Guerra tra poveri per tappare i buchi del dissesto

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Per l’anno scolastico 2021/2022 il Comune di Cosenza potrebbe affidare il servizio di pre-post scuola e accompagnamento ai percettori del Reddito di cittadinanza. Tutto questo è possibile attraverso i Puc (progetti utili alla Collettività) con buona pace dei 15 lavoratori della cooperativa Adiss impegnati da oltre venti anni ad erogare questo servizio con uno stipendio di 650 euro.

Il Dissesto welfare e istruzione

Il dissesto economico-finanziario dell’ente ha pesantemente inciso sulla capacità di garantire da parte di Palazzo dei Bruzi dei servizi nei settori welfare e istruzione.
A rischio invece l’anno scolastico per gli asili nido. L’assessore Lanzino ha annunciato la possibilità di effettuare una variazione di Bilancio nel mese di agosto che consentirà di garantire un “appalto in convenzione”.

Sul piatto solo 350mila euro

Il Comune metterà sul piatto 350mila euro a fronte del 1.080.000 necessario a coprire l’erogazione dei servizi per tutto l’anno scolastico. Una somma irrisoria, se si pensa pensa che solo 750mila euro sono vincolati dagli stipendi ai 35 lavoratori impiegati. La coperta è troppo corta. Delle due l’una: o si riduce il personale e dunque i servizi oppure si aumentano le rette e i costi della mensa per garantire lo stesso servizio.

Cosa sono i Puc

I Puc sono progetti utili alla collettività attuati dai comuni, in forma singola o associata anche con enti del terzo settore che, attraverso l’utilizzo di percettori del reddito di cittadinanza garantiscono una nuova attività o il potenziamento di una attività esistente sul territorio.
Sono sei gli ambiti di intervento: cultura, arte, tutela dei beni comuni, formazione, ambiente e sociale.
I Comuni sono responsabili dell’approvazione, attuazione, coordinamento e monitoraggio dei progetti anche con l’apporto di altri soggetti pubblici e del privato sociale.

I Puc in Calabria

Attualmente in Calabria sono stati attivati 300 progetti Puc. L’ambito d’eccellenza è Soverato con ben 80 progetti attivati, 250 beneficiari e 28 Comuni coinvolti. Sono: Amaroni, Argusto, Badolato, Cardinale, Cenadi, Centrache, Chiaravalle, Davoli, Gagliato, Gasperina, Girifalco, Guardavalle, Isca, Montauro, Montepaone, Olivadi, Palermiti, Petrizzi, S. Andrea, S. Caterina, S. Sostene, S. Vito Sullo Jonio, Satriano, Soverato, Squillace, Stalettì, Torre Di Ruggiero, Vallefiorita.

Nella raccolta di esperienze positive e buone prassi redatta dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali c’è anche il Comune di Montalto Uffugo con il progetto “L’amico della porta accanto” destinato all’assistenza dei diversamente abili ed anziani e l’associazione E.T.I.C.A. di Crotone con il progetto “Genitori, ripuliamo le scuole”.

A Vibo spazzini e caregiver

Dodici i progetti avviati dal Comune di Vibo Valentia. Nove gli ambiti di interesse dall’affiancamento al personale degli uffici comunale all’attività di cura del verde pubblico e delle spiagge, dalla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio delle biblioteche alla piccola manutenzione degli immobili comunali. Per finire con la  sensibilizzazione, promozione e corretta esecuzione della raccolta differenziata e le attività di cura ai non autosufficienti.

A Catanzaro archivisti e pre-post scuola

Solo quattro, per il momento i progetti realizzati a Catanzaro: riordino archivio cartaceo e verifica numerazione civica, valorizzazione della biblioteca di Palazzo de Nobili, catalogazione beni comunali; accoglienza e sorveglianza alunni (pre-post scuola).
Per ampliare gli ambiti d’interesse l’assessorato alle Politiche Sociali, guidato da Lea Concolino, ha istituito “il catalogo dei Puc” che sarà aggiornato mensilmente per garantire servizi anche in altri settori.

Reggio ha approvato solo a luglio i Puc

Dopo Catanzaro e Vibo Valentia anche la città metropolitana di Reggio Calabria ha approvato a metà luglio i Puc.
«I percettori di reddito di cittadinanza – ha annunciato il sindaco Giuseppe Falcomatà – contribuiranno in maniera fattiva nella cura e nella tutela dei beni comuni. I progetti previsti porteranno dei “rinforzi” in settori nevralgici come la pulizia delle piazze, delle aree cimiteriali, della cura del patrimonio culturale e degli impianti sportivi».
Mancano ora all’appello Crotone e Cosenza.

I numeri di una nuova forza lavoro

Al 30 maggio 2021 in Calabria sono 189.235 i percettori del reddito di cittadinanza, 80.070 i nuclei familiari coinvolti con un reddito medio di 566,45 euro per circa 107.192.165 euro complessivi al mese.
La Provincia con il maggior numero di richieste di Rdc nel 2021 è Cosenza seguita da Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo.
Per legge il percettore del reddito di cittadinanza è obbligato ad offrire la propria disponibilità a partecipare a progetti comunali utili alla collettività nel Comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore non inferiori a 8 ore settimanali, aumentabili sino a 16.

Se non partecipi al Puc perdi il Reddito di cittadinanza

La mancata partecipazione ai PUC comporta la decadenza del beneficio del RdC.
Sono esclusi dalla partecipazione ma possono aderire volontariamente i componenti con disabilità, i beneficiari di Rdc o pensione di cittadinanza con età pari o superiore ai 65 anni, chi frequenta regolare corso di studio, le persone con lavoro dipendente sopra gli 8500 gli autonomi con un reddito superiore ai 4800 euro.

Un nuovo bacino di precari? 

Il principio cardine dei Puc è la loro non assimilabilità ad attività di lavoro subordinato, para-subordinato o autonomo, trattandosi di attività contemplate nel Patto per il lavoro o nel Patto per l’inclusione sociale che il beneficiario del reddito di cittadinanza è tenuto a prestare e, dunque non darebbe luogo ad alcuni ulteriore diritto. Tuttavia, l’idea comune tende ad identificare i percettori del reddito di cittadinanza impiegati nei Puc agli ex lavoratori socialmente utili o di pubblica utilità, anche perché le attività da svolgere sono coincidenti.

L’intervento del legislatore

Per differenziarli il legislatore ha inserito limiti e vincoli sulle attività da svolgere tali da evitare l’instaurazione, di fatto, di una nuova categoria di lavoratori precari, come avvenuto con gli L.S.U., da anni oggetto di finanziamento di politiche di stabilizzazione negli enti utilizzatori o di erogazione di incentivi regionali finalizzati all’attività autonoma o alla micro-imprenditorialità ma forse non basta.

L’ideale sarebbe predisporre progetti in misura tale da poter occupare tutti i percettori del Reddito di cittadinanza dei Comuni, anche perché in assenza dei progetti il reddito viene comunque percepito e in caso di mancato avvio dei Puc si potrebbe profilare, a carico del dirigente comunale di turno, una ipotesi di danno alla collettività.

Ma a queste latitudini, con le amministrative alle porte anche un diritto contenuto in una legge dello Stato e che non avrebbe bisogno di spintarelle, pacche sulle spalle o telefonate, sarà trasformato nella gentile concessione di politici e ‘mmasciatari vari.