Centro storico, tra il dire e il fare c’รจ di mezzo… il votare

Parafrasando Marx, potremmo dire che uno spettro si aggira tra le vecchie pietre del centro storico. รˆ lo spettro delle chiacchiere, delle parole buttate, delle promesse dimenticate da chi le ha fatte, ma pure da chi le ha accolte. La memoria implacabile di quelle parole resta nellโ€™abbandono dei vicoli, nella rassegnazione delle persone che li abitano, nelle macerie tuttโ€™attorno. E, soprattutto, nel web. รˆ lรฌ che dobbiamo cercarle quelle parole rimaste vuote e scoprire che spesso sono del tutto bipartisan.

Il parco acquatico affonda

Come le parole trionfanti di Franco Ambrogio, epigono di una lunga storia legata al vecchio Pci, che da vice sindaco di Salvatore Perugini annunciava la nascita di un parco acquatico sul lungofiume. Era il 2011, mancava un mese alle nuove Amministrative. e il progetto prevedeva piscine, spazi ludici e attrattivi a poca distanza dal popolare quartiere dello Spirito Santo. ยซSta nascendo โ€“ gongolava Ambrogio โ€“ il Central Park di Cosenza, nel verde delle colline, sulle sponde del Crati e del torrente Cardone, un complesso non solo sportivo che ingloberร  le piste ciclabili giร  funzionanti, i campi da tennis e calcetto e che rappresenterร  una grande risorsa per la cittร ยป. Di quel progetto oggi restano tristi macerie abbandonate, strutture svuotate dal saccheggio dei vandali, emblema del degrado e delle risorse economiche buttate. Risorse cospicue, visto che solo la piscina, realizzata ma mai entrata in funzione, costรฒ 2,5 milioni di euro.

L’interno delle piscine comunali sul Lungofiume

ยซSta nascendo il Central Park di Cosenza, nel verde delle colline, sulle sponde del Crati e del torrente Cardone, un complesso non solo sportivo che ingloberร  le piste ciclabili giร  funzionanti, i campi da tennis e calcetto e che rappresenterร  una grande risorsa per la cittร ยป

Non si รจ trattato solo di un fallimento politico. Quellโ€™area ha finito per diventare la metafora dellโ€™inerzia e dellโ€™incapacitร  di una intera stagione amministrativa, ma anche imprenditoriale. La ditta che aveva vinto lโ€™appalto รจ quasi finita sul lastrico per i ritardi del Comune, sia con Perugini che Occhiuto, nel pagare i lavori. Le condizioni in cui versano le strutture, ormai fatiscenti, sono tali da non rendere pensabile alcun recupero. Servirebbero cifre enormi per ripristinare la funzionalitร  della piscina e non varrebbe la pena. Il centro storico quindi ha visto nascere e subito morire il suo parco acquatico.

Un mare di promesse sul fiume navigabile

Questa fissazione del parco acquatico pare impossessarsi di chiunque vesta la fascia da sindaco. Anche Occhiuto ha spesso nutrito di oniriche fantasie lโ€™immaginazione dei cosentini, annunciando ciclicamente la navigabilitร  del Crati. Ed ecco che dal sindaco architetto sono giunte promesse di paesaggi idilliaci, con sponde verdi e alberate, frequentate da cittadini gioiosi. Dulcis in fundo, canoe colorate che solcano le acque del fiume allโ€™ombra del fiore allโ€™occhiello della cittร : il ponte di Calatrava. Di rendering realizzati grazie alla grafica digitale ne sono circolati diversi, oggi sotto il ponte ci sono solo canneti. Questo non ha impedito al Comune di annunciare ben piรน di una volta lโ€™avvio dei lavori. Per esempio nellโ€™agosto del 2017, a seguito di un vertice tecnico, poi di nuovo nel gennaio del 2018 e piรน recentemente allโ€™inizio del 2021. In quel caso perรฒ qualcosa era vero: le ruspe scesero nellโ€™alveo del fiume, ma solo per pulirne gli argini.

