Mentre lโItalia รจ flagellata da fenomeni atmosferici eccezionali, figli del cambiamento climatico, certo, ma anche dalla mancanza di cura del territorio, in Parlamento va avanti spedito il cammino del Ponte sullo Stretto di Messina con lโapprovazione anche in Senato del relativo decreto legge. Nel frattempo, a Villa San Giovanni il movimento NoPonte ha organizzato un illuminante incontro. A relazionare, il professore Domenico Gattuso, ordinario di Pianificazione dei trasporti presso l’Universitร Mediterranea di Reggio Calabria. Chiari e puntuali i rilievi sul progetto del Governo. Con un elemento decisivo in piรน: le proposte alternative, credibili e circostanziate, per un collegamento efficace tra le sponde dello Stretto. In conclusione, anche unโidea per coinvolgere nella scelta i cittadini delle comunitร interessate.
Sono quattro i punti focali delle conclusioni di Gattuso riguardo il Ponte sullo Stretto:
- lโidea รจ debole perchรฉ presenta diverse criticitร dal punto di vista strutturale, ambientale, di sostenibilitร finanziaria;
- non accorcia i tempi di percorrenza del braccio di mare;
- la spesa da affrontare non rende vantaggioso per l’utenza il passaggio tra le due sponde;
- sarebbe invece molto piรน efficace, per i tempi e i costi di implementazione, rafforzare e arricchire il transito via mare.
Ponte sullo Stretto: i rilievi di Gattuso
Partiamo dai rilievi. Il progetto รจ vecchio (del 2011) e infatti non risponde alla normativa europea in termini di valutazioni di impatto economico, finanziario ed ambientale. Nรฉ รจ dimostrata la sostenibilitร dellโopera in relazione alla valutazione degli impatti dettata dallโUE di recente sul PNRR.
Per quanto concerne lโinvestimento da effettuare, si quantificava nel 2021 in 6 miliardi di euro, nel DEF appena approvato lievita a 14,6 miliardi (13,5 + 1,1 per le opere ferroviarie annesse). Costi per i quali, si specifica nel documento, non sono stanziati fondi e neanche il PNRR prevede nulla.

Il professor Gattuso sottolinea che i paragoni tra il Ponte sullo Stretto e altre opere simili giร realizzate sono improponibili. ร necessario, infatti, considerare alcune variabili fondamentali:
- a) lunghezza;
- b) larghezza e struttura dellโimpalcato;
- c) dimensioni e distanza tra i piloni;
- d) profonditร dei fondali;
- e) presenza di rischi geologici, azioni del vento e di sismi, ecc.
Le dimensioni contano
I ponti a campata unica (come quello sullo Stretto) piรน lunghi al mondo sono il รanakkale Bridge, in Turchia, di 2.023 metri e terminato nel 2022, e lโAkashi Kaikyล , in Giappone, di 1.991 metri e finito nel 1998. Ma cโรจ di piรน: quello ipotizzato in Italia prevede passaggio di traffico in gomma e ferroviario. Uno simile sta in Cina, il Tsing Ma, ed รจ lungo 1 km e 400 metri, non 3 km e 300 metri come il Ponte sullo Stretto.
Altri problemi sono legati al progetto stesso, che non รจ adeguato alle nuove norme europee venute dopo il 2010. Quello definitivo, poi, manca del tutto.
Restano numerose incognite da chiarire. Concernono forma e dimensione dellโimpalcato, nonchรฉ lโaltezza dal mare, prevista in 65 metri. Sarร sufficiente per il passaggio di navi da crociera e porta container o dovranno circumnavigare la Sicilia? Con quali costi? Lโattracco a Gioia Tauro sarร ancora conveniente?
Per i piloni si prevede unโaltezza di 400 metri, mai vista prima, e strutture di ancoraggio gigantesche. Piazzare i giganteschi piloni richiederร un enorme movimento terra. Dove la collocheranno? In fondo al mare, devastando uno dei fondali piรน belli e ricchi di biodiversitร al mondo?
Cโรจ un altro dettaglio che i cittadini di tutta lโarea dovrebbero considerare, perchรฉ forse pensano di salire sul treno a Reggio, Villa o Messina e in un baleno essere dallโaltra parte. Per raggiungere i 70 metri di altezza del Ponte sullo Stretto occorrono almeno 25 km per la ferrovia, spiega Gattuso, perchรฉ รจ prevista una pendenza massima del 3/1000. Quindi, raccordi a 25 km, non sotto casa.
