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Lāopposizione in consiglio regionale sembra sia fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i selfie. Amalia Bruni, che continua a proporsi come leader del fronte Pd-M5S, non mostra però la dimestichezza di un Matteo Salvini con la pratica dellāautoscatto e la compattezza da lei ostentata il 13 aprileĀ si ĆØ sbriciolata appena una settimana dopo.

La prima Caporetto del centrosinistra non si scorda mai
Il voto sullāAuthority acqua-rifiuti voluta da Roberto Occhiuto, differito a dopo Pasqua per quelle che lo stesso governatore ha definito Ā«imboscate regolamentariĀ» della minoranza, si ĆØ tradotto nella Caporetto del primo scorcio di legislatura per il centrosinistra. Bruni aveva addirittura messo insieme non solo i dem e i pentastellati, ma anche i consiglieri di De Magistris, nel fronte rivoluzionario dei combattenti anti-multiutility. Solo che proprio dal M5S, ormai ipergovernista non solo a Roma, ĆØ arrivato lāappoggio che non ti aspetti ā o forse sƬ ā al provvedimento simbolo del new deal accentratore del Duca Conte.
C’era una volta il Movimento 5 stelle
Il fatto è noto ed è già oggetto di stupite e articolate analisi da parte degli osservatori della politica regionale. Il capogruppo grillino, Davide Tavernise, in Aula si è astenuto, mostrando qualche pudore in più rispetto al collega-portavoce-cittadino-consigliere Francesco Afflitto, che ha addirittura votato a favore. Secondo i rilievi procedurali sollevati nella seduta pre-pasquale, alla maggioranza servivano 21 voti, che avrebbe avuto già allora non fossero stati assenti in 3. Dopo gli stravizi di Pasquetta la creatura di Occhiuto si è ritrovata con 22 sostenitori.
Un certo clamore lo ha aggiunto la circostanza che Afflitto sia anche presidente della Commissione di Vigilanza ā il collega di DeMa Antonio Lo Schiavo ha minacciato di abbandonarne la vicepresidenza ā ovvero lāunico organismo che, vista la funzione (teorica) di controllo Ā«sugli atti di programmazione economico-sociale della Regione e degli enti ed aziende dalla stessa dipendentiĀ», per prassi viene presieduto da un componente dellāopposizione. Che attualmente ā alla luce degli ultimi sviluppi, ma in veritĆ fin dal suo esordio da provvisorio presidente del Consiglio in qualitĆ di consigliere anziano ā non sembra, diciamo, esattamente un barricadero. E nemmeno un occhiuto – chissĆ se “occhiutiano” – censore dellāoperato del centrodestra.
Da Afflitto a Morrone
Non ĆØ neanche questa una novitĆ . La Vigilanza condivide con lāAntimafia la denominazione di commissione Ā«specialeĀ» e una scarsamente riconosciuta utilitĆ , ma ĆØ nelle cose che per concedere la sua Presidenza allāopposizione la maggioranza in Consiglio debba scansarsi un attimo. Lo dimostrano le votazioni: Afflitto ĆØ stato eletto presidente con 8 voti a favore e 14 schede bianche. Dunque ha avuto il sostegno di Pd e M5S e anche un tacito ma evidente semaforo verde dal centrodestra a guida Occhiuto. A cui, dicono i soliti maligni, ieri avrebbe reso un favore politico magari mettendosi in condizione di riceverne qualche altro.

Roba da corridoio, certo, voci di sottobosco difficilmente dimostrabili. Come quelle che accompagnarono, ai tempi della presidenza di Mario Oliverio, la scalata alla Vigilanza di Ennio Morrone. Allora in Forza Italia, il suocero dellāattuale consigliera di FdI Luciana de Francesco ottenne 16 preferenze su 31 votanti. Non serviva dunque essere nĆ© strateghi nĆ© giocatori di poker per ipotizzare una qualche cointeressenza politica col centrosinistra. Tra lāaltro in precedenza era stato assessore nella giunta regionale di Agazio Loiero.
Giannetta e Forza Italia pigliatutto
In mezzo cāĆØ stata la (tragicamente breve) parentesi della Presidenza di Jole Santelli. La coalizione che la sosteneva aveva appetiti tali da aver dovuto creare, per tentare di saziarli, una commissione nuova di zecca. Dunque si può immaginare cosa si fece della Vigilanza: un sol boccone. Non certo lasciato allāopposizione ā che disertò polemicamente le votazioni ā ma dato in pasto al forzista Domenico Giannetta.
Con lui in un anno, tra il 2020 e il 2021, si sono tenute 10 riunioni della Vigilanza. Non risulta abbiano fatto perdere il sonno a chi governava la Cittadella. Con Morrone tra il 2015 e il 2019 ce nāerano state 36. Ben altri numeri, in era Scopelliti, aveva raggiunto lāavvocato Aurelio Chizzoniti ā subentrato nel 2013 in Consiglio ad Antonio Rappoccio e preceduto alla Presidenza da Giulio Serra, entrambi di maggioranza ā con 51 sedute tra il 2010 e il 2014.

Difeso dalla Straface
Sotto la presidenza di Afflitto la Vigilanza si ĆØ finora riunita tre volte. La prima seduta ĆØ durata 16 minuti (inizio lavori h. 11,49, fine lavori h. 12,05). La seconda unāora e un quarto e la terza unāora e mezza, compresi i saluti e lāapprovazione dei verbali delle sedute precedenti. Nessun provvedimento trattato. Uniche audizioni, quelle del commissario della Sorical Cataldo Calabretta e del delegato del dg del dipartimento Ambiente della Regione.
In questāultima occasione ā si legge nel resoconto del 22 febbraio scorsoĀ ā Pasqualina Straface (Forza Italia) ha illustrato la situazione di Sorical. E Amalia Bruni ha proposto che la questione fosse Ā«affrontata in una apposita seduta di Consiglio regionaleĀ». Tutti dāaccordo.
In Aula ĆØ poi finita cosƬ: a difendere il pentastellato e Ā«il proficuo lavoroĀ» della Commissione da lui presieduta ĆØ stata proprio la consigliera forzista. Mentre Occhiuto ha portato a casa la sua legge sƬ con una settimana di ritardo, ma spaccando lāopposizione. Sembrano lontanissimi ā ma era il 2015 ā i tempi in cui lāM5S calabrese diceva che affidare la Vigilanza a uno come Morrone equivalesse ad Ā«affidare a Dracula la gestione del centro trasfusioniĀ». Oggi loro stessi pare abbiano trovato chi può regalare ben altre soddisfazioni. Al centrodestra.