Le scale (im)mobili del centro storico

Annunciare e non fare puรฒ essere una strategia per raccattare consenso, ma fare e poi abbandonare รจ suicidio politico. Una pratica che allโ€™amministrazione Perugini riusciva alla grande: oltre al โ€œParco acquaticoโ€, quella amministrazione realizzรฒ anche delle opportune scale mobili in grado di unire comodamente via Padolisi alla Giostra Vecchia. Era il 2009, tempo di elezioni provinciali. E anche in quel caso si esultava ยซper unโ€™opera che agevola lโ€™accessibilitร  dei luoghi sia a chi li percorre quotidianamente sia ai visitatori occasionaliยป. Ecco quindi la festosa inaugurazione, la benedizione dellโ€™allora vescovo Nunnari, la presenza del Gotha del ceto politico. Quelle scale mobili, costate 700 mila euro, non sono mai entrate in funzione.

Le scale di via Padolisi hanno funzionato solo durante l’inaugurazione

I soldi delle periferie al salotto buono

Da Perugini ad Occhiuto i destini del centro storico non sono mutati. Le opere realizzate e lasciate morire non sono state salvate dallโ€™oblio. In compenso le dinamiche con le quali si sono diffusi gli annunci di nuove utili opere hanno acquisito modalitร  piรน efficaci al fine di conquistare consensi, diventando la cifra caratterizzante degli anni di governo di Occhiuto. L’attuale sindaco ha presidiato i social network usandoli per divulgare capillarmente le nuove progressive sorti che ci attendevano attraverso animazioni grafiche fantasmagoriche, capaci di fare sognare una cittร  nuova e diversa.

Nel 2017, per esempio, Occhiuto parla della โ€œCosenza che verrร โ€. E alimenta le speranze nei cittadini delle periferie e particolarmente della cittร  antica, anche perchรฉ il progetto si chiama “Riqualificazione urbana lungo il fiume Crati da Vaglio Lise al Centro Storicoโ€. I fondi sono parecchi, la possibilitร  di una rinascita sembra ben fondata, ma le cose andranno diversamente. La Giunta perรฒ, col consenso muto, complice o distratto della maggioranza, delibera di spendere quei soldi altrove. Serviranno per pavimentare la parte finale di corso Mazzini e poi di corso Umberto. Lo scopo ufficiale รจ ยซriconnettere il tessuto urbano centrale con quello perifericoยป. Le periferie sono dimenticate, la cittร  storica beffata, il denaro dirottato per abbellire il salotto buono. Quei lavori ancora oggi non sono ultimati, anche a causa di interdittive antimafia.

Universi paralleli e palazzi cassonetto

Ma che le parole fossero un universo separato dai fatti si era ben visto anche prima. Per esempio nel 2016 lo stesso Occhiuto, in piena campagna elettorale, parlava della ยซrinascita commerciale del centro storico, del museo di Alarico e della Biblioteca civica che abbiamo salvatoยป. Oggi corso Telesio versa nellโ€™abbandono e solo qualche giorno fa, a causa dellโ€™ennesimo crollo, non era transitabile, mentre il museo di Alarico รจ soltanto quel che resta dellโ€™Hotel Jolly e infine la Civica รจ agonizzante.

I resti dell’ex Hotel Jolly

Per non parlare del quartiere Santa Lucia, per il cui risanamento Occhiuto nel settembre del 2017, affermava: ยซAbbiamo voluto incontrare la stampa e tutte le associazioni del centro storico perchรฉ la ripresa di questi luoghi รจ una nostra prioritร ยป. Quel giorno aveva al suo fianco il suo vicesindaco, Jole Santelli, che qualche anno dopo sarebbe diventata presidente della Regione. In quellโ€™incontro Occhiuto promise la rinascita del quartiere, interventi di consolidamento delle case, sostegno verso il disagio sociale e contro la povertร , una migliore vivibilitร  e igiene urbana. Nel 2019 gli abitanti del quartiere scrivevano al sindaco una lettera. Cominciava cosรฌ: ยซSanta Lucia รจ oggi tristemente famosa soprattutto per i suoi palazzi cosiddetti cassonettoยป.
Alla fine, per Cosenza vecchia, cosรฌ come per ogni altra area periferica, รจ sempre una questione di soldi: quelli promessi, quelli mai arrivati, quelli usati per altro.