L’impatto ambientale e le novitร del PNRR
Veniamo allโimpatto ambientale e alla sua valutazione. Le norme approvate per il PNRR prevedono 6 nuovi criteri, oltre a quelli in vigore in precedenza (teniamo presente che il vecchio progetto non ha mai superato la verifica dโimpatto ambientale).
Ecco i 6 criteri inseriti di recente:
- Investimenti volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici;
- Interventi per lโadattamento ai cambiamenti climatici;
- Interventi a favore di un uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
- Transizione verso lโeconomia circolare, con riferimento anche alla riduzione dei rifiuti;
- Azioni per la prevenzione e riduzione dellโinquinamento dellโaria, dellโacqua e del suolo;
- Azioni per la prevenzione e ripristino della biodiversitร e della salute degli ecosistemi.
Il traffico sullo Stretto e il no di Gattuso al ponte
Se consideriamo invece lโefficacia dellโopera, per il trasporto di persone vediamo quali sono i flussi di attraversamento.
Quindici anni fa, il grado di saturazione del trasporto era appena del 15-20% nelle ore di punta. Probabilmente oggi sarebbe ancora peggio, dato il trend decrescente di traffico sullo Stretto. Tra il 1995 (fonte MIMS) ed oggi, si sono persi 3,4 milioni di passeggeri allโanno (-25%: da 13,4 a 10,0 Mn) e 1 di veicoli (-35,7%; da 2,8 a 1,8 Mn), soprattutto a beneficio degli aeroporti siciliani, passati nel decennio 2009-2019 da 11,3 a 18,0 milioni allโanno. Anche il traffico merci รจ in calo: meno 100mila camion (-11,1% dal 1995; da 900 mila a 800 mila), mentre รจ cresciuto molto il traffico via mare (con navi Ro-Ro): +23,4% su Palermo e +13,1% su Catania, solo negli ultimi cinque anni.

In sostanza, una componente significativa di traffico merci ha preferito il mare al percorso โstradaleโ passante per lo Stretto. Gli stessi operatori privati hanno attivato servizi marittimi sulla direttrice Sicilia-Campania, piรน vantaggiosi sia per le imprese che per gli autotrasportatori.
E sono entrate in gioco navi a media e lunga percorrenza (Sicilia – Centro-Nord): la Superspeed 1, costruita in Danimarca, la Passenger/Ro-Ro, infine la Alf Pollak, nuova nave Ro-Ro – la piรน grande del Mediterraneo, costruita in Germania e consegnata al gruppo armatoriale italiano Onorato – con una capacitร di trasporto di oltre 4.200 metri lineari.
Pendolari e pedaggi
Come andranno invece le cose per i pendolari Reggio-Villa verso Messina e viceversa? In termini di tempo non si avrebbe alcun beneficio: dal centro di Reggio a quello di Messina 45 minuti, non dissimile da quello con gli attuali catamarani. In piรน, evidenzia Gattuso, attraversare il Ponte sullo Stretto non sarebbe gratuito. Il pedaggio sarebbe almeno pari a quello attuale in nave: 40-50 โฌ per unโauto, 160- 180 โฌ per un pullman, 70-150 โฌ per un camion, 460-750 โฌ per un mezzo infiammabile.
Gattuso sottolinea inoltre il rischio che il ponte possa allontanare le cittร dello Stretto dai traffici nazionali, agendo da tangenziale per i traffici di attraversamento con la marginalizzazione di Reggio e Messina.

Veniamo agli aspetti economico-finanziari. Il costo del ponte รจ oggi di 14,6 miliardi di euro, e non si sa nulla, tra lโaltro, dei futuri costi di manutenzione. Non esiste project financing. Lโinvestimento รจ a carico della collettivitร , con ricavi gestiti da privati in concessione. Bisognerebbe attualizzare gli indicatori economico-finanziari in termini di dati di ingresso (flussi decrescenti e costi crescenti). Atteso un peggioramento degli indici che giร erano inconsistenti nel 2012. Le valutazioni dovrebbero seguire le procedure attualizzate dal Manuale UE che la Commissione ha elaborato nel 2014.
Ai privati interesserebbero la gestione per il profitto che puรฒ determinarsi solo con pedaggi elevatissimi, altrimenti tutto cadrร sulle spalle dei cittadini italiani.
