro le sbarre del penitenziario federale di Brasilia.

    Rocco Morabito scortato dalla polizia federale brasiliana

    Un primo ok all’estradizione era arrivato a marzo di quest’anno. Ieri il tribunale ieri ha confermato quanto già deciso. Respinto il ricorso dei legali della difesa di Rocco Morabito che avevano sostenuto l’illegittimità delle procedure. Unanime il rigetto dell’istanza da parte dei giudici, che hanno quindi disposto la fine del processo di estradizione. Ora sarà il governo federale a consegnare il boss alle autorità italiane.

    Nella sentenza la Corte suprema brasiliana ha ricordato all’Italia che dovranno essere rispettati alcuni requisiti previsti dalle leggi brasiliane. In primis, la sottrazione da una eventuale condanna della detenzione già scontata in Brasile e l’applicazione di una pena massima di 30 anni di carcere. I nostri tribunali avevano già condannato in più occasioni Morabito, affibbiandogli oltre 100 anni di reclusione per traffico internazionale di droga.

  • Ex Forza nuova candidato “all’insaputa” di Donato: «Il mio riferimento è Mancuso»

    Ex Forza nuova candidato “all’insaputa” di Donato: «Il mio riferimento è Mancuso»

    La confusione sotto il cielo di Catanzaro era già notevole. Ora ad aggiungere altro clamore alla campagna elettorale per le Comunali del 12 giugno c’è anche il caso del candidato ex Forza Nuova. Che Valerio Donato, professore universitario fuoriuscito dal Pd e sostenuto da buona parte del centrodestra, ha evidentemente messo in lista a sua insaputa. Gioacchino Di Maio (detto Jack) è stato coordinatore regionale del movimento neofascista guidato da Roberto Fiore. E di fare passi indietro, come gli ha chiesto – a liste depositate – il “suo” candidato a sindaco, non ne vuol sapere. La sua replica è tutta da leggere.

    Il prof se ne accorge solo ora?

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    Il “santino” elettorale dell’ex Forza nuova per le Amministrative di Catanzaro del 12 giugno

    Si rivolge «a chi, nonostante i valori di democrazia e libertà di cui si fa portavoce, nega il pluralismo costituzionale delle idee». E rispetto alle dichiarazioni postume di Donato, che «suscitano perplessità e ilarità», rileva: «Il Prof si è accorto solo ieri sera che tra le sue liste si nascondeva colui che ha orgogliosamente ricoperto il ruolo di coordinatore regionale di Forza Nuova, un movimento politico legalmente riconosciuto che partecipa da venti anni alle elezioni amministrative, politiche ed europee».

    Contro il «sistema» ma con Fi e Lega

    Il presente di Di Maio «è La casa dei Patrioti» e la sua battaglia, anche «a fianco di persone di estrazione ideologica opposta», è contro «i partiti di sistema, fomentatori professionali di odio e divisione». Evidentemente per lui non sono tali Forza Italia e la Lega, main sponsor della coalizione di cui fa parte. Tanto più che proprio l’ultima mutazione salviniana, “Prima l’Italia”, dà nome e simbolo alla lista in cui è inserito.

    Il «partito di Bibbiano e del Dio vaccino»

    Comunque, oltre a lanciare invettive contro il Pd – «il partito che ha reso l’Italia il laboratorio del globalismo mondiale», quello «del metodo Bibbiano», che propaganda «il Dio vaccino» – Di Maio dimostra comunque di giocare a carte scoperte.

    Catanzaro, Forza nuova e la «stima» di Mancuso

    «Se ho accettato – spiega senza giri di parole – è perché il mio riferimento, il Presidente Filippo Mancuso (presidente del consiglio regionale, ndr), immune da visioni ideologiche che impediscono la corretta visione della realtà, ha sempre manifestato fiducia e stima nei miei confronti e ha valutato la mia persona degna di partecipare alla competizione elettorale, perché l’unica finalità è e deve essere il bene comune».

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    Filippo Mancuso

    Un ideale è per sempre

    Dunque nessun dietrofront ma «solo passi in avanti». A confermarlo, ribadendo che Di Maio non si ritira, è anche il segretario provinciale della Lega, Giuseppe Macrì: «I suoi rapporti con Forza Nuova sono ormai totalmente inesistentiha detto Macrì – essendosi egli dimesso da ogni incarico ricoperto in passato». Benché lo stesso Di Maio abbia specificato: «Non sarà di certo una candidatura a farmi rinnegare gli ideali di una vita».

  • Colpito con una mazza di ferro all’uscita di scuola

    Colpito con una mazza di ferro all’uscita di scuola

    Ha aggredito un coetaneo all’uscita da scuola e lo ha colpito ripetutamente alle spalle con una mazza provocandogli delle lesioni. È accaduto a Gioia Tauro dove un minore è stato denunciato dalla Polizia di Stato con l’accusa di aggressione e lesioni nei confronti di un altro giovanissimo. Il provvedimento è scattato a seguito della conclusione delle indagini svolte dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Gioia Tauro, coordinate dalla Procura del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, che hanno consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e di individuare l’autore dell’aggressione. L’analisi delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti nell’istituto scolastico hanno permesso agli investigatori di accertare le modalità con le quali, all’uscita da scuola, la vittima è stata aggredita e colpita alle spalle con una mazza di ferro che è stata trovata poi a poca distanza da dove si è consumato l’episodio.

  • Daspo di 5 anni al tifoso del Vicenza per le frasi razziste rivolte contro i cosentini

    Daspo di 5 anni al tifoso del Vicenza per le frasi razziste rivolte contro i cosentini

    Daspo di 5 anni per il tifoso del Vicenza che ha pronunciato frasi razziste contro i supporter del Cosenza calcio.  È stato individuato dalla Digos di Vicenza e dalla Polizia Postale l’autore delle video registrato allo stadio Menti con gli insulti rivolti ai calabresi durante tra la formazione veneta e i Lupi. Si tratta di un 22enne vicentino senza precedenti penali. Non potrà avvicinarsi allo stadio Menti nel raggio di 500 metri. Sul fronte penale invece la Procura avvierà un indagine per il tenore delle espressioni pronunciate nel video poi rimosso dai social. Il giornale I Calabresi – attraverso il direttore Francesco Pellegrini –  ha già presentato stamane una formale denuncia contro il tifoso del Vicenza protagonista del video diventato virale.

  • Amici 2022: vince il calabrese Luigi Strangis

    Amici 2022: vince il calabrese Luigi Strangis

    Il calabrese Luigi Strangis vince l’edizione 2022 di Amici. Il talent targato Maria De Filippi incorona il giovane artista lametino che ha saputo dimostrare tutto il suo valore. Madre calabrese e padre napoletano, il ventenne ha frequentato il liceo musicale a Lamezia Terme. Grazie a Rudy Zerby, che lo ha portato nella sua classe, è riuscito a coronare il suo sogno: partecipare e vincere.

    Il cantante calabrese ha battuto in finale il ballerino Michele Esposito. Luigi Strangis porta a casa pure un premio in denaro del valore di 150mila euro. Serena è la terza classificata dell’edizione 21 di Amici.