Un’onda di entusiasmo travolge l’Università della Calabria. Con il 78% dei voti ponderati Gianluigi Greco è stato eletto nuovo rettore per il sessennio 2025-2031. E’ un plebiscito, un “sì” corale a un uomo giovane che rappresenta il futuro senza tradire le radici. A soli 48 anni, Gianluigi Greco diventa il rettore più giovane – dopo il fondatore Beniamino Andreatta – nella storia dell’Università della Calabria, un primato che è un record anagrafico, ma è anche un simbolo di vitalità per un ateneo che, tra i più importanti del Mezzogiorno, aspira a essere faro di innovazione in un Sud troppo spesso relegato ai margini della grande narrazione nazionale.
Una lunga storia cominciata qui
Nato a Cosenza nel 1977, Greco è un figlio di questa terra, un calabrese doc che ha respirato l’aria aspra e generosa di Cosenza e delle colline di Arcavacata fin dai primi passi. Il suo percorso accademico è una storia d’amore con l’Unical. Qui si è laureato, qui ha conseguito il dottorato, qui ha scalato i gradini della docenza fino a diventare professore ordinario di Informatica. Dal 2018 dirige il Dipartimento di Matematica e Informatica (Demacs), trasformandolo in un polo di eccellenza che attira finanziamenti europei, giovani talenti e partnership globali. E oggi, per la seconda volta nella storia dell’ateneo – dopo Nicola Leone, suo predecessore e mentore –, un ex studente prende le redini dell’università che lo ha formato. Questa continuità non è un vezzo nostalgico ma è la prova che l’Unical sa crescere dall’interno, nutrendosi dei propri semi per fiorire rigogliosa. Gianluigi Greco non è un estraneo catapultato da chissà dove. E’ uno di noi, un calabrese che ha scelto di restare e di lottare per rendere questa terra competitiva nel mondo.

Ruolo strategico
In un Mezzogiorno che lotta contro la fuga dei cervelli, lui potrebbe essere il ponte che trasforma bit in opportunità concrete, algoritmi in posti di lavoro, ricerca in sviluppo territoriale. Per la Calabria intera, Gianluigi Greco è un lusso accademico; è una leva strategica per invertire la rotta, per fare dell’Università della Calabria un hub che esporta talenti anziché importarli.
E come ha fatto Gianluigi Greco a conquistare il cuore della comunità accademica? Certamente non lo ha fatto con proclami vuoti, ma con un ascolto profondo, forgiato nei ruoli di servizio: dal 2018 membro del Senato Accademico, dal 2020 coordinatore della Commissione Didattica, artefice delle politiche strategiche che hanno portato l’Università ai vertici del Sud sotto la guida Leone. La sua elezione, con un’affluenza record grazie al voto per la prima volta elettronico, riflette un consenso trasversale: docenti che vedono in lui il garante dell’eccellenza, studenti che intravedono un futuro modulabile e inclusivo, dipendenti che si sentono protagonisti grazie allo Statuto 2023 che ne amplifica il peso elettorale.
L’Unical come un albero con radici nel mondo
È l’uomo del “noi” pericleo, come lui stesso cita da Tucidide: un’unità coesa, dove l’università non è un’isola, ma è un albero fiorito che radica nel territorio e allunga rami verso il mondo. Il suo programma elettorale? Un capolavoro di ponderazione, studiato nei minimi dettagli per un ateneo che deve navigare la fine del PNRR e le sfide post-pandemia. Un manifesto di “furore del fare”, omaggio a Beniamino Andreatta, primo rettore e visionario fondatore dell’Unical, la più preziosa istituzione di cultura della nostra regione, con internazionalizzazione e inclusione come pilastri, ricerca qualitativa per massimizzare il Fondo di Finanziamento Ordinario senza inseguire numeri vuoti, collaborazione con la società al posto di una “terza missione” astratta.
Propone un’università “telematica ma personale”, con corsi flessibili che conciliano studio e lavoro, per combattere la dispersione e attrarre talenti dal Sud. Parla di policlinico come priorità, ma non l’unica: c’è l’innovazione digitale per il territorio, l’espansione dei confini della conoscenza critica, la crescita generalista che valorizza tutte le discipline. È un piano innovativo e strategico, che guarda al globale senza perdere il contatto con la Calabria: un faro per il Mezzogiorno, dove l’IA non è un gadget, ma uno strumento per diritti, sviluppo e rinascita.

Da Arcavacata la promessa di un sogno possibile
Mentre gli studenti tornano nelle aule e i professori brindano, Gianluigi Greco non è solo un nome eletto, ma è una promessa. Una rivoluzione gentile, che parte da Arcavacata per illuminare l’intera regione. Perché in lui la Calabria non vede un solo un rettore, ma un sogno possibile, un Sud che innova, include, conquista. Adesso l’Unical – e la nostra terra – è nelle sue mani sapienti. E noi aspettiamo di volare.