Infrastrutture, crescita, ambiente e sicurezza
E la vulgata secondo cui il ponte sullo Stretto ยซrappresenta un volano di crescita economica e sociale per la Sicilia e la Calabriaยป? Gattuso afferma che la piรน recente letteratura economica รจ pressochรฉ concorde nel sostenere come non vi sia un nesso causale tra investimenti in infrastrutture di trasporto e crescita. Ciรฒ non รจ avvenuto con lโalta velocitร e uno studio della Banca dโItalia ha certificato che la SalernoโReggio Calabria non ha avuto effetti sul PIL della Calabria.

Per quanto concerne i costi esterni, la Via del mare รจ preferibile alla strada. ALIS, in uno studio del 2001, ha stimato che grazie ai servizi Ro-Ro e alle Autostrade del mare, sono stati eliminati dalle strade, in Italia, circa 1,7 milioni di mezzi pesanti. Quindi 47,2 milioni di merci sono state spostate sulle rotte marittime, abbattendo 2 milioni di tonnellate di COโ. Il vantaggio economico per lโambiente รจ stato stimato in 1,5 Md โฌ. A questo si aggiunge una riduzione dellโincidentalitร su strada, del rumore da traffico e del carburante consumato. Inoltre, le navi in costruzione oggi sono assai meno inquinanti rispetto al passato.
Notevoli i rischi per il ponte se si parla di โsafety & securityโ. Numerosi i problemi di safety: la circolazione dei veicoli in una carreggiata a 6 corsie in rettifilo, con scarso traffico, produrrร velocitร elevate; intensitร del vento e spinta laterale; oscillazioni possibili date le dimensioni di sezione trasversale; azioni sismiche imprevedibili; eruzioni vulcaniche e polveri; esplosione di veicoli con merci pericolose (vedi Bologna, 2018); omessa manutenzione (vedi ponte Morandi, 2018). Quanto alla security, sussisterebbero rischi di attentati (vedi Crimea nel 2022).
L’alternativa di Gattuso al Ponte sullo Stretto
Ecco invece lโalternativa di Gattuso al Ponte sullo Stretto, in poche mosse, in tempi rapidi e a costi di gran lunga inferiori.
Innanzitutto, serve una flotta navale ben strutturata e dimensionata. Un traghetto a doppio portellone (come quelli attualmente in servizio) costa circa 50-60 milioni di euro, un catamarano da 250 posti circa 8-10. Inoltre su un traghetto dotato di binari puรฒ trovare posto un intero treno regionale senza necessitร di scomporlo. Per una flotta di 20 traghetti e 10 catamarani sono necessari 1,2 miliardi di euro.
Poi, il riassetto dei servizi marittimi sullo Stretto. Con un utilizzo combinato nave-treno per servizi locali-regionali avremmo traghetti catamarani per servizi passeggeri a maggiore frequenza.
Infine, lโintegrazione dei servizi di trasporto pubblico sulle due sponde. Da Messina Centro a Reggio Calabria Centro, con approdi adeguati e potenziati e stazioni marittime distribuite sulle due coste, in tutta lโArea metropolitana dello Stretto.
Per ottimizzare lโimpiego delle risorse bisogna raffrontare i costi, che fanno pendere nettamente la bilancia per il trasporto pubblico mediante treno, metropolitana, autobus, navi di ultima generazione. Solo per avere unโidea, 1 km di TAV costa 40-50 milioni di euro, 1 km di ferrovia a doppio binario elettrificato10-15 milioni. Un km di ponte sullo Stretto? 3 miliardi di euro!
Per le tariffe per gli utenti serve considerare la distanza tra le due sponde e la necessitร di instaurare una vera continuitร territoriale, che non รจ effettiva se il costo del pedaggio, di qualsiasi genere, รจ quello attuale. Occorre quindi calcolare le tariffe da applicare come quelle dellโautostrada, cioรจ a 20 centesimi al km. E quindi: 2 โฌ a persona, 4 โฌ ad auto, 15 โฌ a camion.
Prima il dibattito (vero), poi il referendum
La domanda finale che pone Gattuso richiede un cambio di prospettiva: ยซServe una sola grande opera costosa e di dubbia utilitร e fattibilitร o รจ preferibile un insieme diffuso di opere e servizi abbordabili, utili e fattibili?ยป.
Una domanda retorica, per chi non ha pregiudiziali o interessi di altro genere. E a rispondere dovrebbero essere i cittadini interessati delle due sponde con un referendum, come reclama il professore.
Una consultazione cui deve precedere un dibattito vero e diffuso. Approfondito, basato sui dati, sulle informazioni, non sul tifo da stadio o sullโideologia.
